Manifestazione al Nettuno: “E’ necessaria l’approvazione così com’è del Ddl, ostaggio delle forze conservatrici e reazionarie in Parlamento e nel Paese e contenente interventi utili per monitorare e raccogliere dati sulle discriminazioni e i crimini d’odio, ma non possiamo rinunciare a numerosi altri obiettivi per generare quel cambiamento sociale e culturale necessario alle nostre comunità”.
Manifestazione “festosa e irreverente” delle realtà LGBTQIA+ e transfemministe queer, oggi pomeriggio in piazza Nettuno, per chiedere #moltopiudizan. “Crediamo sia necessaria l’approvazione così com’è del Ddl Zan, oggi ostaggio delle forze conservatrici e reazionarie in Parlamento e nel Paese e contenente interventi utili per monitorare e raccogliere dati sulle discriminazioni e i crimini di odio, ma non possiamo rinunciare a porci dunque numerosi altri obiettivi per generare quel cambiamento sociale e culturale necessario alle nostre comunità”, sottolineano le sigle aderenti: Il Grande Colibrì, B-side Pride, PLUS – Persone LGBT+ Sieropositive, Frame, Gruppo Trans APS, Famiglie Arcobaleno, La MALA Educacion, Agedo, MIT, Cassero LGBTI+ Center, Gay Lex, Laboratorio Smaschieramenti, Lesbiche Bologna, Komos – Coro LGBT, RitmoLento, IAM Intersectionalities and more. “Pensiamo infatti- continua il comunicato- che non sia sufficiente una sola legge per risolvere problemi profondamente radicati nel nostro Paese. L’omo-lesbo-bi-trans-intersex-afobia, la misoginia e l’abilismo sono fenomeni che si affrontano soprattutto attraverso l’educazione e la formazione, con il contrasto all’esclusione dal lavoro, con welfare universale e servizi pubblici all’altezza delle nostre esigenze”.
Sarà importante inoltre “monitorare i bandi e i fondi messi in campo dalla legge- sostengono le realtà scese in piazza- affinché centri antiviolenza e consultori siano adeguati alle nostre esigenze. Bisogna poi intervenire sulla legge 164/1982 per la rettificazione anagrafica del sesso, eliminandone gli aspetti patologizzanti, vietare per legge le cosiddette “terapie di riconversione” e l’assegnazione genitale alla nascita per le persone intersex. Inoltre, vogliamo il pieno riconoscimento della genitorialità per tuttə. È importante poi garantire la piena inclusione delle persone con disabilità, finanziare adeguatamente i caregiver, abbattere le barriere architettoniche e darci il giusto spazio sui media”. La manifestazione è stata dunque promossa “per dire con i nostri corpi che il sesso non è un destino e che le nostre vite contano. La nostra presa di parola vale molto di più di chi nasconde la propria violenza dietro la libertà d’opinione. Rivendichiamo la dignità anche di ogni identità di genere fuori dal binarismo e di ogni orientamento sessuale e/o affettivo”.