Lacrime per Berlinguer: dopo i primi fotogrammi le lacrime già mi rigavano il volto, man mano che il film si snodava tra vicende che avevo e che avevamo in tanti vissuto, la commozione procedeva con l’attenzione. La sala era ancor più sommessamente silente di quanto normalmente accade.
Rivedere Enrico Berlinguer, non come nelle rimembranze celebrative cui siamo abituati, insieme a lunghi colpevoli vuoti, ma più che mai vivo, nel vortice della straordinaria storia che sono stati gli anni della sua segreteria e nel calore intimo degli affetti e dei dialoghi familiari, grazie ad Elio Germano per la sua straordinaria interpretazione e per la costruzione superba di Andrea Segre.
Un film Politico con la P maiuscola, che svolge in meno di due ore la ricostruzione credibile e veritiera di una vicenda fondamentale e complessa della recente storia italiana.
Elio esprime con maestria eccelsa tutta la straordinaria forza politica di Berlinguer, ne restituisce con autenticità la lucidità della visione politica e la tenacia delle determinazioni, nelle temperie del conflitto sociale ed in quello internazionale della guerra fredda.
Alla fine il film ti aiuta a comprendere ancor più di quanto non sia già il sentimento di mancanza che dal quel tragico 11 giugno 1984 attanaglia chi quegli anni di speranze e di lotte ha vissuto, identificandosi nel partito comunista italiano e nel suo leader.
E’ un film soprattutto per i giovani, che Berlinguer e quel periodo non hanno vissuto, è un messaggio forte che fa capire come la politica può essere veramente grande, una scelta per cui vale la pena di spendere la vita, se si ha il coraggio come lui di perseguirla con dedizione e disinteresse personale, passione e lucidità. Berlinguer- Germano ci dice che c’è ancora speranza
Il grave episodio di provocazione e intimidazione di chiara matrice fascista, al cinema Atlantic di Roma, durante la proiezione del film causandone la sospensione, con imprecazioni e sputi, da parte di giovani teppisti, ridimensionata dai carabinieri intervenuti a “ragazzata”, è un altro segnale, se ce ne fosse bisogno, che i violenti si sentono protetti e alzano la testa, che le autorità di governo, sempre pronte a stigmatizzare le proteste e gli episodi quando si sentono sotto accusa, hanno bellamente ignorato, fingendo di non aver sentito. E’ la brutta Italia di oggi.