La trasformazione dei gilet gialli

9 Gennaio 2019 /

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del Collettivo Parti-e-s- pour la décroissance, traduzione di Alberto Castagnola
Ormai da molte settimane, il movimento dei “gilet gialli” scuote la Francia: mobilizzazione di massa dei cittadini, strade bloccate, economie in stallo. Il governo di Macron e di Philippe traballa fortemente. Si è anche fatto ricorso allo stato di emergenza per fronteggiare una situazione semi insurrezionalista. Sarebbe quindi legittimo chiedersi che cosa si nasconde dietro un movimento così eterogeneo e così ostile all’ordine stabilito. Sarebbe legittimo anche porsi delle domande sulla sua organizzazione, sulle sue modalità di contestazione e sulla sua violenza.
In effetti si potrebbe. Ma la cosa essenziale è prendere coscienza degli insegnamenti profondi che dobbiamo trarre dai “gilet gialli”. Come siamo giunti ad una situazione simile? Quali sono i collegamenti con le problematiche che stimolano gli obiettori della crescita? Quali posizioni può prendere la Decrescita? Quali meccanismi della sicurezza sociale possono essere proposti per affrontare serenamente la transizione ecologica?
Siamo già convinti che il movimento dei “gilet gialli” non è basato soltanto sulla semplice contestazione della fiscalità ecologica, o, in senso più ampio, è contro le tasse? Certamente, la tassa sui carburanti ha svolto la funzione di detonatore, non perché il “gilet gialli” contestano l’ecologia, ma perché contestano l’ingiustizia. È proprio perché un numero crescente di cittadini si trova nella impossibilità di vivere con dignità il motivo per cui è emerso questo movimento.

Questo movimento è la conseguenza di un calderone dove assolutamente tutti hanno versato le loro idee. Dopo molte decenni di passività rispetto alla contestazione, in tanti hanno preso la parola e il loro malcontento si esprime liberamente. Finalmente! In effetti, in ogni posto di tutta la Francia, si trovano delle persone che non si esprimono mai nei loro contesti tradizionali e inquadrati.
È il fatto di non poter soddisfare dei bisogni essenziali che li ha fatti scendere in piazza: quello di non riuscire più a nutrire la propria famiglia; quello di non poter andare mai in vacanza per una settimana; quello di passare tutta la vita per cercare di guadagnare; oppure di non poter disporre di una abitazione e di un livello di vita decenti. È l’esclusione sociale, è un malessere che pervade tutta la vita, che spingono i gilet gialli a scendere tutti insieme nelle nostre strade. È la disperazione sociale e questa incapacità dei nostri dirigenti di percepirla, di comprenderla e di risolverla che ha provocato la situazione attuale.
Quando si devono affrontare l’emergenza ambientale, la lotta contro il disordine climatico, e la sparizione della biodiversità, può essere possibile sia sufficiente imporre delle tasse, di nuovo e come sempre, sulla popolazione? Possibile che le nostre fasce dirigenti non capiscano realmente nulla, oppure che siano intellettualmente disoneste? Probabilmente sono un po’ di queste due cose. Questa ecologia punitiva e socialmente ingiusta non è la nostra, è molto lontana dalla convivialità e dal “ben vivere” che vengono sostenute dalla Decrescita.
Dobbiamo quindi convincerci del fatto che il movimento dei “gilet gialli” è un avvenimento supplementare che conferma che la sfida principale dell’ecologia è la giustizia sociale. Il primo degli elementi della Decrescita deve quindi essere la lotta contro le diseguaglianze.
Poiché se è urgente rallentare da un punto di vista ambientale, dobbiamo ridimensionare la nostra impronta energetica e modificare radicalmente i nostri stili di vita, è soprattutto urgente costruire una transizione ecologica che garantisca una vita degna e serena a tutte e a tutti. Queste due problematiche sono indissociabili.
Noi, i Decrescenti abbiamo un ruolo da svolgere in questo movimento. Dobbiamo scendere nei luoghi d’incontro, con umiltà e una grande disponibilità all’ascolto, ma anche con la garanzia che le nostre proposte dirette a conciliare i vincoli ecologici con la giustizia sociale, siano considerate giuste e pertinenti. L’attuale effervescenza è all’interno della continuità con le lotte sociali ed ecologiche nelle quali siamo coinvolti ormai da molti anni. Spetta a noi fare di questo movimento una vera rivoluzione che darà il suo contributo a rompere il vecchio mondo che non funziona più.
Possiamo apportare le idee relative ad uno spazio ecologico: nessuna persona al di sotto del livello necessario per garantire la giustizia sociale e nessuna al di sopra di un livello che serva a rompere con la cultura della accumulazione continua, del tutto sempre di più. Una Dotazione di Autonomia Senza Condizioni, associata ad un Reddito Massimo Accettabile. Dobbiamo anche apportare una rilocalizzazione aperta che sia l’opposto di una mondializzazione protezionista. Per citare soltanto i principali meccanismi da mettere in moto con lo scopo di garantire una transizione ecologica serena e sicura per tutte e tutti.
In questo modo, se non lo abbiamo già fatto, entriamo a far parte di questo movimento per aggiungere anche la nostra collera, ma soprattutto la nostra sensibilità. Di certo, dobbiamo essere prudenti avendo di fronte un movimento che mette insieme Balkany, Wauquiez, Le Pen e Dupont-Aignan. Ma questa confusione politica, questa profusione di idee e di proposte, potrebbe costituire la base di una nuova maniera di fare politica. Una modalità che comprenda il Signore e la Signora Qualunque, che ha molto bisogno di ascoltare gli altri, di sentire i loro ragionamenti, di lavorare insieme a tutti gli altri, di imparare nuove esperienze concrete e di sperimentare nuove forme di solidarietà.
Certamente si verificheranno degli abbandoni e dei disaccordi, ma siamo già in presenza di un tentativo di “fare realmente qualcosa”. È per poter partecipare proprio a questo “fare qualcosa” che noi dobbiamo essere presenti. In modo di prendere posizione “in favore” di una decrescita delle diseguaglianze e “in favore” di un vivere insieme purificato dal pensiero dominante e dalla logica economica.
Questo articolo è stato pubblicato da Comune-info.net il 7 dicembre 2018

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