Vi ricordate l’astuzia di Donald Trump, che a marzo tentò di comprare in anticipo, per un miliardo di dollari, il brevetto del vaccino di una promettente biotech tedesca per conto dell’amministrazione americana? La mossa fallì clamorosamente ma CureVac, l’azienda in questione specializzata nella tecnologia RNA alla base di molti programmi di ricerca sul vaccino contro Covid-19, ha fatto il “botto”. Ad agosto, quando si è lanciata sul mercato finanziario, i suoi titoli sono svettati del 249,4% in 24 ore, del 400% in due giorni di Borsa. E sapete chi è uno dei maggiori investitori di CureVac? Bill Gates e la sua fondazione filantropica.
CureVac non è la sola gallina dalle uova d’oro di Bill e Melinda. I Gates cominciarono a puntare su nuovi investimenti farmaceutici dopo che la comunità scientifica radunata a Seattle, nel 2015, lanciò l’allarme su un nuovo patogeno destinato a sconvolgere il Pianeta. Così, quando SARS-CoV-2 è arrivato, tutto il mondo si è trovato impreparato ad eccezione dell’imprenditore filantropo Bill Gates. Ed è lui oggi a dominare la scena e la scienza, nelle scelte strategiche per trovare i rimedi al virus che anni fa aveva annunciato. E ad arricchirsi. Stando alle più recenti informazioni della Securities and exchange commission (Sec) americana, la Fondazione Gates ha un paniere di investimenti di oltre 250 milioni di dollari in aziende protagoniste della ricerca su Covid-19, non solo vaccini ma anche medicinali e diagnostici. Altri 40 milioni di dollari sono stati investiti su CureVac nelle ultime settimane.
Insomma una tela finanziaria che si irrobustisce di pari passo con l’onda virale e che ha posto la Fondazione Gates al centro del dibattito scientifico e politico mondiale. Grazie alla moltitudine di iniziative pubblico-private che ha fatto germinare negli ultimi decenni in ambito sanitario, Bill Gates ha ulteriormente rafforzato il ruolo di kingmaker delle relazioni geopolitiche che servono per imbandire la tavola della cooperazione internazionale contro la pandemia. Con le sue Gavi e Cepi in prima linea, con Unitaid e Fondo globale che fanno da supporto, e con l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ridotta alla funzione di comprimaria, Bill Gates ha ispirato e fornito il modello dell’iniziativa “Access to Covid-19 Tools (ACT) Accelerator” lanciata ad aprile per velocizzare sviluppo, produzione e accesso dei nuovi rimedi anti Covid-19. L’impalcatura operativa di ACT Accelerator poggia sulle infrastrutture volute e finanziate da Gates, la cui fondazione è annoverata ormai definitivamente tra le istituzioni multilaterali insieme a Oms, Banca mondiale e Commissione europea.
Mi chiamo fuori dalla combriccola dei complottisti che non mi appassiona. Vorrei invece capire come siamo arrivati a questa infezione profonda della responsabilità pubblica e della democrazia. Vorrei capire perché i governi accettano che Bill Gates, uomo ricco e potente che rende conto solo a sé stesso, sia diventato lo zar della sanità mondiale. Forse è lo stesso motivo per cui in questi mesi hanno dato alle case farmaceutiche miliardi di dollari senza negoziare condizioni sui brevetti, sul costo dei medicinali, sulle regole dell’accesso. Ma se non affrontiamo questi temi, il governo del mondo resterà senza respiro anche dopo che il contagio di Covid-19 sarà finito.
Questo articolo è stato pubblicato su Altreconomia il 1 dicembre 2020