ènostra, Legacoop Romagna e Banca Etica hanno lanciato una campagna per sostenere le cooperative agricole del ravennate gravemente colpite dall’alluvione. Obiettivo: ripristinare migliaia di ettari sommersi anche per proteggere i centri urbani. “È doveroso stare al loro fianco”, spiega Sara Capuzzo della cooperativa energetica
Centimetri di acqua coprono ancora il suolo argilloso dei campi del ravennate e tra le Cooperative agricole di braccianti (Cab) si misurano già le conseguenze dell’alluvione che ha colpito la Romagna lo scorso maggio. I danni, in particolare all’agricoltura, sono enormi. Dei 12mila ettari di terreno di proprietà e coltivati delle diverse Cab romagnole, 6.150 sono stati completamente sommersi. “Se può sembrare astratta come misura, basti pensare che corrisponde a novemila campi da calcio -dice Paolo Lucchi, presidente di Legacoop Romagna-. Tuttora rimangono ancora sott’acqua 750 ettari, anche perché la pioggia è diminuita ma continua a scendere anche in questi giorni”.
È in questo quadro che è stata lanciata a fine maggio la raccolta fondi “Un abbraccio per i braccianti” promossa dalla cooperativa energetica rinnovabile ènostra in collaborazione con Legacoop Romagna e Banca Etica. L’obiettivo è fornire un aiuto economico concreto al ripristino delle piantagioni dei seimila ettari che sono stati allagati.
Sette Cooperative agricole di braccianti della provincia di Ravenna sono particolarmente colpite: Massari, Fusignano, Agrisfera, Terra, Comprensorio Cervese, Campiano, Bagnacavallo e Faenza. Sommerse tutte le colture estensive come grano, orzo, girasole, mais ed erba medica, ma anche le orticole come pomodori, fagiolini, barbabietole e cipolle, mettendo a rischio il lavoro dei 450 soci e oltre 600 dipendenti delle cooperative. In un territorio, quello della Romagna, da cui proviene normalmente più del 20% delle albicocche e il 10% delle pesche nettarine sul totale della produzione nazionale. I danni dell’alluvione si protrarranno quindi non solo sul mancato raccolto di quest’anno ma anche per i quattro, cinque, successivi, dal momento che l’acqua è rimasta nei frutteti e ha fatto marcire le radici degli alberi.
Anche nei giorni più critici dell’alluvione, però, i braccianti romagnoli hanno mostrato lo spirito cooperativo e solidale che caratterizza la loro storia a partire dal 1888. Ha fatto notizia la storia di Cab Terra che ha accettato il taglio dell’argine sinistro sul Canal Magni, in una procedura chiamata “rottura controllata”, per riversare le acque nel proprio terreno in un’area di circa 200 ettari, riuscendo così a salvare dall’alluvione il centro storico di Ravenna. Ma anche Cab Massari ha acconsentito all’inondazione controllata di parte dei propri terreni per alleggerire la pressione sull’area industriale di Conselice. Per fare una stima dei danni economici si può prendere l’esempio di quest’ultima cooperativa: 82 ettari di vigneto persi, considerando che ogni ettaro di vigna conta circa 2.800 piante e ognuna ha un costo di due euro, arriviamo a 460mila euro solo per il ripristino di un vigneto. Nel caso di meli, peri e peschi il costo è di otto euro a pianta e per ciascun ettaro di frutteto perso servono 20mila euro, nel caso di mele o pere, e 12mila euro per le pesche.
“Le iniziative come quella lanciata da ènostra in partnership con noi e Banca Etica sono fondamentali da un punto di vista economico ma anche morale, perché ci fanno sentire meno soli in questo momento difficile -continua Lucchi di Legacoop Romagna-. È importante unire la lotta agli eventi estremi a iniziative concrete per la tutela ambientale e alla solidarietà ai braccianti”. Questo tipo di supporto economico è certamente la priorità anche se per rimettere in sesto i territori -ricordano i promotori della campagna- servono braccia, buona volontà e presenza. “C’è ancora chi ha l’acqua in casa e chi sta lottando per ripulire il fango. In base agli ultimi aggiornamenti, le situazioni più gravi sono a Sant’Agata sul Santerno e nei territori limitrofi, così come a Conselice (dove l’acqua ancora non è scesa) -segnalano da ènostra-. In generale in tutta la Bassa Romagna l’intervento di volontarie e volontari è estremamente prezioso. Ciascuno per quello che può, facciamo sentire la forza della rete, la nostra presenza e la doverosa attenzione per la comunità colpita”.
Le realtà agricole del territorio hanno però dimostrato una solidarietà nei confronti di tutta la popolazione romagnola, agendo per salvare altri territori e prescindendo quindi dall’interesse del singolo. Anche per questo sono state scelte per essere supportate dalla campagna di ènostra, con la quale peraltro stavano già portando avanti dei progetti di comunità energetiche da aprile dell’anno scorso, per puntare sulle fonti rinnovabili. “Le Cab hanno sacrificato le loro terre per proteggere i centri urbani, facendo fede al settimo principio cooperativo, quello dell’interesse verso la comunità. Ora è importante esprimere la la forza del sesto principio, che valorizza cooperazione tra cooperative e solidarietà -conclude Sara Capuzzo, presidente di ènostra-. È doveroso stare al loro fianco, oggi con la raccolta fondi e ancor più domani quando si dovranno ripristinare terreni e colture”.
Per sostenere la campagna “Un abbraccio ai braccianti” è possibile fare una donazione a Legacoop Romagna tramite bonifico bancario: IBAN IT88H0538713109000035002031. Causale “Campagna un abbraccio ai braccianti”.
Questo articolo è stato pubblicato su Altreconomia il 7 giugno 2023