Pasolini, Gennariello e la rivoluzione: interpretare Petrolio / 3

14 Novembre 2015 /

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Pier Paolo Pasolini
Pier Paolo Pasolini
di Francesco De Maio
(Prima e seconda parte). Siccome io, pur ascoltando, non seguo quasi mai i consigli, soprattutto quando si basano su osservazioni prive di stile, vorrei rovinare completamente la mia reputazione aggiungendo alle osservazioni precedenti, che ho definito apparentemente razionali, un’altra osservazione apparentemente irrazionale. Un’osservazione, che se non avessi deciso di non essere nuovamente ironico, definirei quella di una mente malata, ossessivamente e inesorabilmente assuefatta al gioco del lotto. L’osservazione è la seguente.
Gli appunti in questione sono all’interno di uno spazio numerico (14) compreso fra l’Appunto 55 – «Il pratone della Casilina» – con significato di «MUSICA» e i due Appunti numero 70 – «Chiacchiere notturne al Colosseo» e «Chiacchiere al Colos-seo (seguito)» – che ha come significato cabalistico (prendendo sempre il significato dalla smorfia “classica”, quindi, austeramente, con un solo significato per numero) «’O PALAZZO», cioè «IL PALAZZO».
Ricapitolando, oltre ad avere, in tutta la struttura, i numeri del Pratone, di Gennariello e di Patmos, (cioè 5, 7, 14, 20, 55) avremmo anche 70 come PALAZZO, cioè una costruzione architettonica di epoca romana. Dunque avremmo la «MUSICA» (55), ossia la forma perfettamente pura, «pur-puris» (accezione latina di cui potrete trovare la spiegazione nel mio libro), unita al «PALAZZO» (70) come costruzione architettonica. In altre parole: LA COSTRUZIONE ARCHITETTONICA DELLA PURISSIMA FORMA DI PETROLIO.

Se fosse vera questa assurda ipotesi, ci troveremmo dinanzi ad un fatto tanto importante da costituire il passo iniziale e necessario per una reale comprensione del romanzo. Cioè il varco strettissimo attraverso il quale comprendere i significati intrinseci nella forma dell’opera di Pasolini. Quindi è comprensibile, per quanto assurdo possa apparire, come sia fondamentale verificare anche tale ipotesi.
Per procedere alla verifica devo rappresentare su un tabulato tutti gli appunti in questione. Su questo tabulato, un vero e proprio canone enigmatico, tutti si potranno divertire a fare le loro osservazioni. A scopo analitico, partendo dall’Appunto 55 e arrivando fino al 70, devo sovrapporre le due serie di Appunti su di un asse che possa far corrispondere perpendicolarmente la maggior parte degli appunti duplicati, cioè gli appunti con lo stesso numero.Questo schema sintetizza un po’ tutto quello che ho detto in precedenza.
In aggiunta possiamo cominciare a notare il doppio asse simmetrico su cui sono posti gli appunti. Notiamo, infatti, le quattro parti in cui ho suddiviso gli appunti nei 4 riquadri: prima, seconda, terza e quarta serie. Queste 4 serie funzionano su uno schema AB (prima e seconda, sopra) e AC (terza e quarta, sotto). La suddivisione in 4 parti è giustificata dalla presenza, nella seconda e quarta serie, rispettivamente, di aggiunte di avverbi numerali (64 bis, 65 bis) e di aggiunte di lettere (63 a, 63 b). Le quattro parti sono caratterizzate da 5 Appunti, nella forma «5, 5, 5, 5+1» = 21.
Risulta evidente che Pasolini crea la forma «AB, AC» attraverso le «VARIAZIONI» del numero con aggiunta letterale (a, b, bis). L’autore quindi sottolinea l’importanza formale dell’uso del numero anche laddove esso è affiancato ad un altro segno. Ovviamente, in questo caso, la differenza tra l’uso della lettera e l’uso dell’avverbio numerale è giustificata dalla volontà dell’autore di non creare ulteriori duplicazioni rispetto alle 7 necessarie, nella forma 5+2.
Dopo la «VARIAZIONE», osserviamo lo «SPOSTAMENTO», l’altro strumento attraverso il quale Pasolini crea la sua «FORMA». Infatti, guardando lo schema, possiamo osservare quanto la prima serie numerica sia spostata sulla destra rispetto alla seconda in basso. Infatti Pasolini, strategicamente, allontana la prima serie dal numero 55 e la seconda dal numero 70 per creare un significativo intervallo di 5 numeri.Che questi due strumenti, «VARIAZIONE» e «SPOSTAMENTO», siano stati usati volutamente dall’autore per creare la specifica forma di tutto il romanzo è facilmente dimostrabile. E mi spiego.
Nello schema sopra riportato, ho collegato con una freccia il due numeri duplicati, precisamente il 63 sopra (prima serie) con il 63 di sotto (quarta serie). Nella serie in basso (AC, terza-quarta) potete notare che ho aggiunto, fra il numero «62» e «63 a», un altro numero 63, di carattere più piccolo ma in grassetto, per evidenziare la progressione «originale» – la progressione logica 62, 63, «63 a», «63 b» – che Pasolini, attraverso lo «SPOSTAMENTO», fa diventare 62, «63 a», «63 b», 63, cambiando la sequenza naturale dei numeri. Il motivo di tale spostamento ha diverse giustificazioni formali, di cui le prime due sono:

  • 1) senza quello spostamento la quarta serie non sarebbe cominciata con il «63 a» ma con il «63», e quindi non si sarebbe differenziata dalla terza serie, come avviene invece chiaramente fra la prima e la seconda, che comincia con un numero con aggiunta di avverbio numerale (64bis). Di conseguenza non sarebbe stata sufficientemente chiara la forma derivante: 5, 5, 5, 5+1 = 21 (AB, AC).
  • 2) Senza questo spostamento le duplicazioni simmetriche (vedi schema) sarebbero state 6 invece che 5. E questo, come vedremo successivamente, è straordinariamente indispensabile non solo rispetto all’importanza, qui nuovamente ribadita, del numero 5 (il progetto). Infatti con questo spostamento Pasolini crea la prima duplicazione asimmetrica, utile ad un’altra strategia, la più importante, di cui parlerò fra poco.

Oltre all’anomalia del numero 63, che viene spostato dal uso ordine progressivo, e che costituisce l’esempio pedagogico dello «SPOSTAMENTO», abbiamo l’anomalia costituita dalla ripetizione del 64 all’interno della stessa serie, anziché fra due serie opposte. Questa anomalia costituisce l’esempio pedagogico della «VARIAZIONE». Cioè si aggiunge qualcosa in più per dare un significato ulteriore alla forma. Ecco lo schema.In questo schema possiamo notare che il collegamento fra i due numeri duplicati 64 (sotto) e 64 (sopra), pur essendo asimmetrico, ha una angolazione minore rispetto al collegamento precedente, quello dei due numeri 63.
Infatti qui, come già detto, non siamo difronte ad uno spostamento ma, più propriamente ad una variazione, cioè un’aggiunta voluta dall’autore per ottenere i seguenti effetti formali. (Un’aggiunta che potrebbe essere raffigurata anche su un asse perpendicolare, nello specifico si potrebbe rappresentare il collegamento fra il 64 della serie inferiore collegandolo con una freccia che vada all’interno dello spazio fra il 64 e il «64 bis» della serie superiore). Ecco gli effetti formali.

  • 1) Aggiungendo il numero 64, l’autore arriva ad un numero di «21» Appunti, creando una variazione significativa al numero 20 (5+5+5+5).
  • 2) E crea una serie di duplicazioni basata sia sul numero 5 che sul numero 7 (5+2=7).

Prima di descrivere il terzo strumento, in aggiunta allo «SPOSTAMENTO» e alla «VARIAZIONE», attraverso cui Pasolini crea la forma, devo chiarire due fatti importanti. Facendo l’avvocato del diavolo, mi pongo le seguenti domande e mi do delle risposte. Per quale motivo, essendo il 1975 l’anno di morte dell’autore, abbiamo una sequenza da 55 al 70 invece che dal 55 al 75?

  • 1) Prima di tutto perché Pasolini, oltre che evidenziare il numero 20, deve evidenziare anche il numero 14 e quindi inserire gli appunti all’interno della sequenza 55/70, dove c’è spazio per 14 numeri (dal 56 al 69).
  • 2) Perché il numero 70, nella smorfia, rappresenta il PALAZZO, e in questo caso il Colosseo, cioè una forma architettonica, caratteristica dell’impero romano (un teatro dove si moriva facilmente), che possa rappresentare l’architettura stilistica dell’opera dell’autore, la forma di tutto il romanzo.
  • 3) Perché basterebbe aggiungere il 5 (il progetto) al 70 (il palazzo) per arrivare al 75, continuando, per altro, la progressione 65, 70… 75 (progetto e mistero).
  • 4) Perché il numero 75 è un numero che l’autore non nomina e non può nominare, in quanto ciò costituisce una regola formale che può essere «violata» solo dal lettore. La regola sulla quale il romanzo si regge.
  • 5) Perché l’autore anche in Patmos, sapientemente, nasconde il numero 75, e infatti scrive: «Andremo dunque presto a vendere le nostre ultime 14 vacche ai Vicini nel 1970 avanti Cristo». Usando anche qui il numero 70 e non il 75.

Chiarito questo, passiamo alla seconda domanda dell’avvocato del diavolo. Per quale motivo, se la differenza fra 55 e 75 è 20, l’autore, con una variazione alla forma, incrementa il 20 portandolo a 21?

  • 1) Innanzitutto per ribadire nuovamente che i numeri su cui si basa Petrolio sono il 5 e il 7, i numeri di Gennariello e del Pratone della Casilina. Infatti il numero 20 e il numero 21 sono rispettivamente loro multipli.
  • 2) Se contiamo gli anni che intercorrono tra il 55 e il 75 dobbiamo dire che sono 20. Ma se contiamo anche i mesi che intercorrono tra il 1 gennaio del 55 e il 2 novembre del 75, oppure tra il 6 marzo 55 (compleanno di Pasolini del 55) e il 2 novembre del 75, otteniamo, rispettivamente, un totale di 20 anni + 11 mesi circa, e 20 anni + 8 mesi circa. Quindi otteniamo un numero compreso tra 20 e 21.
  • 3) La suddivisione del 21 in tre parti uguali, consente all’autore di dividere il periodo della sua vita trascorso dal ’55 al ’75, in tre intervalli, più o meno uguali, suddivisi da quattro date fondamentali ed essenziali nella sua biografia.
    • a) Primo periodo. Dal 55 fino all’inizio degli anni 60. Cioè dalla età dell’autore di 33 anni (anni di Cristo) fino alla data di progettazione del rito di morte-rinascita.Cioè il periodo in cui comincia la narrazione in Petrolio (inizio anni 60). Il periodo in cui nasce Gennariello e Carlo Secondo (Hermes-Pulcinella).
    • b) Secondo periodo. Dall’inizio degli anni 60 fino alla data dell’attuazione del primo progetto di morte-rinascita (sospeso dall’autore), cioè fino al 2 novembre del 1969.
    • c) Terzo periodo. Dal 1969 fino alla realizzazione del progetto, 1975

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