Razzismo istituzionale: Cirò Marina, la scabbia e la logica

14 Marzo 2015 /

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di Marco Omizzolo
Cirò Marina, provincia di Crotone. A due bambini italiani di una scuola del paese è stata riscontrata la scabbia: un’infezione contagiosa della pelle. Il Sindaco della città, Roberto Siciliani, appresa la notizia, ha emesso un invito – non vuole chiamarla ordinanza – con il quale ha disposto che la polizia municipale controlli e allontani i migranti dal centro della città, in particolare quelli trovati a mendicare fuori dai supermercati. Secondo il primo cittadino, infatti, i bambini sarebbero stati infettati da loro. A sostegno di questa convinzione, il nulla, se non il sofisma post hoc, ergo propter hoc (dopo di questo, quindi a causa di questo).
L’ordinanza del Sindaco è esplicita ma non proprio consequenziale: “Considerato che a Cirò Marina è stato attivato un centro di accoglienza per minori extracomunitari non accompagnati e verosimilmente non assistiti da medico di famiglia, si ritiene indispensabile che tutti i presenti vengano periodicamente sottoposti ad adeguati controlli medici da parte dell’ASP competente. Poiché anche nel territorio limitrofo sono stati accertati casi di tal genere (il riferimento è alla scabbia, ndr), in particolare tra gli extracomunitari giunti in seguito ai continui sbarchi, si invitano: il Comando Polizia Municipale, nel pieno rispetto della persona umana, a scopo precauzionale, a voler porre in essere tutti gli accorgimenti necessari al fine di evitare che extracomunitari possano avvicinarsi in prossimità di esercizi commerciali o girovagare liberamente per le strade per chiedere questue o altro al fine di prevenire eventuali casi di scabbia non segnalati”.
Immediata la reazione delle associazioni e dei sindacati locali. Con una lettera pubblica ben otto enti – Cooperativa Sociale Agorà Kroton, Arci N.A. Crotone, Cooperativa Sociale Kroton Community, Cooperativa Sociale Baobab, Intersos Ong, Prociv Arci Isola Capo Rizzuto, Legacoop Calabria e Libera Crotone – hanno replicato in questi termini: «Non è assolutamente accettabile che un uomo delle istituzioni inneschi una così pericolosa caccia allo straniero portatore di malattie e che vieti ad una persona la libera circolazione per il suo paese».

Le organizzazioni ricordano l’articolo 3 della Costituzione e si rivolgono al sindaco: «il primo cittadino, in quanto responsabile della sanità e della salute pubblica deve si garantire i controlli sanitari specifici, ma per tutti i cittadini, senza ghettizzare e discriminare solo una parte della popolazione». Intersos Ong aggiunge: «E’ bene sottolineare che il contagio della scabbia avviene con contatti stretti e per tempi prolungati, ad esempio condividendo il letto o gli asciugamani. Per evitare la malattia basta lavarsi le mani regolarmente con normale sapone come si fa sempre. È molto più infettiva e pericolosa l’attuale influenza. A quale cliente di supermercato è richiesta un certificato di assenza di influenza?». E ancora, «non esiste la persona o il migrante portatore di malattie, ma esistono istituzioni assenti e incapaci di dare giuste risposte e dignità a tutte le persone».
«Ho letto il documento delle associazioni che mi bacchettano e mi invitano ad andare a lezione da loro – ha ribattuto su Facebook il sindaco di Cirò Marina – Sono perplesso perché se il risultato è quello che si vede a Crotone, dove molti migranti (e non per colpa loro) fanno accattonaggio davanti ai supermercati e nei parcheggi, dormono nella stazione ferroviaria, urinano negli androni dei palazzi, sono coinvolti in risse e cercano rifugio nell’alcool, per non parlare del fenomeno della prostituzione femminile, io personalmente preferisco a lezione da tutt’altri professori. E la finisco qui».
Rigoberta Menchù, premio Nobel per la pace, definiva Il razzismo «l’espressione del cervello umano ridotta ai minimi termini». E quando il cervello umano è in questo stato, la logica va in frantumi. Questa storia drammaticamente ce lo conferma.
Questo articolo è stato pubblicato sul Corriere delle Migrazioni l’8 marzo 2015

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