Non si sono ancora spenti gli echi della Biennale Arte di Venezia, cui a ruota seguono tutte le altre categorie di Biennale, così come in un certo senso ulteriore del festival letteratura working class presso Gkn occupata, che nuove date e scadenze vengono a rammentarci che in ogni campo dello scibile di qui a ottobre almeno se non ancor più saremo colonizzati, forse occupati, magari mesmerizzati, da una variegata serie di kermesse
Per voi, pochi o tanti lettori, siamo passati anche dal Salone del libro di Torino.In questo senso uno di quegli appuntamenti monstre che aspirano evidentemente ad una tensione enciclopedica che ci lascia di volta in volta scettici, forse irritati ma ogni volta sorpresi, incuriositi e magari nonostante tutto ispirati. La prima edizione del post Lagioia, lo scrittore che ha reso il Salone una creatura proteiforme in bilico tra festa mobile, progetto in progress, agorà aperta anche alle ferite e non solo al piacere delle intelligenze o ancora alla diffusione promozionale e commerciale, non si smentisce per ecumenismo.
C’è da dire che tutto sommato l’ampia bellezza pensosa di Torino condita di una solida e non nevrotica efficienza sabauda aiutano questa kermesse a collocarsi oltre il novero delle ritualità pacchiane.
Nonostante il trambusto e le file interminabili in levare in vista del weekend persino i bagni sembrano funzionare senza eccessivo stress e il popolo del libro ben disposto a comperare e sopratutto ascoltare con attenzione beniamini conclamati e, per esempio, bizzarri poeti nordici dal nome impronunciabile che ricreano metaforicamente algide isole di raccoglimento. Si gironzola volentieri anche e sopratutto al di fuori degli stand dove esistono postazioni attendate come quelle di Rai tre, sia televisione che radio, o di Compagnia di S Paolo, complice un assaggio di estate non ancora aggressivo che si tinge di morbidi pastelli.tardo pomeridiani.Prevalentemente esterni sono anche gli spazi bar relax che creano una sorta di agorà del loisir, un distretto del ristoro concomitante ma non invasivo nei confronti della devota concentrazione rispetto all oggetto libro.
Cerco di appuntare la mia attenzione su un avvenente autore abbronzato dall’aria decisamente sporty che si scoprirà poi essere un difensore dei nostri paesaggi montani e che riscuote un evidente alto gradimento da parte del folto pubblico femminile presente. Ma si sa che il mare sarebbe il mio elemento… dovrei orientarmi per trovarlo tra le indicazioni regionali che sono una possibile traccia per orientarsi tra le varie proposte. Si sa che l’unità d’Italia è argomentofondativo da queste parti e si bada a che l’autonomia non ci differenzi ma casomai ci renda più forti insieme.
Siamo nei severi spazi dell’ex Lingotto e mi oriento facilmente persino io che sono negata. Non ho praticamente bisogno di consultare gli info point o i soliti devices …tutto si inanella abbastanza logicamente e cosicché non mi stupisco troppo di imbattermi con felice serendipity, dopo aver constatato che sono riservati spazi eleganti ed accoglienti e spaziosi anche alle case editrici più piccole e alternative, in due diversi incontri con Michele Rech, alias Zero Calcare.
Zero Calcare ha licenziato la sua ultima graphic novel dal sapore decisamente autobiografico e Loredana Lipperini di Farenheit in tutto lo splendore della sua celebre chioma a boccoli lo sta dolcemente torchiando, si fa per dire, sui temi scottanti della trasmissione d esperienza. In questo libro la relazione dell’autore con i suoi genitori è infatti centrale e ciò chiama in causa al di là di tics ed idiosincrasie il nodo irrisolto dei conti malfatti o peggio mai fatti fino in fondo con i nostri epici anni 70. Anni di piombo? Anni di riforme cruciali? Anni di lotte o di transizione? Il nostro Michele non sembra avere molti dubbi dopo questa sofferta full immersion generazionale. Sono stati a suo avviso sopratutto anni di partecipazione, di intensa adesione alla vita pubblica di larghissime fette di popolazione come mai forse in precedenza e sicuramente in seguito. Persino persone miti e imbozzolate un po’ nel loro mondo come mio padre, ho dovuto scoprire con mio grande stupore che invece erano state molto coinvolte nel dibattito politico dell epoca e in diverse storie di lotta. Così si esprime il nostro e generosamente in contesto diverso ripete a ruota queste considerazioni cui in tutta evidenza tiene molto, cercando di dribblare le insidie che lo sgamato giornalista di Repubblica dissemina per lui.
Qui, nello spazio della Repubblica delle idee, la attualità più bruciante la fa da padrone: dunque i volti del fascismo vecchio e nuovo e con grande sofferta capacità di scavo e riflessione Michele denuncia apertamente la mistificazione rappresentata da una apparente adesione ai valori costituzionali da parte di personaggi politici provenienti da biografie ben diversamente orientate. Mistificazione che impedirebbe di operare chiare distinzioni di schieramento e dunque inficia in definitivale possibilità di scelta da parte dei cittadini e indebolisce la consapevolezza di poter contare e fare la differenza. Ma le domande incalzano senza scampo sull’ultima campagna di opinione e non solo intrapresa dal popolare artista, ovvero quella in favore di Ilaria Salis e di un suo istradamento in Italia, finora negato dalle autorità ungheresi.
In quel momento non erano stati ancora concessi i domiciliari e il nostro si presta con veemenza a raccontare le sue trasferte in terra magiara, puntualizzando la volontà vessatoria dei giudici da un lato e la propria indubbia empatia con chiunque contrasti apertamente le pubbliche esibizioni di propaganda e retorica nazista. Non vi può essere proporzione accettabile comunque tra l odio razziale e la volontà discriminatoria profusi dagli estremisti di destra e le pur accese reazioni di Salis e compagni.
A questo proposito, Zero precisa anche che non si tratta di un problema e di una lotta di giustizia che riguardano solo lei. In realtà vi sono altri inquisiti e vi sono altri ricercati a piede libero di cui bisognerebbe occuparsi e a cui non si può applicare l escamotage della candidatura che in caso la formazione politica nelle cui liste corre Salis riesca a superare il fatidico sbarramento capestro, potrebbe garantirle una eleggibilità salvifica dal punto di vista delle norme di diritto internazionale. Zero ci tiene a precisare tutti i limiti legalisti di questa operazione cui pure aderisce con la necessaria convinzione.
Ma L intervistatore incalza sulla pista elettorale poiché tenta in ogni modo possibile di far esprimere al nostro una indicazione di voto. Con grande eleganza ma anche netta determinazione Michele chiarisce quelli che sono i paletti etico metodologici di cui si è armato da tempo e che convergono nel considerare al di là del suo chiarissimo orientamento complessivo, un fatto assolutamente di privato giudizio e consapevolezza quello della preferenza di voto.Tuttavia il nostro solerte giornalista ha in serbo una nuova insospettabile insidia persino nella sfera privata del celebre disegnatore che sta un po’ perdendo la pazienza a questo punto: vogliamo parlare dunque della supposta voglia di paternità del nostro eroe? Vani sembrano i tentativi di problematizzazione di un argomento tanto delicato e complesso che palesemente è correttamente Zero Calcare vede in termini quasi antropologici di inceppamento
dei meccanismi di riproduzione sociale.. Alla fine per schivare insinuazioni e illazioni quella che possiamo considerare una delle poche star del mondo alternativo, è costretta a rifugiarsi con palesi segnali di stanchezza nelle argomentazioni inerenti uncertosino e diuturno indefesso lavoro di disegnatore non stop dentro e fuori i canali della militanza. Comprendendo tutta l insofferenza di Zero Calcare prendo una boccata d aria fuori giusto in tempo per beccare una situazione in qualche modo parallela e opposta a questa. Ovvero una intervista / esibizione di uno dei campioni del maledettismo canzonettistico nostrano quale Gianluca Grignani, oggi qui perché a sua volta autore di un libro di auto fiction. Qui sembra emergere la sua voglia di essere preso sul serio non tanto in quanto artistache ormai in tal senso forse una consacrazione espiatoria e “border” se l’è già meritata, ma in quanto essere senziente riflessivo solitario incline alla contemplazione e meditazione. Vengono in soccorso le parole dei suoi editori di marca cattolica che invitano a prestare attenzione alla vena cosmica delle sue liriche e devo dire che nel declino della luce sugli spritz di ordinanza, si leva una certa magia dalle note live del nostro. Una magnifica avventura alla fine questo tour al Salone e devo anche dire che le Donne sembrano essere le visitatrici maggioritarie insieme ad una non trascurabile quota di giovani.
Ma la stagione dei festivals da ora in poi entra nel vivo: tutte le più importanti conferenze stampa si annunciano e mentre scrivo si sta concludendo con le luminose performancesdi Julien Desprez, talentuoso chitarrista eterodosso francese, la trentaquattresima edizione di Angelica, festival delle avanguardie musicali più sbarazzine ci si chiede con qualche apprensione come faranno gli amici delle Ariette a portare avanti i loro intensi programmi estivi ora che sono stati toccati da un vero e proprio dramma ecologico ambientale, uno dei tanti cui dobbiamo tristemente abituarci … intanto mi arrivano le prime comunicazioni da Biografilm festival, sempre accortissimo nelle sue comunicazioni crea aspettative… Mi si annuncia l’arrivo a Bologna per il sette di giugno che è anche la data di inizio del festival del premiato regista francese Olivier Assayas. Constato con meraviglia che Biografilm compie 20 anni! E a giudicare dal pubblico letteralmente accalcato e strabordante fuori Tassinari direi che questo è pur sempre uno degli appuntamenti più attesi che da un po’ il via ufficiale all estate bolognese così declinata cinematograficamente da sempre. L opuscolo stampato per l occasione praticamente auto celebrativa, ormai il festival è una biografia di per sé infatti, rende conto delle partnerships numerosissime raccolte nel corso del tempo. E di una lunga vicenda di omaggi a figure carismatiche del cinema e di anteprime che pareva impossibile avere proprio a Bologna sebbene il certosino lavoro di Cineteca ancora nelle sue fasi artigianali decenni fa avesse segnato una strada. A tutto questo know how di base si aggiunse a suo tempo tutta la determinazione visionaria e appassionata di Andrea Romeo che scommise fortemente su un genere di fiction e story telling biografico non così diffuso da noi e sulla possibilità non solo di fare vetrina e scouting ma anche di stringere vere e proprie alleanze coproduttive e distributive creando I wonder Pictures, braccio armato del festival attivo 365, 366 giorni all’anno nei bisestili come questo. Assenti in gran parte i maggiori rappresentanti comunali e il Presidente Mezzetti per motivi elettorali, ci introducono a questo piccolo miracolo che è il Biografilm in tutti i suoi addentellati, sia nel live della press conf che nella brochure, l ‘Assessore regionale di lungo corso Mauro Felicori e principalmente i due curatori artistici Benvegnu e Liberti equamente spartiti per genere come in Rojava. Hera e Bper rimangono i principali sponsors. Ma la lista di patrocinatori e sostenitori a vario titolo è davvero impressionante e sta a sottolineare due cose importantissime, l’aver saputo coinvolgere le realtà più implicatenelle lotte per i diritti civili per esempio come parte in causa culturale e l’aver saputo creare competenze e staff che dal volontariato traslano al professionismo con una invidiabile nonchalance.
Forse riduttivo persino in un certo senso dire che oltre l originalità delle proposte piace la postura imprenditoriale di questa situazione e il potenziale afflato turistico.
Ma non ci sono forse già abbastanza taglieri ad attirare i turisti? Davvero se il consumo culturale è altissimo nei nostri tanto esaltati territori, ci è preclusa qualunque altra forma di investimento perché le principali piattaforme e competenze sono tutte a Roma e Milano? Ma, come ci insegna l ‘Emilia Romagna film commission e i Manetti bros in verità qui ormai esistono fior di tecnici e macchinisti che solo una divisione nazionale del Lavoro più o meno implicita può tenere un piccolo passo indietro al già noto… e comunque naturalmente il valore aggiunto non è solo questo ma sta tutto dentro il discorso relazionale che questa kermesse ormai estesa attraverso le sue programmazioni, i suoi laboratori critici, le sue iniziative estemporanee valevoli ogni settimana dal centro ai quartieri, la sua valorizzazione delle produzioni in lingua originale, ha saputo mettere in campo. Se dovessi compilare un mio personalissimo dare a Cesare quel che è di Cesare, direi che l’aver rispolverato un discorso di cinema come pretesto non solo settoriale e colto ma anche aggregativo alla vecchia, nel solco degli anni 70, aver dato impulso in completa controtendenza nazionale, all apertura di nuove sale che fioriscono come i famosi cento fiori maoisti, sia il merito maggiore da ascrivere a questa grande Intrapresa che coniuga in sottile equilibrio istanze e valori di diversa ascendenza.
Ma da dove realmente potremmo cominciare per descriverla? Per esempio dai luoghi e spazi di svolgimento.Ovvero le sale targate Lumiere, il Damslab, il cinema jollye Arlecchino, il Chiostro di Santa Cristina della Fondazza, Sympo, in quanto press area e le arene all’aperto di Castelmaggiore e Calderara di Reno. Potremmo anche tentare una divisione in filoni delle varie proiezioni in concorso che comunque sono sorprendentemente solo 77, quando in passate edizioni ci si aggirava spesso e volentieri sul centinaio. E nei settori rintracciare ulteriori percorsi tematici cominciando a chiarire che l apertura con Assayas è una anteprima nazionale dopo quellla mondialedella berlinale con questoHorsdu Temps, una delle prime riflessioni in circolazione sul travagliato periodo pandemico. Assayas, peraltro, insieme a Vanessa e Ted Hope, produttori indipendenti e anche assegnatario di questi Celebration lives awards, ovvero i premi dedicati a chi con le sue opere ha contribuito a rendere esperienze di comune umanità eventi unici e irripetibili per molti aspetti. Altre significative sezioni sono: Biografilm Italia naturalmente, Contemprary lives, Biografilm Art and Music, Beyond fiction, Eventi speciali, omaggio al cinema catodico di Paolo Caredda, vivi Biografilm con GiovanniTroilo, la playlist Bper di cinema e letteratura, che riserva vere e proprie chicche di grandee insospettato interesseMa appunto, mi direte voi, dal punto di vista contenutistico, che cosa possiamo rinvenire? Esiste un filo conduttore preciso? Ci saranno focus tematici? Si affronteranno i temi drammatici delle guerre,,dei conflitti in essere? Per quali nobili cause si spenderà un festival che in un recente passato ci anticipo con docu incalzanti e memorabili l orrore della battaglia senza quartiere per il controllo dei dati ben esemplificati dalle vicende Snowden, Assange tanto per citarne di eclattanti o che in qualche modo ci anticipo la morte di Navalny, il grande e controverso oppositore putiniano? Come forse è giusto che sia, un festival per sua stessa natura così pluralista ed inclusivo sceglie di tracciare alcune rotte, alcune piste di riflessione, anche considerando la valenza di un compleanno tanto evocativo come questo del ventennale.
Dunque tanto per stare sul pezzo abbiamo una sorta di sezione Corpi politici, che pone il corpo come soggettività politica al centro del discorso pubblico, sempre contemporaneamente nell’ottica di farci compiere un viaggio articolato ai 4 angoli di un pianeta mai così piccolo e contingente come in questo momento eppure tanto simile all insieme delle famose monadi non comunicanti scagliate nell’universo di leibnizeniana memoria. Si spazierà quindi da Peaches, cantantessa femminista a Toni Negri cattivo maestro passando per Lola Arias, la comunità di Emmaus è molto altro. Particolarmente interessante si annuncia il film Another Body di Compton e Hamlin che racconta le vicende di una studentessa che scopre esistere in rete una “ profondamente falsa versione pornografica di se stessa o l’opera sui cosiddetti files di Kiev che ci racconta della scoperta di storie di attivisti ucraini per così dire tracciati dentro gli archivi del KGB. Scelgochisono si presenta come una riflessione cruciale sulla resilienza personale e il riscatto se pensiamo all’attesissimo Romina di Michael Petrolini ambientato, udite udite, nella cool Bolognina e nel mondo delle palestre popolari. O ancora se pensiamo a Life is beautiful incentrato sulle recenti vicende del cineasta palestinese Jabaly. E che cosa suscita in voi se non curiosità mista a stupore, una vicenda come quella di Jan Herik Hansen noto ricercatore sull’HIV che sceglie di isolarsi come monaco buddista sulle montagne dello SriLanka? Anche il percorso Custodidelpianeta si annuncia come affascinante e perturbante insieme se per esempio pensiamo a questa sorta di giro del mondo vorticoso tra la Pampa, le tribù Maori e gli orti a ridosso dell’aeroporto di Amsterdam che possiamo qui sbizzarrirci a fare. Accordi e ricordi si pone come un viaggio attraverso le bio di artisti e gruppi musicali significativi nella musica pop e rock dei nostri anni di meglio gioventù, mentre il focus Ricordiamo ci impone una riflessione su un recentissimo passato che condiziona il nostro presente se pensiamo per esempio al film di Abel Ferrara sugli ultimi due anni di vita e guerra a Kievche chiuderà idealmente il festival passando per fare un esempio a due opere come Hours du temps del già citato Assayas la Non riattaccare di Manfredi Lucibello dedicati ad esplorare i risvolti più intimi e psicologi della esperienza pandemica e di lockdown. Molto promettenti si annunciano anche le piste per così dire, dedicate agli spazi viventi. Un qualcosa di ulteriore ad una semplice riflessione sull’urbanistica e sull’abitare, ma un excursus sull importanza storica, politica e antropologica dei contesti.
Sorprendente infine è vera ciliegina sulla torta, il raggruppamento di stories che va nella definizione di Psiconauta.. emblematico uno per tutti a tal proposito un titolo per tutti come Death is a problem for the living, in cui il regista finnico Teemu Nikki, uno dei più amati da Andrea Romeo, ci racconta l intreccio biografico esperienziale tra due particolarissimi vicini di casa dropout che diventano autisti di carri funebri in un contesto di traffici illegali. Ma non avremmo detto niente della struttura portante del Festival se non parlassimo di Bio to B, Industry days, ovvero il mercato dell’audiovisivo nutrito dell’incontro di scambio aggiornamento, networking e appunto acquisto e vendita tra players cine televisivi che si articola tra focus dedicati ai documentaristi europei e la sezione from book to film che cerca invece storie da produrre e il nesso tra editoria e audiovisivo. Una sezione questa giustamente molto cresciuta nel tempo e che pone un punto di sintesi tra produzione di immaginari e Lavoro. Come definire altrimenti la giornata di speedway date del 12 di giugno tra produttori cine televisivi e 27 attori del panorama editoriale italiano, allo scopo di rintracciare efficaci storie da raccontarsi? Non possiamo che chiudere infine sui premi e sulle giurie visto che questo è anche pur sempre un concorso di portata internazionale. E i premi si dividono in premi del pubblico e delle giurie. Che sono molteplici a segnalare il fatto che tutte le selezioni sono già una vittoria. Quindi avremo una giuria per il Concorso internazionale vero e proprio, una giuria Biografilm Italia, una giuria Biografilm Manifesto, una giuria Top DOC il bello del documentario, una Giuria speciale Arci Ucca e infine diverse sottocategorie dedicate a giovani molto speciali come quelli del corso di laurea Citem o quella Bring the Change formata dai beneficiari del progetto di accoglienza di Arca di Noe e dai ragazzi del gruppo di Pietro slam di Aldini Valeriani o da quello dei ragazzi appartenenti alla comunità Oikos e di alcuni invece in custodia all’Istituto penale per minori Pietro Siciliani. State anche in campana per gli eventi celebrativi speciali strategicamente piazzati nel weekend del voto europeo e lasciatevi avvolgere dalla grande festa mobile che ogni anno la comunità stessa dei followers ben prima che imparassimo a identificarla con i nostri like di social devices dipendenti, insieme alla freschezza del Guerrilla staff mette in scena: si tratta infatti a dispetto dell immmagerialita dei sogni e dei supporti, di materia viva e incandescente e sopratutto in carne e ossa