Regeni no, i fascisti sì: un oltraggio alla dignità dell'uomo e alla civiltà

12 Ottobre 2016 /

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Striscione per Regeni tolto da Trieste
Striscione per Regeni tolto da Trieste

di Claudio Cossu
Aveva già iniziato, qualche tempo addietro, Roberto Di Piazza, quando rivestiva il ruolo istituzionale di sindaco di Muggia (Trieste), con la sua politica goffa di regressione antistorica e avverso la dignità dell’uomo. Mal consigliato certamente, intendeva allora dedicare uno spazio di quella cittadina a Niccolò Giani, fondatore e “maestro” di mistica fascista negli anni “30”, nonché violento antisemita. Morto in Albania per il duce nel 1941.
L’operazione non gli riuscì per la forte e vigile reazione della Comunità ebraica di Trieste. Poi, divenuto Sindaco di Trieste, sorretto e spinto dalla Giunta nostalgica del Comune – anni 2007- 2010 circa – volle dedicare uno spazio della città al giornalista fascista Mario Granbassi, emblema e portavoce del fascismo locale di indubbia rilevanza (Il giornale del Guf di Trieste era dedicato al suo nome, riferimento sicuro e obbediente al regime).
Morto nel 1939 combattendo in Spagna, con le milizie del sanguinario e golpista Francisco Franco, duce della falange e dei violenti reazionari spagnoli, invocando il nome di Mussolini e di quel regime repressivo e antistorico. L’operazione riuscì, pur avendo il dissenso e la disapprovazione della cultura e della politica progressista ed illuminata di tutto il Paese. Ma la giunta retriva e nostalgica aveva la maggioranza in quei tempi e nulla si poté fare per contrastare quella dissennata decisione.

Ora, dopo quasi cinque anni, il Di Piazza è tornato svolgere le funzioni di Sindaco di Trieste (sebbene eletto da un elettorato esiguo e quasi dimezzato) e continua, dunque – anche se notoriamente ispirato da elementi reazionari e repressivi – nella sua politica di chiusura, proibizionismo e di pregiudiziale negativismo verso i più deboli e fragili appartenenti alla comunità, ostile a tutto ciò che si apre ai diritti civili ed alla libertà. In una città di apertura e di accoglienza, multietnica e multilingue : la città “del da, del ja e del sì”.
Un ossimoro. Cerca di contrastare la concessione dello spazio di Piazza Unità per ricordare la triste ma storicamente rilevante ricorrenza della proclamazione delle leggi razziali , avvenuta proprio a Trieste, da parte di Mussolini, il 18 settembre 1938. E in questi giorni vorrebbe ammainare lo striscione a favore dei diritti civili, contro ogni forma di tortura e di repressione, striscione degno del pensiero di Cesare Beccaria e della ” dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino” del 1789, per arrivare fino alla ” Dichiarazione, adottata dalle Nazioni unite nel 1948″, scritto che invoca la verità per Regeni. Nonostante il dissenso e la disapprovazione di eminenti uomini di cultura, artisti e filosofi levatisi da tutto il Paese.
Verità per Giulio Regeni: scriviamolo noi in tutti i luoghi, su tutte le vetrine, sui luoghi più visibili e noti della città. Ma non si accorge, il Sindaco attuale, che così conduce una città verso l’oscurantismo, contro la Storia e le battaglie di civiltà, trascinandola in un mare di ridicola, tragica e goffa arretratezza? Fino a quando i cittadini potranno tollerare tutta questa empietà? “Usque tandem”…

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