Il 25 aprile ha avuto due facce

di Silvia R. Lolli /
3 Maggio 2022 /

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La giornata del 25 aprile è al tramonto. Per me il suo significato è ormai quotidiano, voglio r’esistere, pensare e immaginare ancora un futuro, da consegnare migliore di questo.

Tuttavia questo 77° anniversario ha avuto varie sfaccettature; è stato particolare non solo per una guerra che molti ritengono l’unica possibilità di dialogo; ora ci investe solo più da vicino.

Già da tempo ci vogliono convincere che il “ripudio della guerra” permette comunque di alzare l’asticella continuare a vendere armi più devastanti a chi è meno democratico, così preparando le menti ad interventi diretti.

Le armi sono, come oggi le fonti energetiche, quelle che permettono al sistema capitalista, a noi tutti consumatori influenzati e troppo spesso compulsivi, di rimanere l’unico sistema economico-sociale di riferimento. A farne le spese sono le enormi e accresciute diseguaglianze socio-economiche. E’ solo una favola, raccontata bene, l’eliminazione dello schiavismo e del colonialismo. Il recente libro di T. Pickett cerca di ricordarcelo, ma neppure dalla Francia pervengono corrette informazioni sul valore reale di un pensiero diverso, per esempio trasmesso in queste elezioni dall’unico partito di sinistra che cerca di ascoltare le intemperanze sfociate in violenze sulle strade, vedi il dopo secondo turno dell’elezione del presidente.

Quindi non c’è solo la guerra voluta da Putin ma accettata dall’Ucraina e da coloro che inviano armi ed eserciti di “contractors” amanti violenze e guerre. Continua ad esserci molto altro, non possiamo dimenticarlo; dobbiamo continuare ad avere interesse per riflettere su ciò che i nostri rappresentanti propongono, proprio in nome dei valori del nostro 25 aprile.

Ed allora, dopo una mattinata in piazza Nettuno ed in Via del Pratello, dove da anni ci si incontra per R’esistere (purtroppo con poche attenzioni per il Covid), al ritorno a casa ho scoperto che c’erano altre due manifestazioni! Così ho camminato ancora, perché gli autobus erano bloccati. Nessuna lamentela: sono stata sostenibile e per la salute, perfetto!

Camminando si può pensare: perché questi gruppi hanno voluto manifestare per un 25 aprile distinto da quello dell’ANPI? Un gruppo molto più numeroso era distinguibile, certamente si definisce di sinistra. L’altro, composto da poche persone senza veri e propri slogan se non la lettura di nomi e bandiere di no vax…si possono considerare “provocatori” in questa giornata?

Una prima considerazione, dettata anche dalla successiva intervista a Calenda che ha manifestato a Roma solo con più Europa distinguendosi dal resto. Perché? Così non si ricerca l’unità di un pensiero democratico, si perde in partenza.

Il 25 aprile dovrebbe essere possibile trovarsi assieme, tutti gli antifascisti. Dovrebbe essere possibile attraverso l’ANPI, tuttavia bistrattata in questi giorni nonostante sia l’unica associazione odierna che fa congressi e porta il pensiero della maggioranza degli iscritti non quello dei pochi eletti come succede da anni in Parlamento.

E’ comunque un’associazione che mantiene ancora alto il valore della Costituzione formale spesso calpestata quando non taglieggiata da riforme insulse. Non si dovrebbe ricordare che dopo la Liberazione (il 25 aprile è pur sempre il suo giorno!) si è unita un’ampia platea di partiti? Sono gli stessi che hanno indicato chi eleggere fra i costituenti. Allora mi chiedo: perché proprio oggi ci sono tante manifestazioni diverse a Bologna rifiutando il dialogo che i costituenti in quasi due anni di lavori in assemblea hanno cercato, e che dovrebbe essere imparato per evitare le guerre?

La Costituzione esiste ancora e occorre riprendere, come ha ricordato la presidente dell’ANPI provinciale Anna Cocchi, sia l’art. 3, soprattutto nella seconda parte, sia le sue parole più significative: solidarietà, dignità, umanità. Non ha ricordato solo la guerra, ma i morti sul lavoro, le odierne povertà, le carceri troppo piene, i migranti che devono trovare asilo e non diventare oggi di serie B rispetto agli ucraini. Ripartire da queste idee porta all’incomprensione delle distinzioni che ho visto fra le varie manifestazioni. So che non c’è più unità di valori democratici fra noi italiani, ma non capisco come oggi gli esponenti di partiti che dicono di essere di sinistra vogliono distinguersi.

L’altro evento che oggi mi ha fatto disperdere quel po’ di felicità e di emozioni positive provate in piazza Nettuno è stato l’ascolto dei TG sia nazionale sia regionale. Ancora una volta la Costituzione e gli atti popolari degli ultimi anni si stanno cancellando e soprattutto si danno risposte diverse alle urgenze ambientali. Con la recente revisione dell’art. 9 Cost. si è inserito “ambiente”; nonostante questo e il tanto propagandato PNRR rivolto in primis alla sostenibilità, si sta attuando ciò che un referendum di qualche anno fa aveva bloccato: le trivelle in Adriatico per estrarre più gas. Avevamo detto no, come per l’acqua pubblica. L’informazione televisiva sempre a senso unico e proprio oggi 25 aprile ha spiegato che il Governo sta varando una norma per permettere l’apertura di altre piattaforme in Adriatico, ove si stimano enormi risorse di gas. Intanto l’intervistato dirigente della società estrattiva parla di stime e non c’è mai un contraddittorio in queste forme comunicative! Nessuno ricorda che i cittadini italiani, cioè la sovranità popolare decisero di chiudere o di limitare l’estrazione di gas nel mar Adriatico. Nessuno ricorda neppure che la regione Emilia-Romagna ha subito un terremoto abbastanza importante e in molte zone c’è una forte subsidenza. Il vocabolario Treccani spiega così questa parola: subsidènza (o sussidènza) s. f. [dal lat. subsidentia «sedimentazione», der. di subsidĕre (v. la voce prec.)]. – 1.a. In geologia, movimento di abbassamento di una regione, e in partic. del fondo di un bacino sedimentario (in genere marino) che tende a cedere e ad abbassarsi sia per il peso dei sedimenti che vi si accumulano sia a causa del continuo movimento della crosta terrestre. b. Per estens., abbassamento di porzioni più o meno ampie di terreno, da attribuirsi al costipamento naturale di strati compressibili sotto l’azione di carichi forti ed estesi, o, talora, all’attività dell’uomo rivolta all’estrazione di sostanze fluide o solide dal sottosuolo (per es., di ingenti quantità di acqua da falde freatiche, di prodotti petroliferi, di minerali); sono fenomeni di subsidenza quelli che minacciano Venezia, il Duomo di Milano, la Torre di Pisa, ecc. c. In geotettonica, il verificarsi di un lento o lentissimo abbassamento di una struttura geotettonica regionale (uno scudo, una piattaforma geologica, un fondo oceanico)….”. Dal terremotomi sono rimasti molti dubbi sulle reali cause; intanto è avvenuto nella parte territoriale più alluvionale ed usciva acqua; l’acqua estratta dal suolo crea subsidenza, può darlo anche il gas tolto nell’Adriatico?

A questo punto un’altra legittima domanda: a che cosa è servitorevisionare la Costituzione inserendo la parola “ambiente”? Si sta facendo una legge che non dà attuazione a questa parola diventata principio costituzionale. Si dovrebbero, anche in nome del PNRR, cercare altre fonti rinnovabili ed un maggior risparmio energetico. Così si darebbe attuazione alle richieste della COP 26; si potrebbe cominciare a dare più possibilità di guadagno ai piccoli impianti e meno ai grandi dai quali il conto energia è sempre a favore di chi sfrutta di più l’ambiente. Infatti l’obiettivo rimane sempre e solo quello di facilitare gli sfruttamenti della nostra misera Italia (siamo già all’Italietta?) per mantenere profitti ed inquinamenti. La guerra ha le stesse radici: non solo supremazia e violenza, ma violenza contro le richieste ambientali; così il 25 aprile 2022 ha avuto due facce; spero sempre che per il domani non rimanga solo la più catastrofica.

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