di Valentino Parlato
Sul Corriere della Sera di sabato 6 luglio 2013, Michele Ainis scrive un ottimo editoriale per denunziare la resistenza dell’attuale governo a definire una normativa sulle lobby. Si tratta di una resistenza che diventa complicità con poteri fuori legge che fanno legge, che decidono su posti di comando (così un capo della polizia diventa presidente di Finmeccanica). E su un sacco di altre scelte economiche e politiche.
Ma ancor prima di una legge sarebbe opportuno che governo e parlamento rendano pubblico un censimento di queste lobby, che vivono e operano in segreto o quasi, prendendo decisioni che influiscono sul complesso della vita del nostro sciagurato paese.
Sempre Ainis ci dice che ben 54 progetti di legge sono andati in fumo; prova clamorosa del rifiuto di questi centri di potere di una qualsiasi normativa che tenti di regolare il loro agire. E Ainis aggiunge “C’è un che di sbilanciato nel rapporto che le grandi corporazioni private intrattengono con le istituzioni pubbliche. Potenti e prepotenti le prime, impotenti le seconde”.
Queste cose si debbono leggere sul Corsera (che Luigi Pintor chiamava Il Corriere dello Zar) mentre poco ci arriva da quella parte, che , sia pure sottovoce, si dice di sinistra?
Il mondo delle lobby, lo sanno tutti, è quello della corruzione e dell’abuso, ma proprio per questo riesce a far tacere, mandare a monte decine di progetti di legge e anche il potere del Parlamento. In conclusione: un ringraziamento a Michele Ainis e la tenue speranza di essere contraddetti.
Questo articolo è stato pubblicato sul sito della Fondazione Luigi Pintor il 6 luglio 2013