Piazza Grande di ottobre: naviganti senza dimora, storie di chi non ha casa ma va in rete per raccontare, informarsi e informare

6 Ottobre 2012 /

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Piazza GrandeIl numero di ottobre del mensile Piazza Grande è dedicato ai naviganti senza dimora, a chi vive senza casa ma non rinuncia a una connessione per comunicare, informarsi o aggiornare il suo blog. Nell’inchiesta del mese, Francesca Mezzadri e Leonardo Tancredi, raccontano le storie di Luigi, Angelo e Marco persone con passato o un presente da senza dimora che hanno trovato nel web un rimedio alla solitudine, la possibilità di conoscere persone fuori dal mondo dell’emarginazione e anche un’opportunità di lavoro. Luigi e Marco si sono avvicinati ai computer grazie al Laboratorio di informatica di del Centro diurno di via del Porto, Angelo ha imparato in carcere, a Rebibbia. Racconta Luigi:

Per due anni uscivo dal dormitorio alle 8 e mi precipitavo all’internet point per restarci fino a sera all’inizio chattavo moltissimo, mi iscrivevo a qualsiasi lista, non dicevo di essere senza dimora, parlavo della mia vecchia vita.

Angelo dopo il corso da detenuto ha fatto uno stage in un’azienda, Marco invece sta cercando di ottenere la patente europea di informatica e gestisce i contatti del sito dell’associazione culturale Fraternal Compagnia. Per Marco e tanti altri senza dimora non solo a Bologna internet è diventato uno strumento di comunicazione non solo individuale: sono molti i blog nati in dormitori e centri diurni in tante città italiane. Massimiliano Salvatori ripercorre l’esperienza di Asfalto, il primo blog di senza dimora in Italia, nato nel Centro diurno e chiuso nel 2010 per i tagli al welfare.

In pochi mesi ha attratto decine di senza dimora, ma anche giornalisti e scrittori neanche fosse un salotto letterario.

Sul tema interviene anche Danilo Maso Masotti, scrittore e blogger, intervistato da Angelica Erta:

Forse l’ultima cosa che vuole fare un senza tetto è stare sulla rete, ma il web offre una marea di possibilità a chi ha la passione per la tecnologia e la voglia di raccontarsi.

In copertina c’è il volto di Maurizio Cocchi presidente di Virtual Coop, realtà imprenditoriale che coniuga inserimento lavorativo di persone disabili con competenze informatiche. Lo ha intervistato Igor Sartoni:

Volevamo creare un luogo dove i disabili potessero autodeterminare la propria vita e il proprio lavoro.

Piazza Grande ricorda Roberto Roversi con un articolo di Antonio Bagnoli, direttore della casa editrice Pendragon e nipote del poeta.

Tra i grandi scrittori del XX secolo, Roversi è il solo che ha fatto della sua stessa vita il manifesto delle sue scelte politiche e culturali.

Si parla dei rischi per la salute mentale connessi con la migrazione nell’intervista di Marco Grana all’etnopsichiatra Vincenzo Spigonardo:

Pensare a una diagnosi prevalente è riduttivo, la migrazione rende la persona vulnerabile, ma consideriamo anche le differenze culturali tra medico e paziente.

Nella rubrica Terzo Tempo, Marco Tarozzi scrive della squadra di calcio bolognese antirazzista Hic sunt leones impegnata ad aiutare la 5 Ponti Canaletto a partecipare al campionato nonostante i danni del terremoto. È un’iniziativa promossa dall’Uisp a cui aderiscono altre formazioni antirazzista come la San Precario di Padova e Assata Shakur di Ancona. Non mancano il racconto di Gianluca Morozzi in presa diretta dallo stadio Dall’Ara e quello di Donato Ungaro dal posto di guida del suo autobus nella rubrica Non parlate al conducente.

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