Usa-Europa: dagli amici ci guardi Dio

12 Agosto 2014 /

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Usa and Eu flag
Usa and Eu flag
di Paolo De Gregorio
Non ci dobbiamo dimenticare che la crisi in cui ancora siamo imprigionati ha origine nel 2007, con la crisi di Bank of America, il fallimento di numerose banche e poi nel 2008 con la bancarotta di una delle più grandi banche americane di investimento, la Lehman Brothers, tutto originato dalla bolla immobiliare con erogazione di mutui ipotecari definiti “subprime”.
Questi mutui sono stati trasformati in titoli ad alto reddito e sparsi per il mondo, soprattutto in Europa, acquistati da banche e da fondi di investimento, hanno così esportato una gran parte del fallimento della speculazione immobiliare, determinato dalla crisi economica americana seguita a una stretta creditizia.
Un bel regalino degli amici yankee, che ha determinato in Europa e in Italia, in particolare, una forte frenata nella concessione di mutui immobiliari, frenando così tutta l’economia, diffondendo sfiducia e pessimismo per il futuro, crisi, disoccupazione, recessione, delocalizzazioni all’estero, vendita a investitori esteri dei marchi italiani più prestigiosi.

Un’altra tegola che sta per caderci in testa, sempre per merito dei nostri cari amici e fratelli americani, viene dalla politica Usa in Ucraina, dove con l’appoggio americano si è insediato un governo golpista, teso a incrinare i buoni rapporti tra Russia ed Europa, che hanno un interscambio commerciale intenso con una dipendenza europea dal gas russo che viene minacciata dei venti di guerra auspicati dagli Usa.
Niente come la gestione della crisi ucraina dimostra come gli Usa continuano pervicacemente a intromettersi negli affari mondiali, malgrado i loro macroscopici fallimenti in Vietnam, in Afghanistan, in Iraq, e hanno lo scopo di mantenere l’Europa sotto il loro protettorato ed impedire che essa diventi una forza coesa ed autonoma in buoni rapporti con i suoi vicini.
Per “input” americano sono state varate sanzioni contro la Russia che vanno a colpire vitali interessi economici europei, mettono a rischio la fornitura di gas, e saranno seguite da contro-sanzioni russe che non acquisteranno più cibi europei e vieteranno il sorvolo della Siberia, alimentando così una crisi già profonda.
Gli Usa, al di là delle balle propagandistiche, temono che l’Europa diventi veramente una entità nazionale, gli Stati Uniti d’Europa, con una unica legge elettorale, parificazione di normative giuridiche e del lavoro, salari, pensioni, reddito di cittadinanza uguali per tutti, esercito unificato con conseguente uscita dalla Nato. Una Europa indipendente costituirebbe un elemento pesantissimo in un mondo multipolare e si infrangerebbe per sempre l’egemonia americana, ora che si è formato un terzo polo, i BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), che rappresenta la maggior parte della popolazione della terra.
Questo processo è irreversibile e appaiono inutili e ottusi i tentativi di rallentarlo, e l’egemonia Usa nel mondo, affermata con le guerre e le 900 basi militari fuori dai propri confini, non è più sostenibile sia per gli enormi costi, sia perché il dollaro non sarà più la moneta di riferimento per pagare il petrolio, sia perché gli imperi finiscono tutti.
Gli americani non sono nostri amici. Noi abbiamo subito gli effetti delle loro bolle immobiliari e ora la tensione alimentata con la Russia mette a rischio una ipotesi di ripresa economica ancora per noi molto difficile. Ordinandoci di acquistare i bombardieri americani F35 Obama ha detto che la libertà ha un costo, peccato che nessuno minacci la nostra libertà se non i nostri presunti amici che continuano ad occuparci con le loro basi, con quelle Nato, per ragioni geostrategiche che riguardano solo loro e il loro desiderio imperiale di egemonia.
L’Europa non ha bisogno di essere protetta da nessuno. Da troppo tempo, oltre mezzo secolo, è una colonia Usa e ubbidisce affiancandosi alle loro perdenti avventure militari. E’ ora di dire delle cose semplici: la nostra strategia difensiva è quella di cercare il dialogo e la pace con i nostri vicini russi e con il mondo arabo.
Per sviluppare questi rapporti, oggi intralciati dalla ingerenza Usa, ci vuole una Europa che parli con coraggio e con una voce sola, sostenendo una tesi elementare, che non ci sarà ripresa economica senza la PACE e liberi rapporti economici con Russia e mondo arabo, sganciati da ogni alleanza militare, considerano gli Usa né amici né nemici, ma una nazione con cui competere liberamente nel mercato globale.

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