di Thomas Giourgas, traduzione di Haris Lamprou
A parlare è Giorgos Vichas, medico, attivista e cofondatore dell’Ambulatorio sociale metropolitano di Ellinikò (Mkie), ad Atene.
Come è la situazione all’Ellinikò e come possiamo sostenere concretamente questo importantissimo lavoro di solidarietà?
La situazione è la stessa come quella degli ultimi anni. Persino dopo la legge che hanno votato per le persone prive di assicurazione sanitaria che continuano a venire al ambulatorio perché non hanno altra scelta. Sto parlando sia degli assicurati che dei non assicurati.
Ci sono delle malattie che sono in aumento?
Recentemente ci sono le malattie psichiche in aumento. In una sola giornata abbiamo avuto tre casi di persone provenienti dall’ospedale di Dromokaition he sono venuti per prendere le loro farmaci. A un paziente che protestava e faceva ‘casino’ hanno detto che stavano sistemando la farmacia per evitare di dirgli che non avevano i farmaci. In generale, sono aumentati i casi di depressione e il consumo di psicofarmaci. Da semplici tranquillanti sino a pesanti antidepressivi.
Questo aumento è legato alla crisi economica?
È sicuramente legato alla crisi. Il rapporto di Elstat per l’anno 2015 è stato pubblicato. La mortalità infantile è salita al 4%. Era 2,6% nel 2012, passata al 3,65% nel 2013, si stabilizza al 3,75% nel 2014 – dovuto forse questo all’espansione degli ambulatori sociali e al loro ruolo determinante – e poi vediamo una crescita al 4%. Adesso persino le strutture di solidarietà non possono contenere le conseguenze della politica dell’austerità, questo è molto inquietante. Facciamo un appello ai cittadini a portare farmaci di qualsiasi tipo che non sono scaduti o non vicino alla scadenza, e anche latte in polvere per bambini.
Nel settore della salute, vedi delle differenze sostanziali tra il periodo di Pollakis-Ksanthos (Syriza, i ministri attuali) è quella di Georgiadis (ministro precedente durante il governo di Nea Democratia)?
La politica è rimasta uguale. I ministri attuali seguono e gestiscono lo stesso memorandum che seguivano anche i precedenti. I diktat esterni sono determinati in tutti i settori della salute. L’unica differenza è che gli attuali hanno una urgenza che i precedenti non avevano. Salvare qualcosa dal loro ipotetico profilo di sinistra.
Lei ha un’idea di cosa succede nel settore di salute in Europa?
Negli ultimi giorni mi sono trovato a Bruxelles dopo l’invito di sindacati e collettività autogestite in Belgio per discutere del tema della salute in Grecia. Alla fine, abbiamo discusso più dalla situazione belga, la quale comincia a assomigliare a quella in Grecia. Entrano in una fase simile con la nostra. E sono abbastanza preoccupati dalla situazione nel loro Paese. In tutta l’Europa, nei movimenti l’impressione che è la Grecia funzioni come una cavia. Che è là che si producono delle politiche che dopo andranno anche da loro. Dunque la situazione interessa tutti. È inoltre condivisa l’impressione che Syriza ha svenduto la lotta. La parola «tradimento» torna spesso nelle parole della gente dei movimenti europei. Syriza ha creato un grande danno alla sinistra non solo in Grecia, ma anche in tutta l’Europa.
La svolta di Syriza verso i diktat del memorandum avrà degli effetti ai movimenti di solidarietà?
Senza dubbio, e questo lo sto osservando nei ambulatori sociali. Delle persone, dei volontari che sono ancora in Syriza o che hanno una posizione favorevole nei confronti del governo, hanno fatto dei passi indietro sul campo delle richieste e delle lotte.
Qual è la differenza tra carità e solidarietà?
Dentro la solidarietà esiste un rapporto orizzontale. La persona che offre e la persona che riceve solidarietà si trovano in una situazione omologa. Perché questi due ruoli sono frequentemente intercambiabili. È una situazione dinamica. Oggi ho la capacità di offrire, domani mi posso trovare nella posizione in cui ho bisogno di solidarietà. Esiste una relazione reciproca di uguaglianza. Oppure si può facilmente avere questi due ruoli in contemporanea. Mentre nella carità c’è un rapporto unilaterale, statico e autoritario. Quando una persona è caduta per terra, devi aiutarla alzarsi con una mano e con l’altra puntare verso chi l’ha buttata giù. Se non lo fai, hai compiuto un mezzo lavoro perché cadrà di nuovo.
Questo articolo è stato pubblicato dal giornale Dromos tis Aristeras (Strada di sinistra) l’8 novembre 2016