di Filippo Senatore
Alfredo Traps è il personaggio del fortunato racconto breve di Friedrich Dürrenmatt, “La panne”. Un piccolo incidente può coinvolgerci in storie incredibili fuori dalla quotidianità. Fermarsi a meditare. Affrontare da protagonista un giudizio sulla propria vita di rappresentante di articoli tessili.
Quattro vecchietti svizzeri, uomini di legge, mettono lo sfortunato ospite in una condizione confessare tutto, compreso un delitto. Gioco e realtà si intrecciano e si snodano in un percorso imprevedibile. Traps è un novello Sisifo cui viene destrutturata una condizione esistenziale precaria, comune alla moltitudine che si agita in un mondo senza soluzioni. Ci sono mestieri che rendono ancora maggiore il concetto del fare e disfare, del raccogliere, dati, del costruire buste di personaggi e di avvenimenti.
Sono mestieri non inutili che trasmettono il sapere. Una mattina del giugno 1084 in prossimità della festa di San Giovanni venne fondato da Bruno di Colonia il Désert della Chartreuse, luogo ideale di meditazione e raccolta di saperi perduti della biblioteca di Alessandria. Oggi la British Library è un modello già superato che si ispirava ai monaci bianchi. Quanti Alfredo Traps vorrebbero fuggire le complicanze che formano la consapevolezza di una coscienza?
“La panne” forse è il segnale dell’inutilità degli uomini libro di Ray Bradbury. Gli archivi in attesa di essere letti, trasmigrano a dispetto dell’anelito alla libertà. Ricominciamo sempre da capo con l’entusiasmo di un rappresentante di tessuti che confessa la verità cosciente di un’esecuzione capitale.