Problemi della sanità a Modena: solo alcuni e non certo i posti letto per acuti

8 Febbraio 2019 /

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di Gianluigi Trianni, Modena Volta Pagina, Altra Emilia Romagna, Forum diritto alla Salute
Deviante e pericolosa la proposta del civismo di centrodestra a Modena (Laboratorio Modena ora) di aumentare i posti letto di Baggiovara e Policlinico. La riduzione dei posti letto per acuti non è il problema della sanità modenese.
Il problema della sanità modenese è la carenza di personale per utilizzare al meglio i posti letto e le dotazioni sanitarie di diagnosi e cura che ci sono ed assicurare la continuità dell’assistenza ospedale territorio (= équipe ospedaliero-universitarie in grado di fare attività specialistiche integrate di assistenza didattica e ricerca anche sul territorio, nei quartieri di Modena, con i dipartimenti di cure primarie e non ed il sociosanitario).
Il problema della sanità modenese sono le liste di attesa o le peregrinazioni dei cittadini per la provincia e l’insufficienza delle attività di prevenzione delle inappropriatezze prescrittive per carenze di personale e conseguente inadeguato utilizzo delle risorse strumentali a disposizione.
Il problema della sanità modenese sono gli onerosi appalti con i quali sono stati privatizzati i servizi di supporto all’assistenza sanitaria (mense, lavanderia, pulizie) e che vanno re-internalizzati.

Il problema della sanità modenese è la inadeguata programmazione delle Case della Salute a Modena che invece di essere previste e realizzate in funzione della articolazione dei quartieri e quindi della massima prossimità ai cittadini utenti, sono state realizzate e programmate a livello delle quattro circoscrizioni, ed addirittura specializzate per tiopologia di utenza, si da costituire quatttro baracconi specialistici tipo ex INAM, difficilmente integrabili con i dipartimenti di cure primarie ed i servizi socio sanitari e lontani dalle residenze dell’utenza cittadina.
Il problema della sanità modenese sono le insufficienti dotazioni organiche dei servizi di medicina del lavoro e dell’igiene pubblica e la correlata privatizzazione della medicina preventiva e del lavoro.
Il problema della sanità modenese è l’insufficiente programmazione e dotazione organica dei servizi per le tossicodipendenze (Fumo, Alcool e le altre) e la non continuità assistenziale ospedale-territorio con l’assenza sia negli ospedali che nel territorio di servizi per la prevenzione in misura adeguata ai bisogni (centri antifumo in tutte le case della salute ad esempio).
Il problema della sanità modenese sono le insufficienti strutture consultoriali materno infantili che dovrebbero essere parte integrante delle Case della Salute di quartiere ed offrire alle donne quella assistenza ostetrico ginecologica che costituisce parte non piccola della spesa privata diretta delle donne modenesi.
Il problema della sanità modenese è il blocco delle assunzioni anche nell’Università e nei dipartimenti di UniMoRe di interesse della sanità pubblica ed il fatto che nessuna voce delle autorità accademiche ancora drammaticamente legate a schemi corporativi, baronali e privatistici si alza per chiedere più personale docente di tutte le fasce di docenza (ordinari, associati ricercatori) per supportare con le attività di ricerca e didattica tutto il sistema anitrio pubblico di Modena e Provincia.
Il problema della sanità modenese è che la giunta di centrosinistra di Muzzarelli queste criticità non le ha mai viste anzi le ha assecondate e prodotte piegandosi e giustificando i tagli alla spesa sanitaria della regione Emilia Romagna e dei governi di centro-sinistra e di centro-destra.
Il problema della sanità modenese è che la sciagurata mutilazione del Policlinico (emergenza urgenza, neuroscienze) per giustificare la sciagutara realizzazione del polo di Baggiovara (per assecondare corporativimi vari) dei primi anni 2000 oggi si pretende di sanarla riunendo i due presidii sul piano amministrativo e, addirittura, riducendo il personale, invece che di adeguarlo alle esigenze dei due ospedali, entrambi sede di funzioni universitarie.
Il problema è che nessuno parla del fatto che per aumentare l’efficienza erogativa e la qualificazione delle attività di assistenza didattica e ricerca applicata ed eliminare gli sprechi strutturali di milioni di euro l’anno è necessatà inderogabile riunire in una unica sede edilizia il Policlinico e Baggiovara, poiché non basta la sola unificazione amministrativa in una unica Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena come dimostra il fatto che essa è, come lo era ieri l’ospedale di Baggiovara vero e proprio buco nero nascosto agli occhi della opinione pubblica della sanità modenese, gravata dallo spreco strutturale di risorse costituito dall’operare su due sedi edilizie, fatto che compromette la stessa governabilità tecnico scientifica.
Il problema della sanità modenese è che nessuno studia la realizzazione di un unico ospedale di assistenza didattica e ricerca per acuti, integrato con le sedi di insegnamento universitario funzionali alla sanità (ingegneria, fisica, chimica, farmacia, biologia, economia, e via dicendo) con i servizi socio sanitari per la cronicità e con Case della Salute in ogni quartiere, come uno dei principali temi di riprogettazione e realizzazione urbanistica di Modena per i prossimi dieci anni e più.
E sarebbe, e sarà fonte di ricchezza di diritti e di redditi.
Il problema della sanità modenese è che nessuno, e sottolineo nessuno, ha alzato la voce in Consiglio Comunale e nella Giunta Muzzarelli contro il definanziamento (tagli alla spesa) della sanità pubblica, non solo in Italia ma anche in regione Emilia Romagna ed a Modena, e nessuno si è opposto, anzi, come risposta alla carenza di risorse pubbliche si è promossa e valorizzata la progressiva privatizzazione della assistenza sanitaria tramite l’apertura e la promozione di convenzioni con il privato, anche cooperativo (cfr Convenzione AUSL di Modena – Unipol)
Il problema della sanità modenese è che nessuno si è levato a contrastare il drammatico, anche per la sanità modenese, progetto politico di “regionalismo differenziato”, cioè la autonomia legislativa regionale totale, che le regioni leghiste Lombardia e Veneto e la Emilia Romagna del PD Bonaccini, (è questa la sinistra del PD?) chiedono al governo gialloverde, che si appresta a concederla. Se dovesse passare, anche con il complice silenzio del Consiglio Comunale di Modena, sarà a rischio, anche a Modena, oltre che in Italia, il servizio sanitario pubblico perché sarà a rischio di ulteriore definaziamento e di ulteriore promozione della privatizzazione con il ricorso alla promozione dei fondi sanitari priovati e delle assicurazioni. E saranno a rischio anche i consultori, l’assistenza sociale e sanitaria, i servizi per la salute mentale poiché qualsiasi maggioranza regionale di centro-destra, potra legiferare per eliminarli, più o meno e più o meno apertamente.
Nel corso della campagna elettorale approfondiremo questi temi con i cittadini e con i professionisti e gli operatori della sanità, e lo faremo anche dopo, senza paure per i soldi che non ci sarebbero, con la determinazione a difendere a Modena il diritto della salute contro ogni privatizzazione ed il diritto alla dignità del lavoro (basta straordinari, lavori precari, turni di guardia depotenziati e massacranti) per la massima qualificazione del lavoto di assistenza, didattica e ricerca nella sanità e nella università modenese.
Voltiamo la pagina del conservatorismo liberista (e baronale) in sanità e riaffermiamo il progressismo costituzionale della sanità pubblica con il necessario pessimismo della intelligenza (senza sottovalutazione di problemi e senza semplificazioni), ma con ottimismo della volontà (fiducia che potremo farcela, uniti).

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