Deep web: viaggio nel lato oscuro di Internet / 2

6 Febbraio 2013 /

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di Onofrio Bellifemine e Paolo Zerbinato
Sul deep web non solo l’attività degli utenti è incontrollata, ma trova anche supporti e aiuti tecnici. Si può chiedere qualunque cosa: in moltissimi risponderanno cercando spesso di fornirti aiuti pratici. WeedIndeed ad esempio cerca dei cadaveri. Soprattutto vecchi di colore, neonati e bambini bianchi. Risponde Digithb. Dice di essere un killer nigeriano, di avere tre bambini subito sottomano “pronti” per l’uso e di essere disposto a “sbrigare” l’intera faccenda per 30.000 dollari. Di discussioni come queste il Deep Web è pieno.
L’italiano Khmerboy propone di creare una grande rete di spacciatori e consumatori di stupefacenti che possano organizzarsi sul web per poi realizzare i propri affari nella vita di tutti i giorni, fissando persino luoghi e modalità di vendita. Ma nel deep web non ci sono limiti. Spuntano come funghi siti che offrono omicidi a pagamento. Veri e propri killer, con tanto di indicazioni su modalità di pagamento, contatti e tariffario. 20.000 euro per un omicidio, ma il prezzo può crescere a seconda della vittima. 50.000 per un poliziotto o un paparazzo, il doppio per un boss di un’organizzazione criminale.
Per un politico bisogna salire di prezzo a seconda della sua importanza. Tra i siti più famosi ci sono Slate e Uctum, e alcuni hanno anche delle regole umanitarie: non uccidono donne incinte e minorenni. I pagamenti, come quasi tutte le transizioni del deep web avvengono in bitcoin, una moneta digitale, criptata e non rintracciabile che potrebbe diventare la nuova frontiera del riciclaggio di denaro sporco. Nelle nostre scorribande virtuali ci siamo imbattuti anche in un killer italiano, tale ShadowTwo, un professionista con un passato in un organizzazione criminale non meglio definita.

Ci siamo inventati una storia un po’ strampalata per poter chattare con lui: vogliamo vedere morto un ricco uomo d’affari, italiano ma da anni a Bruxelles. ShadowTwo ha abboccato e ha scambiato con noi un po’ di mail. Prima di tutto fissa le regole del gioco: non ci incontreremo mai, nessuno conoscerà i nostri nomi né dovrà in ogni caso rivelarli, il pagamento avverrà in bit coins per un valore di 18.000 euro con un anticipo di 6.000 più altri 1.000 per le spese di trasferimento e trasporto. Ci chiede dettagli relativi alla vita della vittima: lavoro, amori, amicizie, abitudini, hobby, stile di vita, modello della sua eventuale automobile, giro di amicizie e conoscenti, titoli di studio, background culturale.
Sembra uno del “settore”. A un certo punto si abbandona anche a delle confidenze personali: il “mestiere” del sicario non è più come quello di una volta: ora è molto più difficile. Telecamere dappertutto, polizie nazionali ben collegate tra loro, tecniche investigative sempre più moderne e efficaci; è molto difficile non farsi beccare. Poi ci racconta del deep web: è l’ eldorado del crimine. È per questo forse che è diventata la nuova frontiera della pedofilia. Video, foto e siti d’incontri.
Qui si possono leggere messaggi come questo: “salve, sono un pedofilo italiano. Tra il 12 e il 15 settembre andrò in Romania dove incontrerò orfane di 12-13 anni. Ho già tutti i contatti. Cerco un accompagnatore. Per info, potete scrivermi in privato”. Sono messaggi che appaiono, attraversano la rete velocissimi e scompaiono nelle immense tenebre del web.
Fine

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