Lettera aperta a Saviano: noi, lavoratori campani scaricati dalla Coop, chiediamo uno spazio per far sentire la nostra voce

23 Gennaio 2013 /

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Foto del Fatto QuotidianoQuesta storia, a cui dà dato spazio l’Unione sindacale di base, viene da lontano. Si vedano gli articoli pubblicati da Domani di Arcoiris Tv
di Roberto, Lucia e Carlo, ex lavoratori Unicoop Tirreno Campania
Caro Roberto,
siamo dei lavoratori, tanti lavoratori, che per anni hanno lavorato in Coop Campania poi passata negli anni 2000 alle dirigenze di una Coop Toscana, la Unicoop Iirreno, che oggi è in difficoltà, in grave difficoltà per tutto quello che è accaduto già 4 anni fa e continua ad accadere ora, ci rivolgiamo a te perché ai tanti “politici, giornalisti, programmi tv” ai quali abbiamo esposto la nostra voce, ci volgono le spalle, noi vorremmo avere un po’ di visibilità, non per demolire o denunciare un sistema, ma per far si che le cose cambino e ci sia rispetto per la nostra dignità.
Le Coop nascono più di 150 anni fa (prima nel nord e centro Italia, più tardi al Sud), dalla dinamicità e dalle lotte delle classi operaie per salvaguardare il potere di acquisto dei ceti più deboli; l’etica, la solidarietà, la centralità delle persone, sono le fondamenta sulle quali si è costituito il pilastro della cooperativa.
La Coop fino agli anni Novanta ha mantenuto integri gli obiettivi di espansione e crescita creando lavoro e rispetto economico sociale un po’ in tutta Italia compreso il Sud, ma nel corso degli ultimi anni, forse con la sostituzione di un modello sempre più grande di mercato (le ipercoop), risultati poi negativi alle esigenze dello stesso mercato che si avviava pian piano a quella che oggi viviamo cioè “la recessione”, ed i troppi coinvolgimenti bancari, hanno subito un certo “mutamento biologico” che ha creato una voragine economica in alcune di esse dimenticandosi dei valori e dell’etica’ e rincorrendo sempre più le logiche del profitto.

Noi siamo campani (Avellino, Napoli, Salerno), province in cui erano o sono presenti oggi supermercati Coop avviati 40 anni fa sempre da gruppi di operai appartenenti ad aree politiche di sinistra, i loro obbiettivi erano gli stessi di 150 anni fa ma qui nella nostra terra, una regione dove da anni il sistema politico è stato assente ai bisogni dei cittadini, dove la malavita la fa da padrona ed i furbi cercano di arricchirsi alle spalle dei più deboli, era forte l’ideale dei nostri predecessori a dare una linea di commercio equo e legale ai soci e non solo.
La cosa che ci sconvolge, pur chiedendoci o chiedendo chiarimenti alla stessa Unicoop Tirreno o alle istituzioni locali di quello che si era già avviato 4 anni fa quando la Coop decise di cedere ad un privato 4 supermercati campani (Soccavo, Solofra, Castellamare e Nocera), uno che non aveva certo un curriculum immacolato, ma il braccio di ferro creatosi da un gruppo di allora 55 lavoratori, fini con il sopravvento della cessione di questi negozi a un’azienda bara come la Immobiliare Srl di Castellammare di Stabia di un certo signor Apuzzo (la Immobiliare non ha mai presentato bilanci), il quale dopo 5 giorni mise tutti i lavoratori per strada, in alcuni casi i giudici del lavoro hanno condannato Coop come “atto fraudolento”, ma i lavoratori – padri, madri – oggi sono senza lavoro. E allora cosa c’entra Coop con persone malavitose? Quale etica hanno in comune? Quali i presupposti di solidarietà?
L’azienda, pur consapevole della cessione ad un tizio che non ci poteva dare garanzie, perché ci ha venduti? Forse le tesi dei giudici sono giuste? Eppure c’è omertà nel mondo Coop, nessuno ne parla e la nostra disperazione diventa ogni giorno più scura. Come se non bastasse dopo 4 anni la Unicoop Tirreno in un comunicato stampa fatto ai lavoratori tramite i sindacati confederali annuncia che in Campania vuole cedere la società al 49% ad un certo Catone, altro nome non certo immacolato del casertano, cederebbe a quest’ultimo la logistica ed il personale.
La storia si ripete e noi non ci stiamo, Coop deve mantenere integro il nome della cooperativa etica e legale, e non può e non deve cedere ai privati che nulla entrano con le nostre logiche.
Abbiamo voluto scriverti questo nostro pensiero magari per aiutarci ad avere un contatto con la parte buona della cooperativa nazionale affinché non si consumi ancora una volta alle spalle dei lavoratori una faccenda poca pulita, noi vogliamo impegnarci e solo noi con sacrifici a far si che la storia della Coop in Campania venga rispettata e continui sulla strada dell’etica e della legalità.

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