Migranti 2: dalla violenza dei trafficanti alle barricate di Goro

26 Ottobre 2016 /

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di Raffaele Masto
Dodici donne e otto bambini. Sono loro “i profughi” contro cui hanno fatto le barricate alcuni abitanti di Goro. Donne e bambini provenienti da Costa D’Avorio, Guinea ma in maggioranza dalla Nigeria.
Sono i classici migranti dell’Africa Occidentale che ingrossano la cosiddetta rotta mediterranea. Le nigeriane di solito arrivano da Benin City, megalopoli vicina alla capitale economica Lagos, un vero e proprio serbatoio di donne nigeriane che poi i trafficanti avviano alla prostituzione ricavandoci grandi profitti. Molte vengono ingannate da un fidanzato complice dei trafficanti, molte scappano dalla miseria, da una vita che non offre nessuna chance, altre fuggono dal Delta del Niger, regione tra le più violente al mondo, con una guerra strisciante e perpetua e inquinata pesantemente dalle grandi compagnie petrolifere. Altre ancora dal Nord, dalle zone dove opera la surreale setta di Boko Haram.
Tutte in fuga. Per uscire dal loro Paese senza un visto di ingresso in nessun altro, si mettono in mano a bande di trafficanti che estorcono denaro con minacce, finti giuramenti voodoo, con il sequestro dei passaporti che poi verranno venduti ad altri trafficanti. Poi alle porte del deserto altri trafficanti, ancora più crudeli, ancora più esigenti.

Le donne sono una fonte di ricchezza: possono essere vendute sessualmente, vengono stuprate dai loro protettori. Molti dei bambini che poi arriveranno sulle nostre coste sono i figli di queste violenze. E se tutto ciò non basta molte di loro vengono tenute in ostaggio, costrette a telefonare alle famiglie piangenti, disperate, imploranti denaro per essere finalmente liberate.
Se riescono a percorrere l’ultimo tratto arrivano sulle coste del Maghreb. E solo lì noi cominciamo a sapere qualcosa: un imbarco notturno su un gommone sgonfio e sbrecciato costa 1.500 dollari e per procurarseli bisogna lavorare, vendersi ancora, magari subire le minacce della vendita del proprio figlio sul mercato delle adozioni.
Eppure dopo questa odissea qualcuna riesce a toccare le coste della mitica Europa. Un campo profughi, medici con le casacche arancioni e poi l’invio finalmente di un piccolo gruppo in un appagato villaggio del ricco delta del Po. E lì le barricate, il rifiuto della popolazione che protesta senza sapere nulla di quel viaggio infernale.
Questo articolo è stato pubblicato da Radio popolare il 25 ottobre 2016

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