Leggo ogni giorno, Signor Sindaco, della situazione della Garisenda, seguo gli interventi dei tecnici e degli esperti nella misura riportata dalla stampa. Da tempo, come Presidente di Italia Nostra Bologna, in consonanza con il Direttivo, vorrei intervenire sui giornali, come ho fatto in passato in difesa della città storica. Intendo proseguire nella missione che Italia Nostra sempre adempie sui valori di conservazione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico e culturale avendo anche cura delle giuste richieste di ascolto degli abitanti in luoghi considerati critici. Invio dunque a Lei una lettera aperta alla cittadinanza e agli organi di stampa. Mi rivolgo al Sindaco perché la situazione della Garisenda è grave e coinvolge, riflettendoci, varie zone del centro.
Da molti anni esercitiamo una critica costruttiva su tutto ciò che riteniamo non pienamente idoneo alle migliori e possibili soluzioni nel rispetto dei valori del patrimonio come bene comune. Notiamo inoltre che i cittadini sono poco informati sulla realtà dei fatti (dopo i risultati del comitato scientifico), come sui criteri che si vogliono adottare per soluzioni possibili. Troviamo oscure o vaghe certe formule relative a “nuove visioni urbane” (di nuove purtroppo ne abbiamo già viste nel corso degli anni passati e piuttosto deludenti, si pensi alle nostre proteste su Piazza Verdi, piazza Rossini, piazzetta san Donato e dintorni), a progetti di riqualificazione, ad analisi di transizione ecologica. Un intreccio di fuochi che non mettono in luce, in realtà, i problemi reali dell’inquinamento atmosferico e acustico, come del consumismo delle piazze e delle strade: non appare un piano razionale del commercio. Troviamo poi preoccupante il piano di mobilità da Lei enunciato, costosissimo, e il punto qui è l’uso automobilistico della città. Meglio sarebbe, per piazza Roosevelt e piazza Galileo, un parcheggio mirato di superficie eventualmente temporaneo. Gli scassi profondi nelle millenarie fondazioni sono da considerarsi un’inammissibile lesione dell’ integrità delle piazze storiche che dovrebbero essere tutelate conservando la loro fisica consistenza. Ne nascerebbe un’alterazione dove la superficie diviene il coperchio di un profondo autosilo e si accerterebbe una modificazione della destinazione d’uso.
Veniamo alla Garisenda che deve essere vista alla luce di un’analisi del cuore della città. Ci permettiamo di ricordare che Italia Nostra ed altre associazioni, insieme alle analisi e ai suggerimenti dell’Ufficio Centro storico del Comune di Bologna, già negli anni Novanta del secolo scorso, avevano sostenuto la necessità di pedonalizzare l’area e di evitare la circolazione di mezzi pesanti. Negli anni Ottanta ci fu addirittura un referendum sulla pedonalizzazione entro la cerchia del Mille, in cui i cittadini si espressero positivamente. Non si è tenuto in debito conto la valutazione di un organismo importante di cui si era dotata la stessa amministrazione comunale per aver cura del centro storico. Inoltre gli appelli di altri esperti, dati successivamente, non sembra proprio siano stati ascoltati.
Le “nuove visioni” debbono essere verificate alla luce della conservazione del patrimonio tutelato e in un’area estesa. I lavori per il cosiddetto Parco della Giustizia nell’area Staveco, per esempio, non possono essere esclusi da un piano d’osservazione per i problemi di subsidenza e così altri punti urbani. Le torri insomma non possono essere prese in esame solo e strettamente per le fondazioni, ma anche in relazione alla questione geologica, al terreno circostante e alla sua fragilità.
In merito al laboratorio di idee di cui si parla, Italia Nostra nazionale potrebbe offrire il suo contributo avvalendosi dei propri esperti.
Raffaele Milani
(Presidente Italia Nostra Bologna)
Immagine di copertina, Bella Situazione, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons