Spagna: fibrillazione e rovesci del Mercato Alternativo

25 Agosto 2014 /

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Mercado Alternativo Bursatil
Mercado Alternativo Bursatil
di Angelica Erta
Altre giornate di fibrillazione per il Mercado Alternativo Bursatil, il corrispettivo spagnolo del AIM Italia, mercato dedicato alla finanziazione delle piccole e medie imprese. Martedì scorso le azioni di Ebioss Energy, energetica specializzata nella costruzione di centrali a gas, sono crollate un 28,7%, fino ad essere scambiate a 1,54 euro. La caduta è stata causata dalle accuse di aver gonfiato i dati relativi alla recente acquisizione del 52,6% del gruppo TNL – gestore di residui urbani posizionato in vari Paesi – pubblicate dal giornale elConfidencial. A nulla è valso il comunicato dell’impresa in cui tentava di ratificare i propri numeri, gli ordini di vendita hanno mostrato la crisi di fiducia degli investitori, sempre più diffidenti rispetto ad un mercato estremamente flessibile e scarsamente regolato. Una fuga che confessò tutta la debolezza del MBA, di recente messo a dura prova dal caso Gowex, tecnologica del Wi-Fi che falsificò i propri bilanci approfittando della lassità dei controlli.
Erano i primi di luglio quando la tecnologica Gowex vedeva sospesa la sua quotazione, a seguito di un crollo del 60% del titolo, dopo le indiscrezioni della società d’analisi Gotham City Research, che emetteva una relazione demolitrice. Il rapporto dell’agenzia che, ironia della sorte, sembra agire come Batman strigliando “i cattivi” di turno, concludeva che il valore delle azioni della compagnia era zero e il 90% degli introiti dichiarati falsi (182 milioni di euro). Dopo un iniziale diniego del presidente Jenaro García – che infieriva contro un “dossier calcolato”, visto che la società scommettendo al ribasso si sarebbe beneficiata del crollo del titolo – arrivarono la confessione e lo shock dei dipendenti della multinazionale.

Al fuggifuggi degli azionisti, che hanno visto andare in fumo 868 milioni per il crollo in borsa, fecero seguito l’indignazione, le indagini della magistratura e l’assopimento dei vari organi legislativi e delle commissioni viglianti che non cambiarono una virgola dello status quo. Il caso Gowex si definì così come la punta dell’iceberg di una serie di rovesci del MBA, fra cui Zinkia e Bodaclick, entrambe in bancarotta e con cento di investitori caduti nella trappola – che iniziarono a gettare dubbi sui meccanismi di controllo del sistema.
Dal governo si sono moltiplicati i tentativi di tranquillizzare gli azionisti, soprattutto stranieri, rinnovando l’immagine positiva della Borsa spagnola. Il ministro dell’Economia Luis de Guindos fece riferimento a Gowex come ad “un caso sciagurato ma singolare”, promise di “rinforzare i controlli, soprattutto nel Mercato Alternativo, per evitare altri errori”. Ma per rendersi conto di tutte le storture, negligenze o umani peccati che dir si voglia basta dare un’occhiata alla saga della start up del Wi-Fi.
A quanto consta l’impresa godette di una sorta di benevolenza fiscale negli ultimi dieci anni, in quanto Hacienda (l’equivalente spagnolo dell’Agenzia delle Entrate) non controllò i dati contabili della ventina di partecipate che costituivano il gruppo Let’s Gowex in sfolgorante crescita. Parte della frode sta proprio nella fatturazione incrociata fra società sorelle, moltiplicatesi a dismisura dalla matrice di Gowex. Gli esperti fiscali non si sorprendono delle maglie larghe del fisco, probabilmente per mancanza di risorse, anche se qualche discrepanza nell’IVA, in un fatturato gonfiato nel 2012 a 23 milioni di euro avrebbe dovuto far sorgere qualche dubbio.
Oltre al danno, si potrebbe aggiungere, la beffa, dato che negli anni del boom Gowex conseguì sovvenzioni dal Ministerio de Industria per 1,4 milioni, oltre a 5,4 mln di prestiti. Leader nel convogliare consensi, l’impresa spremette anche i fondi europei, nella veste di coordinatrice del progetto comunitario Unconnect – ancora in vigore, ha come obiettivo l’interconnessione nel trasporto pubblico fra città – che gode di un budget di 1,47 mln di euro, dei quali 945.000 sono apportati dall’UE.
Dall’altra parte, a mostrare i fragili argini del Mercato, c’è la CNMV (Commissione Nazionale Mercato Valori), supervisore del MBA, che si limita a denunciare situazioni di abuso di mercato nella contrattazione delle azioni, disconoscendo completamente il nesso fra il valore finanziario e quello reale di un’impresa. A verificare l’esistenza di questo nesso, facendosi garanti del valore dell’impresa, stanno le società d’analisi, che dovrebbero verificarne i conti precedentemente alla quotazione in borsa, accompagnandone poi le sorti con un lavoro di consulenza finanziaria. E qui sta la pecca, a dispetto dei ritornelli di rispettiva indipendenza fra le parti fissati nel regolamento del MBA, perché le società d’analisi sono contrattate e pagate dalle imprese, affinché revisionino i conti e gli elargiscano il blasone dell’affidabilità.
A questa connivenza, implicita nel meccanismo di regolazione, si aggiungono le peculiarità del caso Gowex che rendono la faccenda quasi grottesca. Come sottolinea el Pais, fra i revisori dei conti di Gowex compare Miguel Angel Gutiérrez, socio di M&A Auditores, sanzionato per diverse irregolarità e inabilitato per due anni dopo l’esordio in borsa della multinazionale del Wi-fi nel 2010. Dopo vari ricorsi davanti all’Audiencia Nacional assistiamo alla riammissione del revisore dietro pagamento di una somma irrisoria – l’infrazione viene ribassata da “molto grave” a “grave” – mentre la multa per la società d’analisi M&A scende all’1% del fatturato dell’ultimo esercizio.
Dopo la sovraeccitazione delle ultime contrattazioni, e gli sbalzi di temperatura, da più parti si attende la fine dell’estate per una riforma che renda effettiva la trasparenza finanziaria, per ora ridotta ad una dichiarazione di buone intenzioni da parte degli operatori del MBA.

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