Fervono i preparativi di Grande Coalizione, Monti non esclude di scendere in campo, e da sinistra? L’opinione di Rudi Ghedini
Se è impopolare, è coraggiosa.
Se la scelta è impopolare e coraggiosa, vuol dire che è incisiva, opportuna, necessaria.
Queste tautologie si imparano leggendo gli editoriali di Corriere e Stampa, con qualche sottile sfumatura se si passa a Repubblica, l’Espresso, l’Unità.
Mario Monti viene descritto all’unisono come un vincitore, un leader di inusuale grandezza, un protagonista della scena internazionale che sta salvando l’Italia da una triste fine.
Ma improvvisamente le strade si divaricano.
Corriere e Stampa non nascondono più quel che hanno sempre pensato: ci vuole un Monti dopo Monti, ci vuole un governo di Grande Coalizione nel 2013, guidato da Mario Monti e capace di contenere Pd, Pdl, Casini e Fini.
Repubblica, Espresso e Unità non se la sentono di fare quel passo.
Forse temono che la prima vittima di questa prospettiva sia il Pd, costretto a fare da portatore d’acqua per un altro quinquennio.
Forse, al contrario di quanto scrivono, cominciano a pensare che l’impopolarità non è per forza coraggiosa, tanto meno incisiva, opportuna, necessaria.
Forse anche da quelle parti si sono stancati della permalosità di questi tecnici che non sbagliano mai, non accettano critiche, e accusano di tradimento chi osa dire qualcosa di diverso (non solola Fiom, anche il presidente di Confindustria: colpa sua se lo spread continua a stare vicino ai 500 punti).
Si aggiunga il dettaglio, non proprio trascurabile, per cui dopo averci detto che non sarebbe più stato sulla breccia nella prossima legislatura, ecco che Monti spalanca le braccia a una nuova prospettiva, mostrando un considerevole opportunismo, degno delle discese in campo – sempre annunciate, mai fatte – di un Montezemolo:
«Mi chiedo quale sia il momento giusto per dare una disponibilità. Prematuro parlarne. Porsi il problema oggi non farebbe bene al governo».
Mentre Monti lascia trapelare una velata disponibilità a proseguire la sua opera anche dopo il 2013, resto in attesa di un segno di vita a sinistra.
Rudi Ghedini