Intervista ad Andrea Caselli, Forum dell'Acqua

2 Giugno 2012 /

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Il popolo dell’acqua e dei beni comuni torna in piazza il 2 Giugno. Il corteo è promosso dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua.
L’intervista ad Andrea Caselli, coordinatore regionale del Forum dell’Acqua.

Ad un anno dal referendum il movimento per l’acqua è sul piede di guerra, il 2 giugno il forum per l’acqua pubblica ha organizzato una manifestazione nazionale a Roma, quali le ragioni?
Il referendum ha avuto 27 milioni di voti favorevoli, la maggioranza assoluta degli italiani.
Nella provincia di Bologna, per il secondo quesito referendario, hanno votato 506.800 cittadini. Il 97% si è espresso contro la privatizzazione dei servizi pubblici locali, a favore dell’abrogazione dalle tariffe della remunerazione del capitale investito. Oltre mezzo milione di bolognesi ha detto che sull’acqua non ci deve più essere il profitto d’impresa. Più chiaro di così?
A distanza di un anno ci sono stati diversi interventi legislativi come quello del governo Berlusconi che ha riproposto la privatizzazione dei servizi pubblici, esclusa l’acqua. Sulla questione tariffaria le amministrazioni pubbliche, anche locali, hanno dimostrato una totale inerzia, riproponendo nelle bollette dei cittadini, anche a Bologna, sia il rimborso del capitale investito, sia una nuova voce: la remunerazione oneri finanziari.
Noi abbiamo contestato questa decisione e abbiamo avviato, come in tutta Italia, la campagna di Obbedienza Civile. C’è una sostanziale inattuazione dell’esito referendario, questa è la prima questione: una violazione della democrazia e una sordità rispetto alla volontà popolare che davvero diventa un punto assolutamente critico.
Il 2 giugno saremo a Roma per questi motivi e per denunciare non solo la mancata attuazione del voto referendario, bensì la vera e propria truffa che l’Authority sta preparando sulla nuova normativa tariffaria, con la reintroduzione sotto falso nome dei profitti per i gestori del servizio idrico.
Una manifestazione che nelle nostre intenzioni raccolga tutti i movimenti che agiscono sulle questioni dei servizi pubblici locali: dai rifiuti ai trasporti, alle scelte di modello di sviluppo nei nostri territori.
Nel frattempo andrà avanti la campagna di Obbedienza Civile che consiste nel fare reclamo/istanza di rimborso al gestore locale (Hera) per mancata attuazione del secondo quesito referendario.
In poco tempo abbiamo raccolto e presentato ad Hera oltre 250 reclami, stiamo parlando di circa un migliaio di famiglie coinvolte.
E’ una battaglia non facile che necessita della sensibilizzazione e del coinvolgimento delle forze sociali e politiche oltre all’azione diretta del movimento.

Reclami non solo  individuali, quindi di interi condominii? Come funziona?
Ho partecipato a diverse assemblee di condominio, invitato da famiglie interessate a conoscere ed eventualmente a partecipare alla campagna di Obbedienza Civile. Riunioni condominiali nelle quali abbiamo spiegato le motivazioni forti per cui chiediamo ai cittadini di fare reclamo e richiedere la restituzione dei soldi che il gestore ha trattenuto indebitamente.
Sono assemblee interessanti nelle quali emerge la sorpresa dei cittadini di fronte l’informazione che il referendum non è rispettato nella sua fase attuativa.
Chiediamo agli amministratori di condominio sulla base della volontà maggioritaria dei condomini di operare l’autoriduzione della bolletta per la cifra corrispondente alla remunerazione del capitale investito che continuiamo abusivamente a pagare.
In quasi tutti i casi dove siamo andati a fare assemblee, il condominio ha deciso di operare il reclamo e l’autoriduzione della bolletta, quel 19,19% per il 2012 e il 20,15 % per il 2011, che appunto il gestore continua abusivamente a trattenere sulla bolletta.

C’è attenzione da parte delle forze politico-sociali bolognesi su questi temi, o c’è passività?
Dopo il referendum molti hanno pensato che la battaglia fosse stata vinta, che tutto fosse a posto e ci che si andasse in automatico nella direzione della ripubblicizzazione e di tariffe coerenti all’esito referendario.
Per quanto riguarda le forze politiche nel caso di alcune c’è una partecipazione attiva alla campagna di Obbedienza Civile e all’organizzazione della manifestazione del 2 giugno, ma è innegabile che siamo in presenza di un allentamento di attenzione.
Molti pensano che cacciato Berlusconi e battute con il referendum le politiche di privatizzazione la battaglia sia definitivamente vinta. Non è così, sia le politiche europee (la Banca Centrale Europea) e internamente il Governo di Monti spingono verso un rilancio delle politiche di privattizzazione. A questo si aggiunge che anche nelle situazioni locali non c’è ancora un’idea precisa del fatto che bisogna rivedere il modello di gestione del servizio idrico. Sul nostro territorio questo modello risponde al nome di Hera.
Ovviamente non pretendiamo che ci sia una decisione immediata ed affrettata. Pretendiamo però che si apra una discussione vera, che muova gli assetti del territorio verso quella direzione e che ci siano dei segnali chiari ed inequivocabili da parte delle istituzioni locali che si sta andando verso il rispetto della volontà popolare.

 

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