Xenofobi e provocatori: i fascisti nelle prossime elezioni romane

18 Maggio 2016 /

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Casapound
Casapound
di Claire Lacombe
Ai fascisti del III millennio di Casapound, Cpi, sono evidentemente saltati gli accordi con Salvini, malgrado l’intervento dei tanti pontieri; Forza Nuova, FN, e i suoi alleati negli ultimi anni queste tentazioni istituzionaliste non sembra averle avute. Comunque è ora per i fascisti, in questo momento, di buttare a mare il doppiopetto e di essere se se stessi senza finzioni. Analizziamo il caso romano.
Cominciamo da Forza Nuova, il cui leader è l’eterno ragazzo Roberto Fiore, quello dei lunghi anni di latitanza a Londra, ricercato dai giudici italiani, quando i governi britannici e l’M15 lo proteggevano in quanto “perseguitato per le sue idee”.
In occasione dell’indagine recente dei Carabinieri del gennaio 2016 di qualche mese fa su svariate e seriali aggressioni a Roma Sud, ripetutesi in due anni, nei confronti soprattutto di cittadini bengalesi ma anche di qualche dissidente di estrema destra, furono coinvolti e avvisati di garanzia svariati aderenti a FN e/o a Lotta Studentesca, organizzazione giovanile di FN. I Carabinieri avevano riscontrato in intercettazioni e pedinamenti una sequela di violenze a sfondo xenofobo per liberare Roma dai “negri”. Qualcuno ha anche suggerito anche una ipotesi di “command e control” sui bangalesi, specie su quelli clandestini, per far abbassare loro la testa rispetto alla condizione di semischiavitù in cui molti di essi versano (si veda qui).

L’indagine degli inquirenti romani sulle mazzate a profusione date dai fascisti durante i cosiddetti Banglatour avevano suscitato un vasto clamore e il ribrezzo dell’opinione pubblica romana. Ma passata l’attualità della notizia, le canagliate dei Banglatour sembrano oggi dimenticate. Invece bisogna riparlarne! La lista Iorio sindaco per il Comune e i municipi di Roma sono inzeppate di aderenti a FN. Tra questi militanti di FN e di Lotta studentesca sono candidati una buona parte degli indagati per i Banglatour. Andrea di Cosimo (figlio di un consigliere capitolino di Roma ai tempi di Alemanno, con la celtica al collo, già più volte denunciato e diffidato), è candidato al Comune, Alessio Costantini è candidato al Comune (Costantini è stato riconosciuto come uno degli aggressori del blitz fascista al Gay Center di Roma di poche ore fa), Tommaso Pudis è candidato al II Municipio, Matteo Provenzani al VI, Michele Luly al IX. Di Cosimo, Costantini, Pudis, Provenzani, Luly, tutta una squadretta inquisita per i Banglatour!
Passando a Casapound sempre a Roma anche qui ci sono aspetti preoccupanti. Gran parte degli avvisati di garanzia di Cpi durante le gazzarre violente in occasione del tentativo di cacciata dei migranti del luglio 2015 da Casale san Nicola nei pressi di Roma, altro mirabile esempio di odio xenofobo, sono stati candidati per i municipi e per il Comune di Roma. I manifestanti di Casale San Nicola quasi si stupirono della PS che impedì loro di fare un pogrom, anzi attribuirono il tutto a quel “rosso”, a loro dire, dell’allora Prefetto Gabrielli (nella loro pochezza mentale e categoriale chiunque si oppone a loro in una qualche circostanza, è evidentemente un rosso).
Mettere dei candidati di questo genere per la campagna elettorale indica una volontà di orgoglio razzista violento, quasi una ostentazione di hybris, ὕ β ϱ ις ,verso tutti, quasi un moderno slogan provocatorio di Allarmisiamfascisti.
Questo articolo è stato pubblicato su Osservatorio repressione il 15 maggio 2016

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