di Pier Giorgio Giannelli, presidente del consiglio dell’Ordine degli architetti Pcp di Bologna
Abbiamo saputo dal Carlino e dal Corriere della Sera e su Repubblica che è pronto il progetto preliminare di Autostrade per l’Italia relativo al passante di mezzo, che in prossimità della galleria San Donnino vi sarà una copertura verde con piste ciclabili e pedonali, un campo di basket, e non si capisce dove, un bosco di 130 ettari. “Naturalmente serviranno importanti mitigazioni sul rumore e sulle polveri”, come recita il Corriere, fattori che dal punto di vista della salute sono tutt’altro che trascurabili, però il risultato “dovrebbe essere soddisfacente”.
Il passante di mezzo è indubbiamente una grande opera che, a prescindere dalle problematiche del rumore indotto e delle polveri sottili – che contiamo siano al primo punto dell’agenda che dovrà essere risolto – se ben progettata potrà diventare un’opportunità per la città; un grande segno urbano, un’opera attrattiva che potrebbe consentire a Bologna di fare dei passi avanti nella competizione in atto con le altre città.
In quest’ottica il progetto, quello fisico, ma anche quello strategico, assumono una valenza determinante che va ben al di là dell’arco temporale della realizzazione dell’infrastruttura. Il tempo va impiegato bene, tempo da utilizzare per capire le criticità e per trovarne le migliori soluzioni a vantaggio di chi inevitabilmente le subisce e per la collettività; tempo per comprendere e selezionare al meglio quello di cui abbiamo veramente bisogno, e far partecipare chi spesso non ha tanta voce in capitolo; tempo utilizzato per selezionare il miglior progetto, quello giusto, quello di cui abbiamo veramente bisogno.
Noi sappiamo come fare per bene quest’ultimo passo, come utilizzare bene questo tempo, per avere la migliore soluzione possibile, per Bologna, e per coloro che la attraversano sia pure per recarsi in altri posti: il Concorso, non c’è strada migliore. E dire che il nuovo codice degli appalti prevede espressamente che “per la progettazione di lavori di particolare rilevanza sotto il profilo architettonico, ambientale, paesaggistico, agronomico e forestale, storico-artistico, conservativo, nonché tecnologico, le stazioni appaltanti ricorrono alle professionalità interne, purché in possesso di idonea competenza nelle materie oggetto del progetto o utilizzano la procedura del concorso di progettazione o del concorso di idee […]”.
Tutti profili che sono presenti nell’opera, e non si capisce il perché Autostrade non si debba attenere alle disposizioni della normativa. Una competizione del genere, richiamando le migliori professionalità da tutto il mondo, ci consentirà di metterci, per una volta, al centro di un’attenzione positiva, creando aspettative e interesse notevoli, realizzando un’opera di qualità: l’occasione è unica ed irripetibile, cogliamola.
Perché ci vogliamo mortificare ogni volta togliendoci la possibilità di scegliere, di fare un salto di qualità che è nelle nostre corde? Perché dobbiamo accontentarci di una soluzione appena “soddisfacente”? Perché dobbiamo accontentarci di avere dei progettisti, per quanto competenti, ma che sono indicati da altri, che non si sa se come collaboreranno tra loro, quando invece la qualità progettuale scaturisce da una perfetta integrazione tra le professionalità coinvolte?
Perché invece non scegliere “il progettp” migliore per la nostra città? Bologna, vola alto.