Italians for Zohran, italo-americani progressisti in movimento

di Martina Catucci /
3 Novembre 2025 /

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Italians for Zohran è una comunità di italo-americani che si è formata online e non, rispondendo all’appello progressista dell’aspirante sindaco socialista Zohran Mamdani. «È iniziato tutto in primavera – dice Jesse Ortiz, 31 anni fondatore del gruppo e curator dell’account Instagram omonimo – Ho visto spuntare altri gruppi di affinità come Latinos for Zoran, Jews for Zoran, e ho fondato questo gruppo soprattutto perché Andrew Cuomo stava usando la sua identità italoamericana per rivendicare autenticità e fare appello alla comunità. Noi volevamo diffondere un messaggio alternativo: siamo italoamericani, e siamo progressisti. Sosteniamo Zohran».

QUESTA È UNA VERA novità: la comunità italoamericana è tradizionalmente raffigurata come conservatrice e con tendenze più reazionarie che progressiste. «C’è un divario generazionale – continua Jesse – Molti miei coetanei che vivono a New York sono cresciuti in famiglie più conservatrici e questo li ha portati ad allontanarsi da questa identità. Il nostro gruppo è l’opportunità di conciliare le due cose e dimostrare che gli italoamericani non sono un monolite. Instagram è stato cruciale, ci ha permesso di entrare in contatto con persone che prima si sentivano isolate, in tutta la città e in tutto il Paese. Per quanto i social possano essere distruttivi, capitalisti e negativi, possono aiutare a creare connessioni e plasmare la nostra narrativa. Questo mese oltre a sostenere Zohran, visto che ottobre è il mese dedicato alla cultura italoamericana, abbiamo fatto una serie di post sulla storia di sinistra degli italoamericani. Abbiamo mostrato diversi aspetti della storia italiana e italoamericana, spiegando che gli italoamericani sono stati anche progressisti, di sinistra, e non è solo un fenomeno recente».

«ITALIANS FOR ZOHRAN – dice Alexandra Ferrara, 38 anni, volontaria del gruppo – è in un certo senso la prima volta a New York in cui molti di noi hanno sentito di poter essere sia italiani che di sinistra nello stesso spazio, senza dover giustificare nessuna delle due parti. Gli italoamericani sono stati etichettati come culturalmente conservatori dopo aver acquisito, a metà del XX secolo, la possibilità di trasferirsi nei sobborghi, migliorare la propria posizione sociale e associarsi ai bianchi. È stato un enorme allontanamento dalle radici di immigrati e di classe lavoratrice di quando siamo arrivati in questo Paese. Molte persone rimuovono la lunga storia di radicalismo italiano negli Stati uniti, i nostri sindacalisti anarchici e socialisti. Gran parte è stato cancellato dalla nostra assimilazione nella politica conservatrice. Molti di noi italiani per Zohran proviamo frustrazione perché la nostra identità per gran parte può essere nostalgia antiquata, per tutte le cose del passato. Insomma, il peggior tipo di cose. Per la prima volta, invece, possiamo riunirci, celebrare la nostra cultura, parlare la nostra lingua, sentirci connessi all’Italia e gli uni agli altri, ed essere di sinistra. Tutto nello spazio».

SU INSTAGRAM questa rivisitazione dello stereotipo degli italo-americani è rappresentata anche da influencer italoamericani che solitamente si occupano di temi tradizionali come il cibo, e che sostengono Mamdani, come Marco Lombardi (@marcosworldnyc) o Denise Nicole conosciuta come @the_burratababe. Ma Italians for Zohran è una cosa diversa: è una comunità, è un luogo nuovo che non finirà con le elezioni. Gli attivisti di Mandami, Italians e non, spiegano che questa non è solo una campagna elettorale, ma la nascita di un movimento, ed è quello che succede quando la politica non la si fa con i grandi donatori ma con le piccole donazioni singole, non con il potere dei soldi ma con quello delle idee.

«LA CAMPAGNA è stata una grande opportunità per noi e per molti altri gruppi, poer costruire organizzazioni e movimenti – spiega Jesse – E sappiamo che per raggiungere gli obiettivi che Zohran ha nel suo programma, dovremo continuare a lottare, quindi dovremo continuare a organizzarci. Stiamo già cercando uno spazio fisico dove poterci riunire regolarmente. Penso che si continuerà a fare il lavoro politico, ma anche il lavoro culturale, questo ha davvero entusiasmato le persone ed è stato sia molto importante che molto divertente per tutti noi».

Questo articolo è stato pubblicato su il manifesto il 3 novembre 2025

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