Pasolini, Gennariello e la rivoluzione: interpretare Petrolio / 2

7 Novembre 2015 /

Condividi su

Pier Paolo Pasolini
Pier Paolo Pasolini
di Francesco De Maio
(Prima parte). Ritornando ai nomi dei 20 spiriti, ecco lo schema creato da Pasolini, partendo dall’ultimo personaggio fino al quinto:

  • 9 Pietro – PIER Paolo (nove lettere)
  • 8 (Gianni) – Pasolini (otto lettere)
  • 7 Erminio – (sette lettere) (settimo personaggio del Pratone)
  • 6 (Gustarello) – Hermes (sei lettere)
  • 5 (Fausto) – Ermes (Guido, cinque lettere)

Nello scioglimento, in Petrolio, Pasolini immagina il mondo dopo la scomparsa dell’autore, ecco perché i numeri 108 (8 PASOLINI) e 109 (9 PIER PAOLO), sono, a differenza della parte prima parte del romanzo, assenti dagli appunti. Anzi, in questa terza parte di Petrolio, sono gli unici numeri assenti dalla successione narrativa. Nello scioglimento, dunque, l’autore è definitivamente assente, cioè presente (.), come nel rito del cerimoniale ufficiale per i caduti in guerra, uno deiduecentomila di Redipuglia. Approfitto di questo per dire che sono proprio i numeri mancanti a creare la parte della struttura misterica e autobiografica dell’unità del romanzo. Il 109 e il 108, il 57 e il 75, il 35 e il 53, 25, 28, 38, 69, 14…
“Il Pratone della Casilina” è l’appunto 55, «’A MUSICA» nella cabala napoletana. Usato dall’autore proprio con questo preciso significato. Infatti l’appunto è un ossessivo «tema» pornografico ripetuto nove volte con appropriate «variazioni» strategiche. La musica, dunque, come forma «perfettamente pura», «pur-puris», (tanto da poter essere accepita come «altro linguaggio» a cui sottende il senso e il significato) è in rapporto di ossimoro con il tema pornografico che la eclissa.

O, almeno, la eclissava fino ad oggi, fino all’ennesima e pornograficamente “struggente” e “amorevole” rappresentazione teatrale italiana del «Pratone della Casilina». Lo stesso ossimoro, se così possiamo dire, esistente tra il personaggio Carlo e i 20 spiriti della Casilina. Ma in modo più diretto, nel «Pratone della Casilina», si narra della rivincita delle vittime sul carnefice.
La forma perfettamente pura, «pur-puris», può essere decifrata solo tenendo conto delle variazioni strategiche e delle anafore, dei sintagmi e dei paradigmi del tema pornografico. Anafore formate sul il paradigma «livido» ad esempio, egregiamente inserito qui e lì nel Pratone; o, ancora, quando l’autore, all’interno di tutto il brano, usa per 7 volte il sintagma “glande” (usandolo al maschie solo le ultime due volte) e altrettante 7 volte il paradigma “naso”, perché, come si dice a Napoli, “si te prore o naso muore acciso.”. Del resto la letteratura rinascimentale è strapiena di nasi fallici, Sterne e Pulcinella docet. A proposito, tenga presente che il tutto è scritto su 29 cartelle, il numero che Laurence Sterne (il meta-linguista digressivo) usa per indicare il paragrafo che descrive il trauma dovuto alla perdita del suo naso. Insomma lei ha capito…
Del numero 55 – esposto da Pasolini nel titolo dell’Appunto – non ho ancora svelato tutta la potenza significativa. Il 55, oltre ad essere la musica, ed una ripetizione del numero 5 – ripetizione che caratterizza sia il Pratone che Gennariello (vedi schema 1 e 2) – è anche allusivo a ben altro, ma per spiegarlo, abbiamo necessità di ritornare a Patmos.
In «Patmos» dobbiamo tener conto, come fa Giuseppe Zigaina nella sua analisi, di quel numero 14. Scrive Pasolini: «ce n’erano dunque altri quattordici.». Anche questa affermazione, in Petrolio, è accompagnata da un punto esclamativo, esattamente come avviene in Patmos: «Le ultime 14 vacche.». E, come in Patmos, il numero quattordici non indica solo il numero delle vittime della strage, ossia persone in carne ed ossa morte spappolate, ma indica anche le Vacche, «le ultime14 vacche.», cioè le Vacche del sogno del faraone dell’antico testamento. Quindi indica, come intuisce egregiamente Zigaina, la differenza di anni che l’autore aveva nel 1969 rispetto agli anni di Cristo. Quindi, Pasolini, osserva implicitamente, scrivendo Patmos, che nel 1969 egli ha 47 anni, ossia 14 più di Cristo.
E, analizzando Petrolio, quando ci troviamo nell’appunto 55, «Il pratone della Casilina», il numero 55 sta ad indicare anche l’anno 1955, quello in cui Pasolini aveva 33 anni, gli anni di Cristo. Se gli amanti di Carlo divenuto donna sono venti, allora questi 20 amanti sono anche le Vacche del pratone, ed essendo Vacche nel mondo onirico dell’antico testamento, esse sono anche gli anni del sogno del Faraone. Insomma il 1975 sarà l’anno in cui Pasolini avrà vent’anni più di Cristo. Le vacche da «vendere» non sono più 14, ma 20.
Fin qui avrei solo confermato la tesi di Zigaina con due ulteriori particolari letterari, cioè con l’Appunto 55 di Petrolio e «Gennariello» delle «Lettere luterane». In realtà i 14-15 anni che separano il 1955 dal 1969, separano anche il 1975 dal 1961. Il 1961 è il primo/secondo degli ultimi 14-15 anni di vita che l’autore usa per cominciare la narrazione in Petrolio, lo stesso anno in cui comincia, probabilmente, a pensare a Pulcinella-Hermes (Pulcinella è 75 nella smorfia) come rappresentazione sintetica e unitaria (unita al progetto e quindi al numero 5) e misterica (unita al 7 e quindi al Vaso ermetico) della sua opera «Petrolio», il progetto di un mistero. Ed è l’anno in cui nasce Carlo Tetis-Hermes, e anche Gennariello; inoltre è anche l’anno della «selva oscura» della «Divina Mimesis».
Questa triplice funzione linguistica dei numeri 55 e 14, diventa quadrupla considerando il numero cinquantacinque scomposto in due, 5 e 5. Infatti il 1969 e il 1975, come dice anche Zigaina, corrispondono agli anni in cui Pasolini aveva fissato le date di ultimazione del suo progetto del rituale di morte-rinascita. Nel 1969, anno in cui il 2 novembre cade di domenica, egli rinuncia all’estremo proposito probabilmente per amore della Callas, quindi è costretto a rimandare al successivo 2 novembre sempre in corrispondenza della domenica, «esattamente sei anni» dopo, cioè nel 1975.
Detto questo risulta ancora più evidente quanto Pasolini abbia inteso il numero 5 col significato di «progetto», e, conseguentemente, il 55 come «doppio progetto». Doppio progetto che si evince solo dalla comparazione di «Gennariello» con «Il Pratone della Casilina» (vedi schema 1 e 2), lo scritto più scandaloso di Pasolini, il suo unico testo propriamente e linguisticamente pornografico.Agli occhi del lettore arguto non può passare inosservata la strana duplicazione degli Appunti nella struttura di Petrolio proprio fra l’appunto 55 e il 70.
Qui ci sono molti duplicati, ossia Appunti con lo stesso identico numero, e precisamente 60, 61, 62, 64 e 65, più altri due, 63 e 64, 5 + 2 = 7 duplicazioni, (ho scomposto il 7 in 2 e 5 per motivi che saranno chiari di seguito). Questo fatto non è mai stato spiegato o riportato adeguatamente dalla critica. Esso, infatti, è stato probabilmente interpretato come non analizzabile, sia in quanto probabilmente frutto di incompletezza, sia perché avrebbe potuto essere una variazione possibile al romanzo su cui l’autore non si era ancora deciso.
Ma è lo stesso Pasolini, in Petrolio, come ribadisce Roncaglia nella sua nota filologica, a scrivere: «Non ho intenzione di scrivere un romanzo storico, ma soltanto di fare una forma». Insomma credo che il fatto sia da approfondire qui di seguito. In tutto il romanzo, abbiamo solo tre casi di serie o numeri duplicati: dal 55 al 70 (quella che stiamo analizzando), dal 41 al 43 (a congiungere la prima parte del romanzo con la seconda) e, ultima, quella riguardante l’Appunto 103 (che collega la seconda con la terza parte del romanzo). Possiamo dunque definirle duplicazioni di collegamento a coda di rondine, come quelle dei falegnami. E l’autore, con queste duplicazioni, collega insieme sia le tre parti del romanzo Petrolio, che il Pratone della Casilina (di Petrolio) con Gennariello e la poesia Patmos. Sono, a ben vedere, duplicazioni sulle quali l’autore, pedagogicamente, attira l’attenzione del lettore.
La duplicazione che a noi qui interessa, si sviluppa in una prima serie che prosegue dal 60 fino a fermarsi al 67, per poi ricominciare, con una seconda serie, dal 58 fino ad arrivare al numero 70 procedendo fino alla fine. La mia opinione è che esse siano duplicazioni risultanti dallo sviluppo di due differenti «progetti» (5 e 5), in cui nella prima serie, ad esempio, Pasolini ha la possibilità di analizzare antropologicamente gli effetti del caso Karl-Feltrinelli a vantaggio del proprio secondo e definitivo progetto, quello appartenente alla seconda serie. Vediamo nel dettaglio tutti i numeri degli appunti nell’ordine in cui Pasolini li usa nel suo romanzo:
60, 61, 62, 63, 64, 64bis, 65, 65bis, 66, 67, 58, 59, 60, 61, 62, 63a, 63b, 63, 64, 64, 65.
Alcune osservazioni da confrontare con il tabulato successivo:

  • 1) fra il numero che precede il primo appunto di quelli sopra elencati (60), e l’Appunto immediatamente precedente (55), c’è un intervallo di «5» numeri (60-55 = «5»).
  • 2) Fra il numero che segue l’ultimo appunto di quelli sopra elencati (65) e l’Appunto immediatamente successivo (70), c’è, anche qui, un intervallo di «5» numeri (70-65 = «5»).
  • 3) Da ciò si evince, oltre alla presenza ostinata del «5», che le due serie di appunti sono poste al centro rispetto agli appunti 55 e 70.
  • 4) Fra la prima serie e la seconda serie, cioè fra il numero 57 e il 68, abbiamo una differenza di «9» (68-57 = «9»). Nove come i personaggi descritti nel Pratone.
  • 5) Il numero degli Appunti, dal 58 al 65, è precisamente 21, ossia «20» (tutti i personaggi del Pratone) più una ripetizione anomala, in quanto posta nella stessa serie (Appunto 64 e successivo Appunto 64). Abbiamo «20» +1 = 21.
  • 6) Inoltre mi preme sottolineare quanto i numeri interni all’intervallo 55 e 70, cioè i numeri a disposizione in questo intervallo, eccetto gli stessi 55 e 70, siano precisamente «14», cioè dal 56 al 69, 56 incluso.
  • 7) Ci sono 2 anomalie numeriche, precisamente sui numeri 64 (come già detto) e il 63. Queste due anomalie portano il numero delle ripetizione da «5» a «7».

Le osservazioni di cui sopra sono apparentemente razionali ma anche apparentemente insignificanti. Infatti qualcuno potrebbe obbiettare: «ma perché Pasolini avrebbe fatto tutto questo? È demenziale.»

Aiutaci a diffondere il giornalismo libero e indipendente.

Articoli correlati