Ancora sugli asseriti impegni del Governo a migliorare la sicurezza sul lavoro

di Maurizio Mazzetti /
1 Giugno 2025 /

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Nell’articolo pubblicato lo scorso 18 maggio si era dato conto degli annunci del governo, fatti non casualmente alla vigilia del I maggio, di un maggiore impegno e maggiori risorse da destinare alla sicurezza sul lavoro; rinvio all’articolo per una critica di quello che si mostrava essere un mero annuncio, e strumentale. 

Al momento in cui scrivo, tre settimane dopo l’incontro con le parti sociali dell’8 maggio, che avrebbe dovuto decidere la destinazione degli ulteriori 600 milioni di euro stornati dall’avanzo di bilancio dell’INAIL, la situazione non è cambiata, nel senso che nessuna decisione è stata presa. Non si è tenuta nessuna riunione dell’apposito Tavolo, chiamiamolo “tecnico”, non si rinvengono atti formali del CIV – Consiglio di Indirizzo e Vigilanza – INAIL, organo in cui siedono i rappresentanti delle parti sociali competente in materia di bilanci e indirizzi politici dell’ente, per stornare ad una diversa destinazione la cifra sopraindicata, non si ha notizia di proposte di dettaglio. 

L’unica relativa novità è l’impegno del Governo, all’interno di un futuro provvedimento (un decreto?) in materia di lavoro, a rendere strutturale la copertura assicurativa INAIL per insegnati e studenti delle scuole pubbliche, più tutta una serie di altre figure assimilabili ai docenti, quali esperti esterni e operatori della formazione professionale; con previsti 40 milioni di euro all’uopo. Nell’articolo del 18 maggio avevamo stigmatizzato come l’annuncio fosse alquanto impreciso, perché strutturale l’assicurazione INAIL per queste figure lo è già; doverosa quindi una precisazione sul significato del termine “strutturale”. Il Vigente Testo Unico sull’assicurazione obbligatoria INAIL, DPR 1124/1965, prevedeva una copertura INAIL con relativi indennizzi nella forma della cosiddetta Gestione per Conto dello Stato, analoga a quella per tutte la Pubbliche amministrazioni; indennizzati i danni permanenti secondo le  tabelle generali in vigore, nessuna indennità di inabilità temporanea per gli studenti (perché non sono retribuiti) né per docenti e personale ATA (che in caso di infortunio continuano a percepire la retribuzione normale), tutela solo nel caso di esercitazioni pratiche, compresa l’educazione motoria, o l’uso di strumenti elettrici o elettronici. L’evidente incongruità di tale previsione era finalmente stata corretta, ma “sperimentalmente” per il   solo 2024, e poi rinnovata per il 2025, assimilando la tutela a quella di tutti gli altri lavoratori, anche in attività diverse da quelle precedentemente elencate purché connesse a docenza o studio, compresi gli infortuni in itinere nel tragitto casa lavoro. Due osservazioni: 

  1. Il prevedere una cifra di 40 milioni (diciamolo: poca roba …) fa pensare in realtà che si tratti di una ulteriore proroga, perché diversamente basterebbe imputare gli eventuali oneri al bilancio INAIL, come ricordato in ampio attivo 
  1. 2) Una pur lodevole (necessaria) tutela strutturale nulla ha a che fare con la prevenzione, perché detta tutela opera a eventi già avvenuti e danno già subiti. 

Ma c’è davvero bisogno di prevenzione in luoghi a rischio basso come le scuole? Nel 2024, secondo i dati Inail, sono stati 77.883 gli infortuni accaduti agli studenti, con un trend in crescita: nei primi tre mesi del 2025 sono già 25.797, e di questi, ben 600 gli infortuni a studenti impegnati nell’ex Alternanza scuola lavoro, oggi PCTO – Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento – con ben cinque eventi mortali; e in essi non contiamo il caso  di Anna Chiti, è morta a 17 anni al primo giorno di lavoro come marinaia su un catamarano che fa crociere per turisti nella laguna di Venezia,  studentessa al quarto anno dell’Istituto Tecnico Nautico Sebastiano Venier, indirizzo “trasporti e logistica e conduzione del mezzo marino”. E non si sa se la ragazza abbia mai visto e firmato un contratto prima di imbarcarsi, quindi al momento anche questa morte resta fuori dalle statistiche INAIL … 

Nel 2023, gli incidenti per i docenti i sono stati 13.666; non ci sono dati sul 2024.   

Studenti e studentesse sono quindi mandati allo sbaraglio? I numeri e la cronaca fanno pensare piuttosto di sì. Ma, attenzione, a marzo è stato definitivamente approvata la Legge n. 21/2025, in vigore dal 19/03/2025, finalizzata a diffondere nelle scuole conoscenze di base del diritto del lavoro e in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, anche attraverso le testimonianze di vittime di infortuni sul lavoro. Confermo tutti i dubbi espressi dagli addetti ai lavori sull’efficacia di tale previsione, in quanto le suddette “conoscenze di base” staranno all’interno dell’insegnamento dell’educazione civica. E, scusandomi per la prolissità, ricordo che l’educazione civica già comprende praticamente “cenni sul mondo”, cioè: 

  • Costituzione, istituzioni dello Stato italiano, dell’Unione europea e degli organismi internazionali; storia della bandiera e dell’inno nazionale; Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 25 settembre 2015; educazione alla cittadinanza digitale, secondo le disposizioni dell’art. 5 della medesima legge n. 92 del 2019; elementi fondamentali di diritto, con particolare riguardo al diritto del lavoro; educazione ambientale, sviluppo eco-sostenibile e tutela del patrimonio ambientale, delle identità, delle produzioni e delle eccellenze territoriali e agroalimentari; educazione alla legalità e al contrasto delle mafie; educazione al rispetto e alla valorizzazione del patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni; formazione di base in materia di protezione civile; educazione finanziaria e assicurativa e pianificazione previdenziale, anche con riferimento all’utilizzo delle nuove tecnologie digitali di gestione del denaro e alle nuove forme di economia e finanza sostenibile 

Tutti i dubbi su efficacia dell’insegnamento, e sulla pretesa onniscienza di chi insegna, sono ovviamente leciti. Ma   attendiamo pure capire meglio come tale insegnamento sarà impartito e da chi … 

Tornando a parlare di denari, dopo il precedente articolo l’INAIL ha approvato il bilancio consuntivo 2024.  Su di esso riporto per estratto il comunicato stampa con cui lo stesso CIV ne dà notizia, tralasciando la parte relativa agli investimenti immobiliari (incidentalmente, comunicato stampa che risulta avere avuto scarsissima diffusione sui media; e si vedrà il perché): 

Il Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inail… pur approvando all’unanimità il conto consuntivo 2024, ha sottolineato le criticità per le quali è urgente l’adozione dei necessari interventi correttivi. L’avanzo finanziario pari a 2.678,5 milioni di euro, l’avanzo economico di 1.551,6 milioni euro e la giacenza di cassa depositata in Tesoreria centrale e quantificata al 31 dicembre 2024 in 44.088,1 milioni di euro, rappresentano una incongruenza e non un valore per un Istituto previdenziale la cui prima mission è sicuramente l’investimento nella prevenzione, gli interventi di contrasto agli infortuni sul lavoro e alle malattie professionali e la tutela degli assicurati, nelle diverse forme, compresa l’attività di reinserimento lavorativo e protesico-sanitaria … 

…. sono elementi fortemente preoccupanti il perdurante avanzo finanziario ed economico, effetto dell’eccesso di prelievo a carico delle imprese, della mancata rimozione dei limiti organizzativi e procedurali interni ed esterni, dei parziali e insufficienti investimenti immobiliari, della ancora inadeguata tempistica nella erogazione delle somme destinate alla prevenzione attraverso il bando ISI, della insufficiente erogazione di risorse per la prevenzione, per la formazione e per il reinserimento, cui si aggiunge la mancata revisione incrementale delle prestazioni a favore dei lavoratori infortunati. 

Da una parte…. si assiste alla costante crescita delle entrate, che si attestano a 12.108,2 milioni di euro, al netto delle partite di giro, in virtù della ripresa delle attività produttive, trainata dal valore del gettito dei premi e contributi di assicurazione pari a 9.798,4 milioni di euro (valore superiore sia all’importo del bilancio di previsione definitivo 2024, sia a quello del conto consuntivo 2023). 

Dall’altra parte, nonostante l’importo delle uscite pari a 9.429,7 milioni di euro, al netto delle partite di giro, sia comunque superiore all’analogo dato consuntivato nel 2023, si ribadisce …. che l’Inail – in qualità di ente pubblico non economico – deve utilizzare tutte le risorse disponibili per il pieno assolvimento delle finalità istituzionali, rimuovendo i limiti interni e richiedendo al decisore politico gli strumenti di natura normativa per superare gli ostacoli che limitano fortemente e impropriamente l’autonomia dell’Istituto…. Le spese per le attività di prevenzione destinate al mondo del lavoro, pari a 613,1 milioni di euro, rappresentano solamente il 5,06% del potenziale bacino di risorse utilizzabili così come le prestazioni istituzionali a carattere economico, pari a 5.516,6 milioni di euro, rappresentano il 45,56% dello stesso potenziale.… il presidente Loy ribadisce l’esigenza di spendere effettivamente ed efficacemente tutti gli stanziamenti allocati in Bilancio, per i quali alla fine del 2024 rimangono ancora da erogare 1.977,4 milioni di euro relativi ai bandi precedenti. Importo, peraltro, in continua, costante e non più accettabile crescita nel corso degli ultimi anni. 

In sintesi, quindi: i soldi ci sarebbero, ma se ne spendono pochi e in particolare per la prevenzione, già oggi meno ancora di quelli, non troppi, pur stanziati; quindi, ripeto che anche un incremento di stanziamento, quale quello annunciato, se non si accompagna ad uno in risorse umane e strumentali (di cui non vi è traccia), prevedibilmente non avrà effetti.  Ma quel che colpisce di più è che meno della metà delle entrate si traduce in prestazioni economiche a chi si è infortunato o ha contratto una malattia professionale. Il CIV giustamente rileva che c’è spazio per incrementare gli indennizzi. Oggi i danni permanenti già riconosciuti ed indennizzati sono rivalutati periodicamente sostanzialmente in base all’inflazione (e sulla misura dell’inflazione utilizzata come parametro ci sarebbe da approfondire, ma non è possibile farlo qui), e non soggetti a tassazione (ma le rendite entrano nell’ISEE …). L’indennità di inabilità temporanea assoluta al lavoro – cd. ITA -, segue invece le retribuzioni: 60% di quella mensile per i primi tre mesi, poi 70%; peraltro la maggior parte dei CCNL stipulati dalle OO.SS. più rappresentative (ma non nei settori marginali, per non parlare dei sin troppo diffusi contratti pirata) integra la differenza. 

Non possiamo però trascurare che i bassi livelli salariali in Italia si riflettono quindi sugli importi dell’indennità di inabilità temporanea assoluta, sulla quale si paga anche l’IRPEF con le normali aliquote. E visti i bassi salari, basse anche le ITA ….  rinvio al recentissimo studio della CGIL (https://www.cgil.it/ci-occupiamo-di/economia-e-sviluppo/la-questione-salariale-e-le-basse-retribuzioni-in-italia-o6bwe7km), confinato nelle pagine di economia e lavoro di quotidiani e media (e non tutte…), il quale, in estrema sintesi, mostra come nel 2023 in Italia: 

  • nel settore privato c’erano 6,2 milioni di lavoratrici e lavoratori dipendenti che hanno guadagnato al massimo 1000 euro al mese lordi, quindi meno di 15 mila euro l’anno; 
  • appena sopra 10,9 milioni stanno sotto i 25.000 euro lordi annui; 
  • i lavoratori con contratti a termine avevano salari lordi annui medi di 10,300 euro (oltre 83% di durata inferiore all’anno), quelli part time di 11.800, se a tempo determinato e part time 7100 euro lordi l’anno 
  • 2,8 milioni di lavoratori dipendenti, con qualsiasi tipo di rapporto, avevano retribuzioni inferiori a 9,5 euro lordi. 

Infine, a proposto sia di denari sia di strategie, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro – INL – comunica che nei primi tre mesi del 2025 le ispezioni effettuate dal solo personale INL (quindi senza quelle eseguite da INPS, INAIL, Servizi di prevenzione delle ASL o analoghe strutture nelle regioni a statuto speciale) sono state 35.744 (38.263 contando anche verifiche amministrativo-contabili), + 17% rispetto all’analogo periodo 2024; fra queste quelle specifiche su salute e sicurezza sono state 13.367 (+ 28%). 

Fra le 21.469 pratiche già concluse (il comunicato non distingue se amministrative o tecniche) sono emerse irregolarità in 15.558 casi (ben il 72,47%), con un recupero di 42.711.527 euro in contributi e premi (+ 12%). Sarà anche vero che le suddette percentuali di irregolarità sono frutto di una migliore intelligence preventiva che ha ricorso anche all’intelligenza artificiale, ma sicuramente c’è spazio sia per raccogliere risorse nonché, al di là delle irregolarità tecniche scoperte e sanate, per accrescere l’effetto alone e quindi la spontanea messa a norma (la quale, ripeto, è davvero il minimo …) sia per recuperare risorse. E ancora una volta, osservo che un risultato di cui il Governo potrebbe anche vantarsi sia invece silenziato in un anonimo comunicato sul sito dell’INL, ripreso magari senza commenti da qualche agenzia di stampa: nessuna meraviglia, la linea del Governo resta quella del “non disturbare chi fa”. 

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