Brescia, l'Iveco strozzata dalla Fiat

18 Luglio 2013 /

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di Valentino Marciò, delegato Fiom Iveco Brescia
Dal novembre del 2008 in Iveco stiamo utilizzando vari ammortizzatori sociali,abbiamo iniziato con la cig poi la cigs per ristrutturazione e a luglio scade il secondo anno di contratto di solidarietà, negli anni precedenti la crisi producevamo circa 25 mila Eurocargo all’anno, l’anno scorso abbiamo chiuso con meno di 15.000 veicoli e quest’anno produrremo circa 13.550 veicoli. L’Eurocargo è un veicolo che è stato lanciato nel 1991 e che stiamo producendo da oltre 20 anni, è vero ci sono stati vari restilyng nella cabina e l’adeguamento della motorizzazione ma in sostanza ci sarebbe bisogno di un nuovo veicolo per lo stabilimento di Brescia, invece non si sa niente del futuro di questo stabilimento, che vede la sua manodopera calare anno per anno, negli ultimi 4/5 anni abbiamo perso circa 500 lavoratori ora siamo 2171operai e impiegati, da febbraio nel sito Iveco si sono aggiunti 84 lavoratori licenziati della Mac, il reparto presse terziarizzato nel 1999 da parte di Fiat, la quale ora non rispetta gli accordi presi che dicevano in caso di problemi della Mac, Iveco avrebbe riassorbito quei lavoratori, così come avvenuto nel 2006 con il passaggio in Iveco di 90 lavoratori e nel 2009 con altri 30 e questi ultimi in piena crisi.
Alla fine del 2011 avevamo circa 900 iscritti e all’ultimo rinnovo delle Rsu il 47% dei consensi, poi nel dicembre 2011 è arrivato il famoso accordo di Pomigliano esteso a tutto il gruppo Fiat; dopo un anno e mezzo di non riconoscimento della Fiom in fabbrica abbiamo avuto un centinaio di tessere disdette e alle elezioni delle Rsa che si svolte ad aprile dell’anno scorso ben 966 lavoratori circa il 50% sono venuti a firmare la nostra lista fuori dalla fabbrica perché a noi non è stato possibile presentarsi alle elezioni svolte dagli altri a dalla azienda. Le votazioni si sono svolte con continue pressioni e telefonate ai lavoratori a casa in ferie o in malattia per recarsi a votare, per poter raggiungere dal punto di vista politico almeno il 50% più 1 di votanti, anche se il regolamento che si sono dati non lo prevedeva.

I dati delle elezioni sono stati seguenti: su 2487 aventi diritto, complessivamente 1324 tra impiegati e operai sono andati a votare, assegnando la maggioranza assoluta delle Rsa al sindacato dell’azienda cioè il Fismic. Questa è la democrazia che c’è in questo paese tutto si ferma sul cancello della fabbrica, solamente perché un’organizzazione,io dico giustamente non si è piegata al diktat di Marchionne, in questo paese un lavoratore non ha il diritto di avere un suo rappresentante, un lavoratore non ha il diritto di votare nessun accordo. Alla fine febbraio 2013 la Fiat ha chiesto alle altre organizzazioni di firmare un nuovo contratto di gruppo, non vi sembrerà vero ma in quel accordo ci vengono tolti i soldi perché tutto legato alla presenza, ma anche se lavorassimo tutti il mese o tutto l’anno sarebbero meno soldi rispetto a quelli presi l’anno scorso.
Gli altri si vantano di aver fatto un bel accordo in un momento di crisi come questo e inoltre dicono che hanno portato più soldi in paga base rispetto all’accordo con Federmeccanica, comunque anche questo nuovo accordo è stato fatto senza che venisse chiesto ai lavoratori quali erano le loro richieste, le loro esigenze da inserire nella piattaforma e cosa ne pensassero tramite un voto.
In fabbrica dopo l’accordo firmato dalle altre organizzazioni a dicembre del 2011, tranne che metterci sul marciapiede ed escludendoci da tutti i tavoli la Fiat non ha ancora applicato nulla, ne il taglio delle pause, ne la collocazione della mensa a fine turno, ne l’applicazione della nuova metrica, detta ergo uas, quello che sta facendo come dicevo prima, è il controllo su di noi, controllandoci se usciamo dai reparti e se facciamo attività sindacale rifilando contestazioni e multe solamente perché stiamo continuando a fare con mille difficoltà, quello che facevamo prima cioè i delegati a tutela dei lavoratori e dei loro diritti.
Ci sono Delegati che hanno ricevuto contestazioni e multe per aver fischiato durante gli scioperi, delegati fatti rientrare al loro posto di lavoro perché fuori del reparto a fumare una sigaretta, ed a volte queste segnalazioni sono state fatte da delegati (per modo di dire delegati) delle altre organizzazioni alla direzione o alla sorveglianza.
Lavoratori e delegati che hanno subito contestazioni e sanzioni perché non hanno avvisato prima il loro capo turno che avrebbero scioperato, tantissime di tutte queste contestazioni sono state impugnate dalla Fiom prima all’Ufficio Territoriale del Lavoro e poi in tribunale e in tutti i due giudizi la Fiat è stata condannata perché il diritto di sciopero prevale su tutto.
Lavoratori che ogni volta che scioperano si vedono intimiditi dai capi turno dicendo loro che in fabbrica ci sono esuberi. Recentemente ad un lavoratore è stato negato un giorno di ferie con la motivazione che aveva scioperato il 18 aprile in occasione dello sciopero della Cgil bresciana, questo detto in presenza di altri lavoratori, successivamente la direzione è intervenuta accogliendo la richiesta del lavoratore.
Dopo 68 anni siamo arrivati al punto che quest’anno il 25 aprile non è stato commemorato all’interno della fabbrica davanti al cippo dei caduti perché la direzione Iveco non voleva che ci fossero bandiere o dei simboli all’interno dello stabilimento durante la commemorazione, questo non è ammissibile in quanto il 25 aprile del 45 è stata anche il ritorno della libertà di poter esprimere le proprie idee e di sbandierare le proprie bandiere,comunque la Fiom per non mettere in discussione la commemorazione aveva deciso e comunicato a tutti di depositare il cesto di fiori al cippo dei caduti senza bandiere o simboli e uscire dallo stabilimento.
A quel punto vedendoci rifiutare la richiesta di assemblea abbiamo deciso di scioperare e fare la commemorazione come tutti gli anni, chiedendo all’azienda se due lavoratori potevano entrare e depositare davanti al cippo il cesto di fiori.
Anche questa cosa è stata negata. Lo sciopero è andato molto bene,ed è stato molto partecipato sia per numero di lavoratori al corteo che come adesioni allo sciopero. La notte tra il 24 e il 25 dopo la riuscita dello sciopero è successo che il grande striscione con scritto “io voglio la Fiom in Fiat” attaccato tra due alberi all’altezza di 5/6 metri davanti all’entrata dello stabilimento e ben visibile dall’ufficio del capo del personale dell’Iveco è stato tolto e portato via come sono state portate vie le bandiere della Fiom.
Qui non si tratta di un atto vandalico, per togliere quel striscione ci si doveva organizzare come ci siamo organizzati noi per metterlo. Non dico altro su questa vicenda perché non abbiamo prove ma lascio immaginare a voi chi possa essere stato. Comunque anche con mille difficoltà noi in fabbrica ci siamo e continueremo a difendere i lavoratori a dar loro risposte,come abbiamo sempre fatto.
Sulla fabbrica mi fermo qua, visto che ho l’occasione di parlare e visto che sembra che ci sia una specie di governo, penso che debba sistemare al più presto la questione degli esodati e il finanziamento della cassa in deroga, inoltre penso che la riforma delle pensioni fatta dal governo Monti l’anno scorso sia un cosa indecente perché come ho detto in tantissime occasioni non tutti i lavori sono uguali non è ammissibile che un lavoratore vada su un ponteggio, una lavoratrice che fa turni micidiali negli ospedali o nelle case di cura, che un lavoratore stia in acciaieria o che stia su una linea di montaggio fino quasi 70 anni, per darvi un dato all’Iveco su 1045 lavoratori visitati dai vari medici competenti tra luglio 2010 e giugno 2011 oltre 300 di questi hanno vari problemi fisici legati all’attività che svolgono, l’età media dei lavoratori dell’Iveco è 44/45 anni non 60 (questo è l’ultimo dato che ho perché poi sono stato messo alla porta degli altri 1350 non ho dati fate, voi due conti), questo per dire che a quel età non è possibile arrivarci a fare certi lavori, penso che il mio capo, un impiegato, un professore che insegna all’università, un lavoratore che lavora in banca possa fare benissimo qualche anno in più di lavoro.
L’altra cosa legata alla riforma delle pensioni è quella che chi l’ha pensata, ha programmato l’impoverimento della società negli anni a venire, già nell’altra riforma hanno dato un bel taglio agli assegni di pensione basta vedere un lavoratore dell’Iveco andato in pensione l’anno scorso prende quanto un lavoratore andato in pensione 15 anni fa, allora credo che questa riforma si debba rivedere complessivamente una volta per tutte.
E l’altra cosa che io ritengo necessaria fare in questo paese è cominciare a parlarne e prendere in seria considerazione la riduzione dell’orario di lavoro, è dal congresso Cgil che continuo a ripeterlo, tranne la Fiom nessuno ne parla, i livelli di produzione che abbiamo visto fino al 2007 non torneranno più per moltissimi anni, se noi vogliamo dare una speranza alle nuove generazioni che ora non vedono niente davanti a se, dal mio punto di vista è l’unica strada percorribile applicando i contratti si solidarietà espansivi detassando le aziende che ci stanno e non detassare i premi sulla produttività come è stato fatto anche recentemente, o firmare accordi dove sono previste centinaia di ore di straordinario, si deve provare a cambiare politiche è oltre 30 anni che lavoro ma le uniche ricette che sento sono sempre le stesse: flessibilità, licenziamento più facile, lavorare di più, andare in pensione sempre più tardi. Sarebbe ora di provare altre ricette per dare speranza di cambiamento e futuro alle nuove generazioni e a questo paese.

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