Il futuro di Cuba tra sfide e opportunità

3 Luglio 2015 /

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Cuba - Foto di Wanderlust
Cuba - Foto di Wanderlust
di Luca Mozzachiodi
Si parla di Cuba e di economia cubana, a Bologna, recenti sviluppi internazionali. Lo si fa all’interno del ciclo di incontri Sfide e opportunità per Cuba e a valle del primo, tenutosi nei locali del Centro italiano di documentazione sulla cooperazione e l’economia, la relatrice, la professoressa Vivian Pérez Rodríguez del Centro di ricerca sull’Economia Internazionale dell’Università dell’Avana ha illustrato, con chiarezza adatta anche a un pubblico non di soli economisti, le principali sfide, le tappe di sviluppo, le scelte che il governo cubano e il Partito comunista cubano hanno dovuto e devono affrontare, così come i problemi di maggiore rilevanza.
Sono previsti altri due incontri, il 7 e il 9 luglio, sempre nella sala di via Mentana 2 alle 16.30; la stessa relatrice affronterà e approfondirà il tema del commercio estero e delle relazioni economiche, in relazione alla crisi globale e al blocco cui l’isola è sottoposta, per concentrarsi poi sulle prospettive che aprono gli investimenti esteri.
Tra le questioni toccate nel primo il tentativo, crescente in questo momento, di creare nuovi spazi e nuove forme per la piccola iniziativa privata, così come il sovradimensionamento delle aziende statali e della burocrazia, in rapporto però, e non può passare inosservato in un tempo di disoccupazione stabilmente a due cifre percentuali, con uno dei più bassi tassi di disoccupazione del mondo.

Le politiche di Cuba da sempre assumono come nodi centrali gli investimenti su salute pubblica ed educazione, con una spesa pubblica altissima in questi settori, nell’epoca dell’ideologia della revisione dei conti e dell’efficientismo innalzato a stendardo per una crociata contro le spese per lo stato sociale non si può non tenerne conto, questo seminario è assai utile per approfondire la riflessione economica e politica.
Pensare oggi a Cuba significa parlare di attualizzazione, come là si dice, del modello socialista, non certo di resa o di gioioso passaggio al paradigma liberista, ma della complessa eppure necessaria ricerca di un proprio modello di sviluppo, al passo con i tempi e con il quadro politico e sociale, che sappia rimanere fedele alle linee seguite e allo spirito del socialismo.
Parlare oggi della situazione cubana, particolarmente nello stesso giorno in cui passava la notizia della riapertura, con gli USA, delle rispettive ambasciate, significa voler indagare in maniera seria su un paese che troppo spesso assume, agli occhi degli italiani, un’aria fiabesca e lontana, diventando o la caricatura dell’eroe che lotta solitario o dell’arroccata canaglia, qui invece si parla con i dati alla mano, con grande professionalità e con chiarissimi grafici e sostegni multimediali.
Trattandosi di una docente universitaria e di un contesto accademico, la Rete degli Universitari e molti studenti sono singolarmente responsabili dell’organizzazione del seminario, una certa vocazione didattica è evidente, ma si tratta della necessaria premessa ad un sano dibattito e l’incontro di mercoledì 1 Luglio è stata una delle non più frequenti occasioni in cui è capitato di vedere persone di tutte le età, senza distinzioni generazionali, sedute fianco a fianco per ascoltare la Pérez e discutere. Non è piccolo segno, parlare del futuro interessa a tutti: questo l’insegnamento empirico dal risultato del primo incontro.
Su tutto ciò non può non avvenire una seria riflessione, soprattutto da parte di chi, come la sinistra radicale, ha sempre dimostrato interesse, attenzione e solidarietà nei confronti del popolo cubano, l’opportunità di una presenza forte non dovrebbe essere persa.

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