Come spende i nostri risparmi la Cassa depositi e prestiti? Il dibattito a Forlì

24 Marzo 2014 /

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Iniziativa Forlì
di Marilena Pallareti, Comitato acqua bene comune Forlì
Crisi del debito, crisi economica e finanziaria, austerity, “Non ci sono i soldi” è il nuovo mantra per giustificare lo smantellamento dei diritti e la privatizzazione dei beni comuni e dei Servizi Pubblici Locali. I soldi ci sono e sono pure tanti per invertire la rotta ed impostare un nuovo modello sociale, basato sulla riappropriazione collettiva dei beni comuni e sulla riconversione ecologica dell’economia.

Oltre 20 milioni di persone affidano i propri risparmi a Poste Italiane, attraverso i libretti postali e buoni fruttiferi postali. 225 miliardi di euro vengono raccolti da Cassa Depositi e Prestiti, che dal 1850 fino al 2003, li utilizzava per permettere agli enti locali territoriali di poter fare investimenti con mutui a tasso agevolato. Nel 2003, la Cassa Depositi e Prestiti è stata trasformata in società per azioni e nel suo capitale societario sono entrate col 30% le Fondazioni Bancarie.
I cittadini, pur essendo i primi prestatori dell’enorme quantità di denaro gestito da Cassa Depositi e Prestiti, non hanno alcuna voce in capitolo sulla loro destinazione, quindi viene garantito loro un rendimento minimo, ma sicuro, dei soldi affidati, ed assistono silenti a scelte che sono appannaggio di Governi e poteri forti industriali e finanziari. E’ proprio grazie a quei soldi che si potrebbe immaginare un futuro socialmente diverso, un ‘uscita dalla reale crisi finanziando concretamente gli investimenti che garantiscono la riappropriazione sociale dei beni comuni e la riconversione ecologica dl modello produttivo. Ciò che 27 milioni di persone hanno suggerito votando SI ai referendum per l’ acqua il 12-13 giugno 2011.
L’origine della Cassa Depositi e Prestiti è legata all’ esigenza di utilizzo per il finanziamento degli investimenti pubblici e le ingenti disponibilità finanziarie provenienti dalla raccolta del risparmio postale. Nel 2003 avviene la sua trasformazione in società per azioni denominata Cassa Depositi e Prestiti Spa. Da quel momento la società per azioni assume la configurazione di intermediario finanziario non bancario ed è soggetta alla vigilanza della Banca d’ Italia. Le Fondazioni Bancarie detengono quote di capitale azionario. Attualmente la proprietà azionaria della Cassa Depositi e Prestiti Spa è per il 70% del Ministero dell’ Economia e delle Finanze e per il 30% di un gruppo di 66 fondazioni bancarie.
Appare sempre più evidente come Cassa Depositi e Prestiti, pur continuando a raccogliere i fondi dal risparmio dei cittadini e dalle necessità di investimento degli enti locali territoriali, sia oggi una vera e propria MERCHANT BANK, con un intervento a largo raggio nell’ economia e sui mercati finanziari di tutto il mondo. La Cassa Depositi e Prestiti deve ritornare ad essere pubblica con una gestione partecipata da parte dei lavoratori, dei cittadini e delle comunità territoriali.
Questa sera, lunedì 24 marzo, alle 20.30, presso la sala della Banca di Forlì in via Bruni 2, ne discutiamo con Marco Bersani del forum nuova finanza pubblica e sociale e Roberto Balzani, sindaco di Forlì.

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