Sopra il vostro settembre

di David Muñoz Gutiérrez /
19 Marzo 2021 /

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Questa poesia è stata scritta da un giovane compagno dopo il Colpo di Stato in Cile dell’11 settembre 1973. È stata profetica dato che le manifestazioni di protesta sono iniziate proprio nell’OTTOBRE 2019…e tra meno di un mese si vota per eleggere i membri dell’assemblea costituente che dovrà scrivere una nuova costituzione per sostituire quella del regime dittatoriale…

Sopra il vostro settembre

Prendiamo dalle ombre del tramonto
gocce di pioggia fina.
Notte lunga di sole nascosto,
sotto le proprie ombre ovunque raccogliamo feriti, morti.
Teniamo stretta la rabbia
come qualcosa che si ama.
Gustiamo l’odio
come un alimento.
Retrocediamo ma…
ritorneremo domani!
Un giorno – l’undici-
ci strapparono la libertà
e settembre.
Non sanno che di ottobre
ne abbiamo molti
nella nostra storia…
Generali,
sopra il vostro settembre
cadrà
anche il nostro ottobre!
(Camilo Maturana)

In effetti dall’ottobre 2019, quando gli studenti secondari a Santiago si sono ribellati e hanno deciso di non pagare l’aumento del prezzo del biglietto del trasporto pubblico di 30 PESOS e hanno saltato letteralmente le barriere dell’entrata del metrò della capitale, è cominciata una mobilitazione generale che piano piano ha coinvolto i vari settori della popolazione e a misura che passavano i giorni si aggiungevano le “rivendicazioni” che durante i 17 anni di dittatura e più di 30 anni di “democrazia controllata” separatamente avevano portato avanti.
La lotta per una educazione gratuita e di qualità ; per la sanità pubblica; per un sistema di pensioni che eliminasse quelle esistenti delle AFP (compagnie amministratrici dei fondi privati di pensioni); per far sì che l’acqua ridiventasse un bene pubblico, ecc. Infatti il primo slogan che s’impone nei primi giorni delle proteste è “NON SONO 30 PESOS, SONO 30 ANNI”, riferendosi al periodo post dittatura nel quale i Partiti della “Concertación Democratica” che hanno governato quasi sempre, nulla hanno fatto per eliminare il sistema neoliberista lasciato in piedi dalla dittatura che ha permesso l’impoverimento della maggioranza dei cittadini e l’arricchimento di una infima minoranza.

In pochi giorni si arriva ad un conflitto generalizzato ed il regime del Presidente Sebastián Piñera decide di rispondere con la forza, utilizzando i mezzi del l’esercito e polizia uniformata. Prima di tutto fa una dichiarazione dove dice che il paese E’ IN GUERRA e decide di far uscire i militari dalle caserme per reprimere le manifestazioni che si producono in tutte le grandi e piccole città del Cile. I Carabinieri sono armati quanto i militari e incomincia una repressione tanto o addirittura più violenta che in tempi di dittatura.
Molte organizzazioni raggiungono un certo coordinamento e viene convocata una manifestazione in piazza Italia a Santiago per il 18 di ottobre. Si riunisce una grandiosa moltitudine di persone (alcuni media la definiscono la più grande di tutti i tempi) e danno vita a una pacifica, creativa, costruttiva manifestazione contro il regime e rilanciano tutte le rivendicazioni di tutti i settori sociali, studenti, insegnanti, minatori, portuali, donne, impiegati dello Stato, ecc, compresi i popoli originari che da secoli sono stati bistrattati da tutti i governi dalla costituzione dello stato del Cile in poi. Dopo questa grande manifestazione è diventato abitudine riunirsi tutti i Venerdì nella piazza Italia, che il popolo ha deciso di ribattezzare “PLAZA DE LA DIGNIDAD”.

Il Governo ha ritirato i militari dalle strade, ma la violenza della repressione ha lasciato un saldo di vittime incredibile: più di 40 morti; più di 400 giovani colpiti direttamente al volto e che hanno perso un occhio, alcuni hanno perso addirittura entrambi; più di 2000 persone in carcere, e ancora la maggioranza è rinchiusa senza che siano state formalizzate le accuse e senza un processo che viene rimandato in continuazione. Questa realtà perdura fino ad oggi in tutte le carceri del Cile, da Sud a Nord; moltissimi i feriti con diversi livelli di gravità (1659 feriti secondo l’istituto dei diritti umani) e moltissi

me studentesse sono state colpite nelle scuole che frequentavano dove i carabinieri sono entrati senza alcun controllo.
Il governo ha anche chiesto al Parlamento di approvare nuove leggi per reprimere i manifestanti e purtroppo sono state approvate dando la possibilità ai carabinieri di accusare i manifestanti senza alcun contraddittorio. Esempio: un carabiniere ferma uno studente e dichiara che questo stava lanciando pietre contro un autobus, vale la sua parola contro quella dello studente e può essere condannato a 5 anni di carcere.

Le manifestazioni non si fermano, si aggiunge a tutto ciò la situazione di repressione contro i Mapuche (popolo originario) che vive principalmente nella Regione dell’ARAUCANIA a circa 700 chilometri da Santiago. Loro vengono costantemente accusati di fare delle azioni violente per RECUPERARE le terre che lo Stato e i latifondisti nel passato gli hanno sottratto, costringendoli con la forza a vivere in delle “REDUCCIONES”. Alcuni sono stati anche incarcerati arbitrariamente incastrandoli con falsi testimoni che assistono al processo a volto coperto. Questo ha fatto sì che rapidamente nella popolazione cilena si incorporassero anche le rivendicazioni di tutti i popoli originari.

Nonostante la forte repressione ancora una volta il popolo scende in strada il 23 di ottobre e si aggiunge una nuova e più forte rivendicazione “CAMBIARE LA COSTITUZIONE DELLA DITTATURA” che ancora vige nel paese. Ancora decine di feriti e alcuni uccisi, e si ripetono gli attacchi dentro le scuole, e secondo le denunce delle studentesse, vengono denudate e addirittura alcune stuprate. Viene fuori tutta la rabbia della gente per la costruzione di un paese(da parte di politici ed impresari) sempre più disuguale e ingiusto, in cui nel tempo si sono svendute alle imprese multinazionali straniere tutte le risorse minerarie e naturali, le foreste,i fiumi, il trasporto, le autostrade, e tutti i servizi sono stati privatizzati.
Qualche giornale di paesi stranieri scrive che “si è rotto l’incanto del miracolo neoliberista Cileno” ed il popolo CHIEDE di uscire dall’eredità del regime dittatoriale. Cambiare la Costituzione è diventata la principale richiesta delle piazze.


Il 13 e 14 di novembre il Governo ed quasi tutti i partiti di maggioranza e opposizione si riuniscono nell’ex Palazzo del Congresso Nazionale a Santiago, negoziano tra LORO ed escono nella mattinata del 15 novembre con una proposta chiamata “ “accordo per la pace sociale e la nuova costituzione”. Lasciano fuori da questo accordo i partiti più critici e di opposizione, compresso il Partito Comunista. Anche nel processo di recupero della democrazia erano rimasti fuori dell’accordo fatto tra i Partiti che poi diventarono la Concertación Democratica, diversi partiti considerati troppo di sinistra.

Questa NUOVA ALLEANZA tra i Partiti che hanno rappresentanza nel Parlamento ed il Governo, si danno il compito di approvare la legge n. 21.200 per mettere in pratica la loro proposta. Ovviamente decidono tutto loro, senza considerare il parere dei settori sociali che portano avanti le proteste. Questi, i partiti che rimangono fuori dell’accordo e i vari settori sociali e le organizzazioni dei popoli originari contestano non solo la forma in cui è stato partorito questo accordo ma anche sui contenuti e soprattutto il percorso stabilito per arrivare alla “convención constitucional”( assemblea costituente). Diverse sono le osservazioni che si fanno al progetto, tra queste le principali sono quelle riferite alle materie che l’assemblea NON DOVRÀ trattare e quella che stabilisce che l’assemblea dovrà prendere le sue decisioni con la maggioranza dei due terzi (2/3). Infine la legge stabilisce che si debba:1.Realizzare un plebiscito per far sì che il popolo decida se vuole o no una NUOVA COSTITUZIONE, con la domanda che prevede due risposte, Apruebo o Rechazo (approvo o rifiuto). 2. Il plebiscito vuole un’altra risposta:chi deve scrivere la nuova Costituzione? un’assemblea totalmente eletta dai cittadini o un’assemblea metà eletta dai cittadini e l’altra metà costituita da parlamentari in esercizio?. Questo primo passo del processo si è concluso con la vittoria del APRUEBO e dell’opzione elezione di tutti i membri dell’assemblea da parte del popolo.

La grande maggioranza del popolo e le sue organizzazioni hanno continuato a manifestare in tutto il paese e a Santiago andando alla piazza ora chiamata PLAZA DE LA DIGNIDAD per mantenere vive le loro rivendicazioni e per CHIEDERE GIUSTIZIA per tutte le violazioni ai diritti umani commesse dai militari ed in particolare dai Carabinieri. Per CHIEDERE la liberazione di tutti i prigionieri fatti nelle manifestazioni in tutto il paese. Purtroppo, le manifestazioni immancabilmente vengono aggredite dai Carabineros e ultimamente anche dalla polizia civile (PDI), lasciando un saldo di feriti e persone detenute ogni volta. Nonostante questo processo costituente sia in marcia, il governo continua a chiedere al Parlamento leggi più repressive e ultimamente in particolar modo contro i Mapuche, ed in questo caso la violenza è diventata particolarmente forte non rispettando nulla, entrando nei loro territori e nelle loro abitazioni creando danni a persone, cose e animali e portandosi via prigionieri, dei membri delle comunità senza specificare le accuse. Ci sono diversi prigionieri Mapuche nelle carceri del territorio dell’Araucania.
Nelle ultime settimane ci sono stati scontri violentissimi nella “Plaza de la Dignidad” a Santiago i Manifestanti hanno dato fuoco a la statua di un militare cileno di altri tempi, chiamato Manuel Baquedano. Questo fatto ha mandato su tutte le furie Governo, maggioranza reazionaria del Parlamento, Carabinieri e perfino l’esercito ha fatto una dichiarazione dicendo che i manifestanti che hanno provocato il fatto NON SONO PATRIOTI, sono anticileni, che sono dei vandali e criminali. ecc, ecc. Dopo questi fatti il governo ed i militari hanno proceduto a smontare la statua del generale per metterla al sicuro. Oggi la base su cui era installata la statua del generale Baquedano è protetta con una struttura muraria. C’è da dire a rigore di storia che il generale Baquedano è uno di quelli che hanno partecipato dal 1860 in avanti alla cosiddetta “pacificazione del Sud del Cile” che è consistita in un indiscriminato attacco militare a tutte le comunità Mapuche che vivevano al sud del fiume BIO BIO, assassinando, si pensa, circa 20mila indigeni e dichiarando le loro terre beni dello Stato cileno e poi le distribuirono tra i soldati che avevano partecipato alla campagna consegnando loro quantità di terre differenziate secondo il grado che avevano nell’esercito. Inoltre hanno favorito l’entrata di una sequela di latifondisti cileni e stranieri che si erano impossessati delle terre al nord del rio BIO BIO. I Mapuche superstiti sono stati rinchiusi nelle Riserve chiamate in Chile “REDUCCIONES”. I figli di questi sono quelli che ancora oggi danno del filo da torcere ai governi e ai latifondisti che distruggono l’ambiente eliminando i boschi nativi del Cile, sostituendoli con piantagioni di pino e eucaliptus che sono piante non originarie del Cile ma crescono velocemente e producono grandi guadagni, e in tal modo impoveriscono le poche terre che hanno i Mapuche vicino alle loro abitazioni.

Il processo costituente va avanti e l’undici di aprile si dovrebbe votare per eleggere i 155 membri dell’assemblea che scriverà la nuova costituzione. Una rivendicazione importante è stata vinta dal movimento di protesta ed è che l’assemblea da eleggere debba essere paritaria, metà donne e metà uomini ed inoltre una piccola rappresentanza avranno garantita i popoli originari. Il dibattito è feroce. La destra è convinta di prendere più di un terzo dei membri dell’assemblea, le forze di sinistra e gli indipendenti purtroppo vanno divisi a questo appuntamento. Solo le liste degli indipendenti portano più di 130 candidati e fanno la loro propaganda dicendo che tra di loro non c’è nessuno appartenente ai partiti che secondo loro TUTTI IN MODO UGUALE hanno contribuito a costruire il Chile disuguale di oggi.
Speriamo fiduciosi che il Cile avrà una nuova Costituzione e comunque non sarà più quella del generale sanguinario Pinochet.

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