Lo segnala il Garante dei detenuti, vista la situazione di sovraffollamento del carcere: “Doveroso e prioritario alleggerire le attuali presenze”, ben superiori alla capienza regolamentare. Residenze anziani, familiari e operatori incontrano la Regione: “Vigiliremo sui facili proclami”. Denunciato un imprenditore: nella sua azienda niente misure anti-contagio, oltre a lavoro nero e scarsa sicurezza.
Il sovraffollamento della Dozza di Bologna va rapidamente alleggerito, perchè “evidentemente può sussistere il rischio concreto di una diffusione del contagio all’interno dell’istituto penitenziario”. L’allarme è messo nero su bianco dal Garante dei detenuti del Comune, Antonio Ianniello. “Non siamo di fronte al numero delle presenze che si registrava durante il periodo della prima ondata pandemica, ma si rimane sempre abbondantemente sopra la capienza regolamentare fissata a 500 persone”, fa sapere il Garante, intervenendo a seguito di diversi casi contagio tra gli agenti di Polizia penitenziaria. In questa situazione di sovraffollamento “restano immutate la precarietà e la limitatezza delle condizioni essenziali per poter procedere al collocamento in spazi di isolamento” di eventuali detenuti positivi, avverte Ianniello, anche nel caso di quarantena precauzionale per nuovi ingressi e per i detenuti venuti a stretto contatto con chi risulta essere positivo. “Tutte le difficoltà che stiamo vivendo nella società libera risultano amplificate all’interno del carcere in ragione dell’impossibilità strutturale di poter instaurare quel distanziamento fisico necessario alla tutela del diritto alla salute, mancando quella risorsa essenziale e preziosa che è lo spazio”: per questo, per il Garante, è “doveroso e prioritario perseguire l’obiettivo di un opportuno alleggerimento degli attuali numeri delle presenze in carcere, anche partendo dalle persone che presentano maggiori fragilità”, per poter garantire “prevenzione e contenimento della diffusione del contagio”. In particolare, il Garante “auspica che possa essere accolta la proposta di prevedere una liberazione anticipata speciale e la sospensione dell’emissione dell’ordine di esecuzione delle pene detentive fino al 31 dicembre 2021”.
Questo articolo è stato pubblicato su Zic il 27 novembre 2020