Smuraglia: "Non scoraggiamoci, prepariamo la più grande campagna referendaria mai stata realizzata"

20 Luglio 2016 /

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di Carlo Smuraglia
Si è concluso il deposito delle firme in Cassazione. I nostri Comitati non hanno raggiunto il numero sufficiente, pur avendo compiuto uno sforzo notevole, contro tutto e tutti. Non ci scoraggiamo, siamo orgogliosi e riconoscenti del lavoro che molti e molte hanno compiuto e ci prepariamo, come ho già accennato altre volte, alla più grande campagna referendaria “dal basso” che sia stata realizzata.
Dico dal basso, perché non potendo contare sui grandi organi di comunicazione e di “informazione” (!) dobbiamo usare l’antico sistema del “porta a porta”, del colloquio diretto con cittadine e cittadini; e lo faremo con coscienza, impegno e serietà. I sostenitori del SI hanno depositato le firme sostenendo di avere superato il livello previsto dalla legge. I controlli della Corte di Cassazione sono previsti proprio per verificare la regolarità delle firme ed accade spesso che molte risultino inammissibili. Staremo a vedere.
In ogni caso, non cambierà nulla, perché ciò che conta sarà la campagna che andremo a fare nei prossimi mesi (non abbia paura il lettore, parlo di settembre e ottobre, non di agosto). In ogni caso, un’altra stranezza è questa incertezza sulla data del referendum. È evidente che si stanno facendo calcoli di pura convenienza; e già questo non è bello, perché la scadenza vera dovrebbe essere quella della data che consenta la maggior partecipazione.

Infine continuano i segnali dei “poteri forti”: Confindustria, Coldiretti, adesso anche quella stampa internazionale più vicina alle opinioni di chi dichiarò, tempo fa, che le Costituzioni europee erano spostate troppo “a sinistra” e dunque bisognose di modifiche (naturalmente a favore di soluzioni non democratiche). Che posso dire se non che potrebbe trattarsi di segnali che, alla fine si risolveranno positivamente, se tanti incerti e “incoscienti” si renderanno conto che la posta in gioco riguarda anche il nostro sistema democratico e perfino il quadro economico?
Una piccola postilla. A proposito del fallito golpe in Turchia, un commentatore scrive – su un quotidiano nazionale – un articolo con questo titolo “Non c’è stabilità senza democrazia”. Giustissimo. Nel caso specifico, il principio vale sia per Erdogan che per i militari. Ma più in generale, il pensiero va a quanti sostengono che bisogna votare SI perché questa riforma garantisce la “stabilità” (o la governabilità) evidentemente a qualunque costo, anche sacrificando la rappresentanza, ossia, in sostanza la democrazia. Quel titolo è dunque un ammonimento per tutti e vale anche per il referendum, spiegando ulteriormente e in poche parole, le ragioni del nostro NO.
Questo articolo è stato pubblicato dall’Anpi il 19 luglio 2016

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