Vladimir Putin ha quindi dichiarato guerra all’Ucraina, niente e nessuno poteva fermarlo. Le parole pronunciate questa notte da António Gutteres, il segretario generale delle Nazioni Unite, l’organizzazione internazionale che dovrebbe garantire la pace, riflettono l’impotenza internazionale di fronte alla volontà di un uomo che ha dispiegato un implacabile piano di aggressione contro un paese sovrano. “Mi sono sbagliato”, ha detto Gutteres. “Vorrei non essermi sbagliato. Dal profondo del mio cuore, presidente Putin, impedisca al suo esercito di attaccare l’Ucraina”.
Queste parole disperate avevano poche possibilità di raggiungere Vladimir Putin che, nel cuore della notte, ha scatenato l’invasione dell’Ucraina. Un annuncio accompagnato da un monito agli occidentali che potrebbero essere tentati di intervenire, minacciandoli di “conseguenze che non avete mai conosciuto prima nella vostra storia”: queste le sue parole, parole che sembrano impossibili pronunciate dal leader di una grande potenza nucleare, membro permanente del Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Queste parole di un uomo arrabbiato sono da collegare al discorso revisionista pronunciato il 21 febbraio, che ha negato l’esistenza stessa di un’identità ucraina e ha annunciato questi eventi drammatici. A ogni tappa abbiamo pensato che si sarebbe fermato lì, abbiamo sottovalutato la determinazione di un dittatore invecchiato, ossessionato dalla vendetta sulla storia.
Questa guerra era diventata inevitabile dal momento in cui nessuno era pronto a pagare il prezzo dell’opposizione a Vladimir Putin. Quando le voci di guerra si sono fatte più chiare, Joe Biden, presidente della principale potenza mondiale, è stato intervistato sul canale Nbc: il giornalista gli ha chiesto se in caso di invasione russa manderebbe soldati americani per esfiltrare i suoi connazionali dall’Ucraina. La sua risposta: “Non ci pensi proprio, se un soldato statunitense si trova faccia a faccia con un soldato russo, è la terza guerra mondiale”.
Soli contro Mosca
La deterrenza non ha più funzionato quando le uniche persone che potevano opporsi alla Russia hanno dichiarato pubblicamente che non l’avrebbero fatto.
La diplomazia è stata quindi solo il travestimento di un’inevitabile spirale di confronto. Il commento schietto dell’ambasciatore russo in Svezia sulla minaccia di sanzioni ha detto tutto: “Non ce ne frega niente”.
L’Ucraina è quindi sola contro la Russia. Gli ucraini lo sanno fin dall’inizio, sono soli, nonostante tutti i proclami di solidarietà, le consegne di armi, le prime sanzioni contro la Russia.
Questa guerra è un disastro globale. Sono gli ucraini che ovviamente subiranno la realtà della potenza di fuoco russa. Ma questo conflitto cambia il mondo, cambia i tempi: Putin sta commettendo l’irreparabile, sta facendo precipitare il mondo in una nuova guerra fredda, che richiederà anni per essere superata.
Vladimir Putin, come la Cina di Xi Jinping, le cui reazioni guarderemo con attenzione, sono convinti che l’occidente sia in declino e che sia giunto il momento di cambiare gli equilibri di potere. La guerra in Ucraina è insensata, ingiustificata, ma ormai è una realtà imposta a tutti. Il 24 febbraio 2022, il mondo è diventato di nuovo terribilmente pericoloso e non siamo pronti a questo.
Questo articolo è stato pubblicato su Internazionale il 24 febbraio 2022