Strage di Orlando, altro che Islam: è l'omofobia a renderci complici

15 Giugno 2016 /

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La strage di Orlando
La strage di Orlando
di Tiziana Ciavardini
Chissà per quale strano motivo i 50 morti di Orlando non hanno suscitato la rabbia degli altri attacchi terroristici. Chissà perché nemmeno agli Europei se li sono filati, non dedicando nemmeno la metà di un minuto di silenzio alle vittime. Fossero stati altri morti, tutte le tv oggi avrebbero acceso i riflettori sulla strage e invece si parla di altro. Fosse stato qualcuno di importante, avremmo visto in mondo visione anche qualche lacrimuccia in grado di commuoverci. E invece niente, oggi si parla di Brexit, delle elezioni politiche, anche le botticelle romane hanno avuto più risonanza di 50 vite perse.
Alla tragedia di Orlando abbiamo avuto subito tutti la risposta pronta: è stato l’Islam. Il killer era musulmano, forse affiliato all’Isis, ma forse no, tanto che anche le confuse dichiarazioni dell’Fbi ci lasciano perplessi. Ma nelle nostra Italia, così dedita alle facili conclusioni, dire che è stato l’Islam è una sorta di alleggerimento della coscienza. Non ci siamo soffermati a sufficienza sul problema delle armi facili da acquistare in America, la nostra attenzione si è concentrata sul fatto che Omar Mateen fosse un musulmano.
A noi italiani piace vedere il mostro ‘l’Islam’ e non passa giorno che accada qualcosa per convincercene di più. Ci siamo soffermati su ‘chi ha ucciso’ invece che sul ‘chi è stato ucciso’. A due giorni dalla strage abbiamo scoperto un’Italia omofoba come non ci aspettavamo.

Preferiamo parlare e condannare l’Islam, invece di capire come mai nel nostro Paese non abbiamo dato abbastanza risalto a questa tragedia; invece di chiederci come mai la nostra società ancora faccia fatica ad accettare una condizione che dovrebbe essere ‘naturale’, evitiamo il problema indirizzandolo su altro. Noi che sventoliamo la nostra democrazia e la nostra libertà, alla fine ci ritroviamo che il solo parlare di un locale gay e di omosessuali ci mette quasi a disagio.
Basta guardare i commenti sui social e notiamo quanto poi non siamo tanto diversi, da quesi paesi mediorientali che tanto critichiamo. Oggi il nostro silenzio sulla strage di Orlando ci rende complici del killer.
Nella nostra becera mentalità, ancora oggi, guardiamo al ‘gay’ come al ‘frocio’, al ‘culattone’ quello che è in grado di compiere solo perversioni anali, non considerando che un omosessuale è semplicemente un uomo che ama, come ama un etero. E direi, che proprio per la sensibilità di cui è dotato e in taluni casi vittima di una società che non lo accetta.
Oggi ce la prendiamo con l’Islam e per chi come me si occupa di Islam da tempo è davvero difficile negare la realtà. È vero, l’Islam i gay non li ama proprio. È conclamato: esistono leggi e punizioni corporali fino alla pena di morte per chi si accoppia con un appartenente allo stesso sesso. Da questo, però, ad arrivare a fobie di massa è fuorviante. Dire che Omar Mateen ha ucciso in nome dell’Islam, per ora, non ha fondamenta. Se a compiere la strage fosse stato un ‘non musulmano’ oggi che avremmo detto? Probabilmente che era uno psicopatico, con problemi esistenziali. Invece no, abbiamo trovato la matrice ‘islamica’ incappando nel solito errore, di trovare una risposta facile ad avvenimenti ben più complessi. Risposte certe che non avremo mai, visto che l’unico e il solo che poteva darci spiegazioni sulle motivazioni era il killer stesso, morto nella strage.
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È già ricominciata sul web la saga delle foto famose di gay uccisi dall’Islam. Si commette sempre l’errore di associare l’orrore degli omosessuali gettati da una torre dall’Isis, ad altre storie penose che non hanno assonanza. Girano le foto di due ragazzi giustiziati in Iran, non in quanto gay, ma in quanto accusati di omicidio e stupro di un ragazzino di 13 anni. Il che di certo non giustifica la sentenza, ma ne dà una motivazione ben diversa. L’Iran è forse uno dei paesi al mondo che più vede nell’omosessualità una delle maggiori perversioni tanto da essere proibita e punita dalla legge. Nonostante la proibizione, però, sono tantissimi i ragazzi omosessuali che conducono una vita normalissima cercando solo di non esternare troppo la loro scelta. Sembra assurdo crederci, quasi un paradosso, ma è proprio all’interno del mondo musulmano che esistono molteplici realtà omosessuali.
Questo articolo è stato pubblicato su Il fatto quotidiano il 14 giugno 2016

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