Ma davvero in questo tempo di Guerra non possiamo affidare una chance alla Pace? Ma davvero la Politica si è ritratta fino al punto da assumere un unico linguaggio, quello appunto della Guerra? E qui da Napoli, una di quelle che con tanta retorica spesso si definisce come una delle capitali del Mediterraneo non può venire, così come pure vissuto in tanti momenti della sua storia, una spinta, una sollecitazione, una iniziativa che concorra a riaprire lo spazio ad un tempo per la Politica? E quanto realismo c’è dunque nello sforzo quasi solitario di questo Papa?
E’ intorno a questi brucianti interrogativi che ha scelto di avviare il suo percorso di attività il Costituendo Centro di Formazione di Cultura Politica Critica che nasce per iniziativa di Infinitimondi e di un gruppo di Associazioni giovanili e che vede già un primo nucleo di disponibilità significative all’impegno comune nel mondo associativo, della cultura, della ricerca campani e nazionali: Francesco Barbagallo, Antonio Bassolino, Piero Bevilacqua, Maria Luisa Boccia, Emma Buondonno, Stefania Caiazzo, Luciana Castellina, Guido D’Agostino, Sandro Dal Piaz, Claudio De Fiores, Roberto Esposito, Achille Flora, Pietro Folena, Marco Fumagalli, Ugo Leone, Alberto Lucarelli, Luigi Mascilli Migliorini, Aldo Tortorella, Nichi Vendola, Vincenzo Vita…solo per citarne alcuni.
Con loro e con quanti altri vorranno concorrere lavoreremo a definire contenuti e metodi di lavoro i più efficaci.
L’idea del Centro nasce da una domanda sempre più forte anche in ampi settori giovanili di ricostruire chiavi di lettura che illuminino di senso i vari accadimenti, li connettano, ne forniscano interpretazioni capaci di cogliere dinamiche e contraddizioni che invece nel flusso informativo nel quale siamo immersi tendono ad essere nascoste in una frantumazione e successione infinita e vorticosa.
Tutto nel tempo presente evoca il bisogno di analisi critica e di pensieri forti per affrontare i passaggi che sono di fronte all’umanità.
E invece, prevale, ovunque, la semplificazione, la reductio ad unum di un pensiero debole, debolissimo che sceglie di non mettere in discussione il primato dell’economico, del mercato: ed è dentro questo primato affermato in modo così esasperato negli ultimi decenni che si ritrovano le origini delle due crisi più gravi che stiamo affrontando accomunate da livelli inediti di ingiustizia sociale: quella climatica e quella della guerra appunto.
Ed è proprio da qui che abbiamo voluto dare un segno immediato con il Ciclo Testi e Pensieri urgenti per la Pace che dal 6 giugno, appena svolto, al 6 luglio sviluppa il confronto con diversi autori che proprio con il tema della Pace e della guerra si sono misurati recentemente con saggi specifici : da Maria Luisa Boccia a Isidoro Davide Mortellaro, da Michele Mezza ad Antonio Cantaro e a Susanna Camusso.
Proviamo in questo modo a concorrere a rimettere al centro, a Napoli e da Napoli, il tema di una ricerca, quella per la pace, che ha bisogno di vedere restituito a sé uno spazio e un tempo.
Ricerca urgente che muove dalla più netta condanna dell’invasione operata dalla Russia e dalla più forte solidarietà all’Ucraina aggredita e che, insieme, non rinuncia a capire in che modo si possa disegnare una nuova prospettiva di vita comune e di relazioni.
Se non vogliamo cedere alla pulsione di un nuovo scontro di civiltà, di un nuovo incolmabile solco tra Occidente e Oriente entro cui si annullerebbe l’idea stessa di un ruolo per l’Europa, questa ricerca è vitale.
E a vedere bene ha anche molto a che fare con la possibilità stessa di fine della guerra: se la guerra si vede senza alternativa, rimarrà sola al centro della scena come ferita suppurata che tutto infetta risucchiando energie e risorse, mentre aggrava la crisi alimentare e climatica e rimane sempre più esposta alla escalation nucleare.
E se non si misura con questo la sinistra, che sinistra è?
Questo articolo è uscito su Repubblica Napoli il 9 giugno 2023