Si può votare, ormai, soltanto online, per promuovere i due voti pubblici, uno contro il costoso invio di armi italiane in Ucraina e l’altro a tutela del Servizio sanitario nazionale pubblico
Due progetti di referendum, uno contro il costoso invio di armi italiane in Ucraina, e l’altro a tutela del Servizio sanitario nazionale pubblico. I proponenti, che fanno capo al comitato “Generazioni Future”, sono arrivati al rush finale. Esiste, oramai, un solo modo di firmare per i referendum: online. Il sito è il seguente: www.generazionifuture.org . Il governo, sottolineano i promotori, non avrebbe adempiuto all’obbligo di predisporre una piattaforma pubblica e, quindi, occorre pagare 1.50 euro a firma alla piattaforma privata itagile. Lunedi saranno depositati in Cassazione i plichi delle firme raccolte e tutti i certificati.
Gli americani promettono le bombe a grappolo e i russi lanciano le bombe sui civili ucraini. Professor Mattei, non sembra che il mondo abbia quella gran voglia di parlare di disarmo…
E’ un orrore senza fine – risponde Ugo Mattei, docente di diritto e promotore dei referendum su disarmo e sanità con Generazioni Future-. Centinaia di migliaia di ragazzi ucraini e russi ammazzati e mutilati. Donne, vecchi e bambini colpiti con violenza inimmaginabile. E ora le bombe a grappolo di Biden, bandite da una Convenzione Internazionale firmata da oltre 100 Stati…. Ma la Nato se ne infischia e in Europa ci sentiamo buoni perchè massacriamo senza le bombe a grappolo. Sono furente.
Torniamo a farci la solita domanda: esiste un altro modo per terminare il conflitto? Un “altro modo” presuppone che quello attuale sia un modo per fermare la guerra. La politica attuale è invece decisa a farla continuare nell’interesse dell’industria globale degli armamenti e della militarizzazione delle società. Fermare la guerra, dando armi micidiali a una delle parti, è il prodotto di una neolingua orwelliana in cui le guerre si chiamano operazioni di pace. Non impariamo mai niente da Afghanistan, Iraq, Libia e soprattutto Palestina? Per separare due che si picchiano serve che uno più grosso si metta in mezzo, li separi fisicamente e li obblighi a trattare. Se sostiene uno dei due, non lavora per la pace ma per la sopraffazione. Serve una forza di caschi blu in Donbass per fermare tanto i nazisti banderisti ucraini che le intenzioni espansionistiche attribuite ai russi. Tutto il resto è ipocrisia.
Perché la pace conviene ai cittadini? La guerra uccide, ferisce, mutila, infiamma gli animi e rende bestie. E chi non si trova direttamente nel teatro ucraino paga attraverso aumenti di prezzi, politiche autoritarie, crollo del welfare a favore del warfare. Con conseguenze letali. Per questo Generazioni Future ha voluto un pacchetto referendario per il welfare e contro il warfare.
Voi ritenete che ci sia una regia internazionale e che le armi destinate all’Ucraina circolino già su altri teatri, anche europei. Che prove avete? Abbiamo testimonianze dirette di blackblock polacchi e tedeschi fatti entrare in Francia armati fino ai denti con armi destinate all’Ucraina per infiltrare le proteste popolari e dare a Macron la scusa di nuovi giri di vite. È la vecchia storia di Genova 2001… Che l’Ucraina esporti armi in teatri di guerra internazionali è un fatto storico che risale almeno al 2004. È documentato benissimo nel documentario, pluripremiato, “L’ incubo di Darwin”. Perchè dovrebbe essere diverso oggi?
Voi sostenete che disarmo e sanità siano collegati e proponete anche un referendum che propone di escludere i privati dalla programmazione della sanità. In questo modo, marginalizzando anche la sanità convenzionata cui si accede solo pagando il ticket e che offre servizi migliori del pubblico, non si impoverisce il cittadino? Generazioni Future vuole la sanità bene comune, motivata dal bisogno collettivo delle persone malate e non dalle necessità di profitto o di sopravvivenza delle istituzioni che la somministrano. Il referendum vuole decisioni sulle priorità di spesa prese nell’esclusivo interesse delle persone, rompendo un inevitabile conflitto di interessi generato dalla presenza di chi riceve i finanziamenti ai tavoli di pianificazione. Che poi la sanità convenzionata offra «servizi migliori» è un’affermazione che andrebbe provata, ma ripeto il referendum è laico su questo.
Torniamo al disarmo: cosa succede se vince il si? Succede che finalmente i Governi non avranno più scuse e strumenti per violare il ripudio dell’articolo 11 della Costituzione. In concreto, la discussione sul rifinanziamento 2024 dell’ invio di armi si svolgerebbe in presenza di uno strumento capace di monitorare l’ipocrisia delle forze politiche che si dicono pacifiste.
Mancano pochi giorni e centomila firme: come pensate di fare? Stiamo lavorando giorno e notte come non ci fosse un domani, fino all’ultima firma. Un ultimo sforzo online ( www.generazionifutu-re. org) potrebbe fare colmare il buco. Ma potrebbero esserci altre sorprese dagli invii delle firme raccolte direttamente presso i Comuni. È un miracolo, nel totalitarismo politico guerrafondaio o ipocrita: Conte per esempio ha detto che avrebbe firmato e non lo ha fatto ad oggi; Landini ha firmato in Piazza del Popolo sulla sanità pubblica e non ha neppure detto, in oltre un’ora di comizio, che stavamo raccogliendo le firme in quella stessa piazza. Nella congiura del silenzio, per fortuna, il fatto che io rilasci questa intervista rappresenta la ragionevole speranza di essere ancora in partita.
Questo articolo è stato pubblicato su Avvenire il 14 luglio 2023