Sulla riforma del Senato: perché non è in linea con la Costituzione

24 Febbraio 2014 /

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di Roberta Mistroni
Innanzitutto sono necessarie due premesse: “la creazione del diritto spetta al popolo”, come afferma Lorenza Carlassare, e il popolo è l’unico detentore della sovranità (articolo 1 della Costituzione).
Quindi una modifica di uno degli organi che lo rappresenta, appunto il Senato, dovrebbe essere suo unico appannaggio. Detto questo, ritengo che il progetto di riforma del Senato presentato da Renzi – progetto che prevede un Senato non elettivo, formato da 108 sindaci delle città capoluogo di provincia (esisteranno?), 21 presidenti di Regione e circa 20 esponenti della società civile e competente principalmente per questioni riguardanti le Regioni e i loro rapporti con lo Stato – non sia in linea con i principi fondamentali della Costituzione, principi che tutti affermano di non voler cambiare.
Il Senato, afferma Lorenza Carlassare, dovrebbe essere “una rappresentanza del popolo regionale, delle sue istanze, delle diverse esigenze, dei diversi interessi […]; non un raccordo fra governi regionali e governo statale. La modifica del Senato è comunque auspicabile, tenuto conto che l’Italia è rimasta l’unico paese dell’Unione europea ad avere un bicameralismo perfetto, cioè due camere con le stesse identiche funzioni. Vediamo in sintesi come potrebbe essere modificato:

  • 1. Un punto su cui tutti concordano è che il nuovo Senato non dovrebbe essere chiamato a dare la fiducia al governo, funzione che dovrebbe rimanere appannaggio della sola Camera dei deputati;
  • 2. I membri del Senato dovrebbero rimanere elettivi, perché solo così sarebbero veri rappresentanti del popolo sovrano. L’elezione dovrebbe avvenire, con sistema maggioritario o proporzionale (problema da risolvere con la riforma della legge elettorale), su base regionale: cioè ogni regione elegge i propri rappresentanti al Senato;
  • 3. Le funzioni del Senato, a parte la partecipazione all’elezione del Presidente della Repubblica, dovrebbero essere legislativa e di controllo. Per quel che riguarda la funzione legislativa, stabilito che il detentore principale di tale funzione sarebbe la Camera dei deputati, il Senato potrebbe essere chiamato in caUsa, ad esempio, nei seguenti casi:
    • a) Modifiche della Costituzione e leggi costituzionali
    • b) Politica estera
    • c) Leggi di rilevanza regionale
    • d) Diritti civili
    • e) Su richiesta di un certo numero di deputati

    Solo in questi casi sarebbe prevista la doppia approvazione Camera – Senato. Per tutte le leggi riguardanti altre materie, il potere legislativo apparterrebbe solo alla Camera dei deputati.
    Per quel che riguarda il potere di controllo potrebbe essere riservato al Senato il controllo sulle nomine pubbliche e la partecipazione alle commissioni d’inchiesta.

In realtà sembra che la proposta di Renzi non abbia un reale contenuto di razionalizzazione della gestione del potere legislativo, ma sia unicamente giustificata dalla necessità di risparmiare: egli afferma infatti che i sindaci, i presidenti regionali e gli esponenti della società civile membri del Senato non riceverebbero alcun compenso in quanto già remunerati per la loro funzione primaria. In realtà il problema del risparmio lo si risolve sia riducendo stipendi e prebende varie a tutti, senatori, deputati, consiglieri regionali o di comuni ecc., sia limitando il numero dei membri dei vari organi.
Sgombriamo il campo da una obiezione che si sente fare: l’esempio della Germania. La Germania ha un bicameralismo imperfetto dove il Bundesrat (Senato) effettivamente non è ad elezione diretta, bensì formato dai delegati dei governi dei singoli Lander. Il Bundesrat non partecipa al potere legislativo a meno che non si tratti di materie di prevalente interesse dei Lander. L’esempio della Germania però non può essere preso come base per una modifica del Senato in Italia, perché la storia della Germani è diversa; essa si presenta come un vero Stato federale, cosa che non si può dire dell’Italia, come afferma l’articolo 5 della Costituzione.
Ma prendiamo anche in esame un altro importante Stato federale, gli Usa. In tale Paese il Senato è eletto direttamente dal popolo degli stati federati. Anche agli inizi della loro storia, gli Usa avevano un Senato, seppur non eletto direttamente dai cittadini, comunque eletto dalle assemblee rappresentative degli Stati.

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