Dall'antifascismo alla confusione sovrana: le ragioni del no

17 Ottobre 2016 /

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Rispettate la Costituzione
Rispettate la Costituzione

di Silvia R. Lolli
8 ottobre 2016. C’è l’assemblea del comitato del no provinciale di Bologna Alessandro Baldini, per eleggere il neo presidente del Comitato a seguito delle dimissioni dell’avvocato Francesco Di Matteo. Ci sono anche altre questioni da affrontare fra le quali discutere di come risolvere le difficoltà dell’ultimo mese di propaganda.
Si porrà il problema, del resto conosciuto da tempo; ma ora è uscita anche una nuova circolare del Ministero dell’Interno che sottolinea l’obbligo di non usare il logo del Comitato per il no per i banchetti ed altri incontri pubblici; insomma non si può far campagna elettorale con il solo logo del no nell’ultimo mese per le iniziative pubbliche. Sarebbe da conoscere se Facebook e internet potranno essere considerate iniziative pubbliche! In questo clima di arroccamento del potere oggi nominato in Italia ne sentiremo e vedremo ancora delle belle.
Dal 4 novembre si può continuare a distribuire materiale, ma solo vis à vis, cioè “brevi manu”. Ma c’era veramente bisogno di far uscire una circolare per sottolineare il divieto? Rafforzamento del potere costituito o credono di avere di fronte ignoranti?
In questi giorni bui mi sono chiesta: che cosa è per me il Comitato per il no? Lo sento come il Cln (Comitato di liberazione nazionale). Il problema: riscrivere (poi anche male!) 47 articoli della Costituzione mina i principi democratici di questa giovanissima Costituzione; devo resistere e difenderla strenuamente, proprio con la memoria di coloro che l’avevano scritta tra il 1946 e il 1947 e di tutti gli altri che non l’hanno vista votata.

Poi tutto si confonde. Tanti comitati, tutti sono pronti ad appropriarsi di questa campagna per l’ultimo mese e mettere un altro logo oltre al quello del loro partito e movimento.
Dividersi non era l’obiettivo del Cln perché si pensava a liberare l’Italia e farne una democrazia e non vorrei che l’ultimo mese si rivelasse soltanto una prova di forza fra i vari partiti o pezzi di partiti. Io non ci sto, parlerò come Comitato per il no e al massimo come socia dell’Anpi. Il resto, fino al 4 dicembre, noN mi interessa; la circolare emanata la vedo come atto di forza e ciò mi rinforza nella mia idea. Sorge però un altro problema; come stare ai seggi come rappresentante di lista? ma questo è il referendum costituzionale e non credo che il simbolo esatto sia quello dei partiti; c’è il Sì? Allora ci deve essere dall’altra parte il no? Forse non mettersi nulla ci potrà distinguere, finalmente! Un po’ di vuoto, la pulizia dà più energia, mentale soprattutto. Chi pensa non ci voglia oggi?
Vuoto di rappresentanza parlamentare, dove gli scranni sono pieni di eletti con una legge anticostituzionale. Meglio il vuoto e la pulizia, anche di simboli. Il Comitato del no non può farsi pubblico, e allora è come qualsiasi cittadino, presente comunque, resistente. Mi dichiarerà un partito per non essere contro legge, ma nessun simbolo, al massimo quello dell’Anpi; la Costituzione attuale merita rispetto.
Il mio no sarà poi completo, anche per il CNEL. Voglio ancora che esista questo organo costituzionale consultivo che cominciò ad operare fin dal 1957 e certamente nei primi anni servì per ricostruire il paese. In questa semplificazione e banalizzazione delle discussioni propagandistiche anche questo organo deve essere soppresso e sembra che molti siano d’accordo. non sarebbe meglio modificarne solo l’organizzazione mettendo realmente persone competenti e non politici di lungo corso, anche sindacale, solo per occupare sedie? E’ un organo di consulenza che riprende i principi della prima parte della Costituzione quando si parla di rappresentanza degli organi intermedi; anche i pareri consuntivi devono passare da questi organi, bistrattati dalla politica attuale.
Perché poi si vuol far credere che oggi non c’è più bisogno di un organo consultivo sui temi dell’economia e del lavoro per il Governo?
Proprio oggi dobbiamo ripensare all’importanza di organi come il Cnel o il Consiglio di Stato. Sarebbe solo uno dei tanti temi finalmente da affrontare per attuare ed applicare la Costituzione del 1948, prima di fare l’operazione di sottrazione di organi democratici.
Anche sul Cnel, io rispondo no; ne sono sempre più convinta, guardando soprattutto chi negli anni si è assunto il diritto di fare consulenza per il Governo. non solo la più recente Leopolda e conoscendo quale tipo di rappresentatività hanno realmente i suoi partecipanti, non mi rallegro certo; ci sono poi molte organizzazioni costruite da anni ad hoc e con una loro visione dell’economia e del lavoro e sono composte molte da consulenti a contratto a tempo determinato. Spesso sono stati anche filoni di lobby di livello universitario. A questo riguardo Gallino in uno degli ultimi suoi libri metteva in luce la problematica di un indottrinamento dei giovani a livello universitario per una visione del mondo vicina alle scelte della JPM che sono state riportate su queste pagine qualche tempo fa.
Certo sentire oggi che al dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Bologna si sta tenendo un corso su temi costituzionali che darà crediti, ma è un corso in cui si alternano soprattutto professori che esprimono la loro preferenza per il Sì ci dà un po’ di problemi.
Cosa possiamo prevedere per il futuro? Forse chiedere l’intervento degli osservatori internazionali per la prossima tornata elettorale referendaria?

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