Hong Kong cancella la storia del movimento democratico

di Pierre Haski /
6 Maggio 2021 /

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Immaginate che Radio France o la Rai decidano di cancellare una parte dei loro archivi, o che l’Ina, l’istituto nazionale audiovisivo francese, elimini dal suo immenso archivio qualsiasi traccia di un evento (per esempio il movimento dei gilet gialli) o di una persona diventata “tabù”.

Sembra uno scenario distopico che sarebbe piaciuto a George Orwell, e invece è ciò che sta accadendo a Hong Kong, territorio cinese teoricamente autonomo ma che sta tornando rapidamente nelle mani di Pechino. La radiotelevisione pubblica di Hong Kong, Rthk, sta infatti cancellando alcuni programmi risalenti a più di un anno fa, anche dai suoi canali su YouTube e altri social network.

Questo significa che rischiano di scomparire dalla memoria del principale canale pubblico i programmi dedicati al vasto movimento per la democrazia che ha scosso Hong Kong nel 2019, con manifestazioni che hanno radunato fino a un milione di persone, e anche quelli che raccontano la “rivoluzione degli ombrelli” del 2014, quando il centro di Hong Kong fu occupato per settimane da manifestanti filodemocratici.

Storia conforme alla politica
Sotto ogni punto di vista, dopo l’estate scorsa e l’adozione di una legge sulla sicurezza nazionale, Hong Kong ha cominciato ad adeguarsi al modello cinese. La riscrittura della storia fa parte integrante di questo modello.

Prendiamo il massacro di Tiananmen del 4 giugno 1989. Il mondo intero sa (o ha i mezzi per sapere) ciò che accadde quella sera nel centro di Pechino, quando l’esercito schiacciò il movimento studentesco favorevole alla democrazia. Tutti lo sanno, tranne i cinesi.

Una ricerca su Baidu, il Google cinese, fornisce solo informazioni turistiche sulla piazza più visitata della capitale, e le ricerche fatte all’estero sono scrupolosamente filtrate. Il risultato è che un’intera generazione è cresciuta senza sapere cosa è accaduto davvero nel 1989 o negli altri momenti bui della storia del Partito comunista cinese, dal “grande balzo in avanti” con i suoi milioni di morti alla rivoluzione culturale con le sue persecuzioni.

Di sicuro non basterà cancellare la memoria di Rthk per fare in modo che gli abitanti di Hong Kong dimentichino i fatti del 2019 e 2020, ma si tratta comunque dell’inizio di un processo di conformazione della storia alla realtà politica.

L’allerta è stata lanciata da alcuni abitanti di Hong Kong che hanno creato copie dei reportage e dei dibattiti per evitare che scomparissero. Bay Choy, documentarista di Hong Kong che ha già diversi problemi con la giustizia, ha parlato su Twitter di lotta “della memoria contro l’oblio”.

Ma in un momento in cui i principali leader del movimento per la democrazia sono in carcere o in esilio, tra cui il giovane Joshua Wong o l’editore Jimmy Lai, gli abitanti di Hong Kong sanno che la battaglia è persa in partenza.

Molti fanno riferimento a Orwell e citano il suo famoso passaggio in 1984: “Chi controlla il passato controlla il futuro: chi controlla il presente controlla il passato”. Oggi il presente e di conseguenza il passato appartengono a Pechino. Basta premere sul tasto “cancella” di un computer.

Questo articolo è stato pubblicato su Internazionale il 5 maggio 2021

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