Ballottaggio 2017, il Pd consegna Genova alla destra fascista e forzaitaliota
- / 27 Giugno 2017
- / Politica, Primo piano
di Paolo Farinella
A Genova c’è una battuta: «È morto il sig. Parodi», dice uno al suo amico che risponde: «Si vede che aveva la sua convenienza». È quello che è successo a Genova, a La Spezia, a Piacenza, a L’Aquila, a Parma, «dall’Alpe alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno» (A. Manzoni, Il Cinque Maggio 1821). Scrivete questa data, 25 giugno 2017, ballottaggio del secondo turno in più di cento città , da cui il Pd esce sderenato, inesistente, bastonato. Fin dal principio del suo segretariato, fu l’obiettivo di Matteo Renzi. Oggi può cantare vittoria e pavoneggiarsi di essere riuscito alla grande nell’opera di distruzione del proprio partito, di cui peraltro non è mai stato parte perché non ha mai saputo cosa fosse di sinistra, ben sapendo tutto della destra e del berlusconismo fin da quando nel 2010, il caro risuscitato, profetico gli disse: «Tu mi somigli».
Pare che i candidati non lo vogliano in campagna elettorale e lui si tiene alla larga per il terrore concreto che, se nelle periferie, si fosse vista la sua faccia di Crozza, i candidati avrebbero straperso ancora di più, sprofondando sottoterra. Del 46,2% dei votanti, più di due terzi ha votato destra o M5S, il resto ha preso sul serio il progetto politico di Renzi di allearsi a destra con Berlusconi. Costoro hanno detto: se voto Pd vado con Berlusconi, è meglio votare direttamente Berlusconi e non ne parliamo più.
Il 53,7% non è andato a votare Berlusconi o Lega per interposto Renzi, il quale per perdere di sicuro, probabilmente, ha imposto al governo ombratile Gentiloni di varare il decreto salva-banche venete con 5,5 miliardi di soldi dei cittadini italiani, messi a perdere mentre a Banca Intesa vende le banche venete in crisi per un euro. Tutto detto e fatto nel giorno delle elezioni. I casi sono due: o uno è scemo o è demenziale o è consapevole. I cittadini, almeno quelli più avveduti sono andati a votare con la foto di Renzi che salva le banche, che sorvola sul conflitto d’interessi della Maria Elena Etruria e suo con i rispettivi papi.
Renzi come un «maiale» della X Mas: nemico colpito e affondato. Il nemico di Renzi era il Pd. Oggi in casa del Nazareno (non quello di Nà zaret, per carità !) si brinda per la facile vittoria, costata sudore e fatica. Ora Renzi può guardare al futuro radioso e aspirare a meritate glorie. Con lui gioiscono tutti i non-«vergin di servo encomio» perché cominciano a capire che il loro problema è solo Renzi. Che farà Franceschini con Renzi? Continuerà a sostenerlo o prenderà le distanze? Giuliano Pisapia si è perso nei meandri del labirinto della ex-sinistra e la sua presenza risulta non pervenuta, liquida in mille rivoli di canaletti ostruiti e decrepiti.
In Liguria il Pd si è suicidato con le primarie truccate e comprate con i cinesi incorporati, che nel 2015 hanno eletto Raffaella Paita spianando la strada, anzi un’autostrada alla destra di Toti Giovanni che non sapeva nemmeno dove si trovasse Novi Ligure e della Lega. Ora il miracolo pidino renziano è compiuto alla perfezione: anche il Comune di Genova, sul cui stendardo brilla la Medaglia al valore di Resistenza, è offerto su un cuscino d’oro alla Lega, ai fascisti figli e nipoti di Salò e a Forza Italia, proprietà del pregiudicato Silvio Berlusconi. A tutto si aggiunga che l’amministrazione Marco Doria, di cui Gianni Crivello è stato un «pezzo importante» (lavori pubblici) non ha brillato né per originalità , né per iniziativa, né per presenza sul territorio. Caso unico nella storia, in cui un sindaco uscente non si presenta perché certo di non essere più rieletto.
Genova e la Liguria si mettano l’anima in pace: saranno in mano alla destra fascista, forzaitaliota e leghista per i prossimi venticinque anni. Tutto merito del Pd che ha perso la sua anima, svendendola dietro alla destra, facendo leggi per facilitare i licenziamenti, norme che costringevano i migliori ad andarsene da Genova, che ha abolito l’art. 18, che ha provata a sventrare la Costituzione, che ha messo in discussione anche la Resistenza, che ha distrutto la scuola, che ha affamato i poveri, che ha dato 80 euro e poi li ha richiesti indietro ai poveri più poveri «perché incapienti», che ha prediletto i petrolieri e le trivelle, che voleva rottamare per fare il deserto attorno a sé, volendo essere il re indiscusso del vuoto e del nulla. Missione compiuta. Tutto secondo copione.
Renzi e il suo ex Pd hanno perso Genova e l’Italia. Si vede che avrà avuto la sua convenienza.
Questo articolo è stato pubblicato dal FattoQuotidiano.it il 16 giugno 2016