Amministrative e riforme: l'Italia strappa la camicia di forza confezionata da Renzi

20 Giugno 2016 /

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Matteo Renzi
Matteo Renzi
di Primo Di Nicola
Al di là della sconfitta pesante che Matteo Renzi porta a casa in questa tornata amministrativa e che colleziona la pesante bocciatura della sua linea politica fondata sul Partito della nazione; del suo modo di governare il Pd al quale neanche è riuscito a dare una nuova classe dirigente; del suo governo ormai impopolare per le misure messe in campo (riforma del lavoro, della scuola, ecc.) e per l’incapacità di risolvere problemi (evasione fiscale e corruzione tra i tanti) e rilanciare l’economia; c’è un dato che colpisce e che smentisce la bontà dell’altro suo cavallo di battaglia, quello al quale sta legando il suo futuro politico: l’indice di gradimento delle sue riforme politico-istituzionali.
Della riforma del Senato vedremo a ottobre che fine farà, anche se i primi indizi già rivelano come i No stiano crescendo nel Paese; per quanto riguarda invece l’altro pezzo delle grandi novità messe in campo dal premier, cioè la riforma elettorale, lo scarso gradimento di cui essa gode presso gli elettori è già evidente e clamoroso.
L’Italicum, con il premio di maggioranza assegnato alle lista con più voti, presuppone e auspica sostanzialmente un sistema politico bipartitico. Da noi invece vediamo come questa semplificazione sia lontana a vedersi. I risultati delle amministrative dimostrano anzi come il pluripartitismo sia connaturato con le esigenze dei cittadini, quasi un loro bisogno naturale.

Da cosa questo dipende sarebbe lungo spiegare in questa sede. E’ evidente invece che l’Italicum più che uno strumento di democrazia appare già come una camicia di forza per il nostro sistema. Assolutamente inadatto.
Morale: dopo oltre un trentennio di vane parole, anche le riforme elettorali e istituzionali renziane non paiono in grado di risolvere i problemi dell’ammodernamento del nostro sistema politico. Mentre un risultato l’hanno già ottenuto: quello di dividere il Paese, sempre più confuso, sempre meno appassionato alla politica.
Come l’alto tasso di astensioni collezionato alle amministrative bene dimostra. E di cui tutti faremmo bene a tenere conto.
Questo articolo è stato pubblicato sul FattoQuotidiano.it il 20 giugno 2016

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