L'XM24 rivendica una piazza per la Bolognina futura e lancia una petizione in rete

5 Ottobre 2012 /

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di Leonardo Tancredi
Nella Bolognina che verrà, lo spazio per l’XM24, storico centro sociale autogestito, è fortemente a rischio. Il progetto di riqualificazione di uno dei quartieri più popolosi del capoluogo emiliano e con una forte identità operaia alle spalle prevede la costruzione di una grande rotonda proprio nell’area attualmente occupata dal centro sociale. La denuncia arriva dagli stessi attivisti che lanciano una petizione in rete a sostegno del loro spazio.
Eppure le cose erano partite diversamente. Il centro autogestito, dalla nascita nel 2002, ha sviluppato una forte relazione col tessuto sociale del quartiere che dopo la chiusura di alcune fabbriche storiche si è popolato di famiglie immigrate, studenti e residenti anziani. Tanto da farsi promotore, insieme ad altre associazioni, di un laboratorio di urbanistica partecipata che dal 2005 al 2007 ha ridisegnato il futuro del territorio. L’area dell’XM era stata destinata a uso sociale e culturale, ma a distanza di anni le decisioni del laboratorio, più volte premiato come buona pratica di partecipazione, sono state smentite. Così la pensa Maura Brighenti, tra i portavoce del centro.

Il progetto prevedeva una strada a nord del comparto per collegare la nuova stazione al quartiere, ma le Ferrovie dello stato, probabilmente a causa della crisi del settore e dei ritardi del cantiere della Tav, non hanno trovato i finanziamenti necessari e hanno optato per una rotonda per convogliare tutto il traffico del nuovo comparto.


Circa un anno fa all’XM è arrivata la notizia, in via informale, del cambio di progetto ed è stata chiesto subito l’avvio di un nuovo laboratorio aperto ad altri soggetti come il centro sociale di quartiere Katia Bertasi. Dice Maura:

Abbiamo avanzato delle proposte per continuare a fare le nostre attività, ma il percorso si è interrotto senza che nessuno ci desse delle risposte, finché a giugno non abbiamo saputo che erano stati stanziati fondi per la demolizione parziale dell’XM.

Nel corso delle trattative, gli attivisti del centro autogestito avevano affrontato anche il tema del percorso associativo, una formalizzazione richiesta dal Comune per l’assegnazione degli spazi. La discussione era avviata con l’assessore alla Cultura Alberto Ronchi che aveva mostrato una disponibilità verbale a riconoscere esperienze di autogestione.
Ma con la notizia dell’incombere delle ruspe, gli attivisti dell’XM hanno fermato tutto esigendo risposte chiare.

Ad agosto abbiamo chiesto un incontro con gli assessorati alla Cultura, Urbanistica e Attività Produttive e che venisse riaperto il laboratorio partecipato. Una risposta è arrivata solo una settimana fa da Cultura e Urbanistica: dicono che stanno valutando la situazione e che ci convocheranno tra qualche settimana. E allora abbiamo fatto partire la petizione.

Maura e gli altri militanti dello spazio autogestito di via Fioravanti chiedono che al quartiere non sia tolta una piazza che, tra le altre cose, ogni giovedì si riempie di persone di ogni tipo che fanno la spesa al mercato dei produttori biologici, e che il centro sociale possa continuare a svolgere le proprie attività: la Scuola di italiano per migranti, la Ciclofficina, la palestra, il Coordinamento migranti per citarne alcune. Nel comunicato che annuncia la petizione il messaggio è chiaro: la riqualificazione della Bolognina deve passare per la tutela degli spazi di socialità e non solo per l’edilizia di lusso.

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